giovedì 6 dicembre 2018

Il castello di giovedì 6 dicembre



CALANNA (RC) - Castello

Calanna fu spesso al centro di forti interessi militari; ne è testimonianza il castello, di età normanna ma forse costruito attorno ad una precedente struttura bizantina, che ancora oggi si vede sulla collina che domina il paese. Grandi battaglie si ebbero per la sua conquista con assedi prolungati, eroiche resistenze ed implacabili ritorsioni. Nel 1255, ai tempi dello scontro tra Manfredi ed i sostenitori dei sovrani svevi, Pietro Ruffo, conte di Catanzaro ed avversario di Manfredi ne affidò la difesa al nipote Falcone, a Carnelavario de Pavia e a Boemondo da Oppido. Nel 1275 venne tenuta da un presidio angioino costituito da un castellanum, uno scutiferum e dieci serventes; da un documento angioino dell’anno successivo conosciamo l’impianto del suo castello: una torre “massiccia” a nord, un’altra ad est usata come carcere; tra esse un muro lungo quaranta canne (80 mt circa); una terza torre si alzava a sud ed una quarta al fianco della “magna janua” ad occidente, un lungo muro fra la porta e la torre massiccia, altre torri minori ed altre porte più piccole. Era rimasto danneggiato seriamente dopo i precedenti eventi bellici ed il sovrano ne ordinò la ricostruzione, evidentemente preoccupato per la sicurezza dell’abitato. Era una grossa struttura con dentro addirittura tre cisterne e ben due chiese (di S. Nicola e di S. Caterina). Nel 1283 per la guerra del vespro Calanna cadde in mano aragonese insieme a Fiumara, Solano e Mesa; ma nel 1302 con la pace di Caltabellotta ritornò agli Angioini. Le ostilità ripresero nel 1313, l’esercito aragonese occupò Reggio, Catona e Fiumara. In Calanna, attaccata personalmente da Federico d’Aragona, Damiano de Polizio offrì una prolungata quanta disperata resistenza. La punizione fu spietata, infatti il castello e il paese sottostante vennero gravemente danneggiati. Distrutta anche l’antica Mesa che aveva avuto fin dai tempi bizantini una grande importanza; si ritiene che il suo castello sia più antico di quello di Calanna ma era nota soprattutto come centro di grande spiritualità per i monasteri greci esistenti nei suoi dintorni. Il territorio di Calanna arrivava fino al mare fra Gallico e Catona, sbocco perso molto probabilmente in quella circostanza. Dalla distruzione di Mesa derivò la fondazione di Mesanova o Motta Anoveri; da quella di Calanna si vuole far discendere la nascita o quantomeno il popolamento di Laganadi. La guerra ebbe fine nel 1317; Calanna, con tutti i territori della Calabria occupati dagli Aragonisi finì a Papa Giovanni XXII che nel 1321 la restituì a Roberto d’Angiò. In quell’epoca, suoi casali erano oltre a Laganadi, Alessi (S.Alessio), S.Stefano Scroforio o S.Giuseppe di Scrofi oggi Villa S.Giuseppe e Rosalì. Ma il paese, diversamente da Mesa, si dovette riprendere rapidamente, perché nel 1377, la regina Giovanna I avendo bisogno di soldi vendette il suo territorio elevato a Baronia con tutti i casali a Fulcone Ruffo, conte di Sinopoli. Un diploma di Re Ladislao di Durazzo del 1412, inoltre, definendo la giurisdizione del capitano di Reggio da Bagnara a Bruzzano, elenca anche Calanna. Da quel 1377 cominciò la sua storia feudale. Spodestati i Ruffo, la baronia venne comprata da Bertoldo Carafa, patrizio napoletano. I Ruffo di Scilla la ricomprarono nel 1608. Con la ristrutturazione Amministrativa Operata da Gioacchino Murat nel 1811, Calanna divenne capoluogo di un circondario di cui facevano parte i nuovi comuni di S. Batello con S. Giovanni e Diminuiti, Laganadi, S. Alessio, Podargoni, S. Stefano, Ortì, Arasì e Cerasi, S. Roberto,Villa S. Giuseppe con Rosalì. In posizione dominante della valle del Gallico, tra il centro abitato e lo stretto di Messina, sorge l'antico castello. Esso fu edificato nel X secolo dai Bizantini e sui registri angioini del 1276 si trova testimonianza della fortificazione che pare avesse base ottagonale. Più volte rimaneggiato ed adeguato nel corso del tempo, fu feudo dei Sanseverino, dei Ruffo, dei Carafa, dei de Francesco e infine dei Ruffo di Scilla. Subì notevoli danni dal terremoto del 1783. Oggi ne rimangono pochi tratti della cinta muraria intervallata ogni 30 metri da tre torri quadrangolari, il fossato ed alcune cisterne. Il maniero era dotato di due ingressi. Sono ravvisabili, inoltre, quattro ambienti presso il torrione ad angolo, tre dei quali erano forse utilizzati come cisterne idriche. Altri link per approfondimenti: https://prolococalanna.wordpress.com/storia-e-archeologia-2/il-castello-bizantino-normanno/, https://www.youtube.com/watch?v=nzPmKKqAXc0 (video di PiccolaGrandeItalia.Tv)

Fonti: http://www.comune.calanna.rc.it/index.php?action=index&p=76, http://www.comune.calanna.rc.it/index.php?action=index&p=85, http://atlante.beniculturalicalabria.it/schede.php?id=125


Foto: entrambe sono prese da https://prolococalanna.wordpress.com/storia-e-archeologia-2/il-castello-bizantino-normanno/

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