CASTRIGNANO DEL CAPO (LE) - Torre di Salignano
Piccola frazione del Capo di Leuca posta a 500 metri dal capoluogo comunale in direzione est, Salignano fu nel Medioevo un importante centro culturale, più dello stesso Castrignano. La Torre di difesa, costruita nel 1550 in carparo locale, come deducibile da un'iscrizione sull'architrave della porta d'ingresso, sorge in piazza Vicenza, nel nucleo antico del paese. Secondo le testimonianze e i documenti di fine Ottocento, la torre di Salignano sarebbe coeva e gemella della distrutta torre di Cocumola. Essa si colloca su un fronte secondario di difesa, non a diretto contatto con la costa, ma ad una distanza tale da poter essere messa in comunicazione con le torri del litorale di Leuca, come la torre dell'Omo Morto. La fortificazione, costruita per difesa dalle incursioni dei pirati provenienti dal mare, ha una pianta circolare. Ha uno sviluppo troncoconico, con un basamento scarpato che raggiunge quasi metà dell’altezza dell’intera costruzione. Alta quindici metri e larga venti, è dotata di dieci piombatoi e di cinque cannoniere. Da poco ristrutturata, viene utilizzata per iniziative culturali. All’interno della torre, è possibile accedere al piano superiore tramite una strettissima scala a chiocciola. Da qui è possibile arrivare fin su in cima, da dove ammirare buona parte dell’estremità del capo di Leuca, visuale in parte ostruita dalla costruzione di alti edifici. La forma e la dimensione della scalinata era strategica: poteva passare una sola persona alla volta, la quale sarebbe salita a fatica date le esigue dimensioni degli scalini. Questo espediente avrebbe garantito una maggior difesa da parte del personale di guardia barricato all’interno della torre che avrebbe così fronteggiato un solo uomo alla volta. Lo spazio ridotto non consentiva inoltre al nemico di poter sguainare la spada o manovrarla correttamente. Al soldato che avrebbe atteso gli invasori in cima alla scala sarebbe stato sufficiente spingere giù il primo arrivato per creare un simpatico effetto domino. Tradizione o leggenda vuole che dalla torre si gettasse olio bollente al fine di recare anche del danno fisico ad eventuali invasori. Questo è vero in parte in quanto l’olio era piuttosto costoso, anche in una terra in cui veniva prodotto in quantità industriale per essere poi esportato in tutto in mondo partendo dal porto di Gallipoli, dove veniva battuto il prezzo alla borsa dell’olio prima di essere messo in commercio. Quando l’olio era disponibile spesso non veniva riscaldato eccessivamente, ma giusto quanta basta per renderlo più fluido e ostacolare i movimenti degli ostili che avrebbero così faticato maggiormente per espugnare la difesa avversaria. Oltre all’olio si poteva gettare anche acqua bollente, pece e addirittura sabbia riscaldata. Quest’ultima,una volta penetrata negli indumenti e nell’armatura del malcapitato, gli avrebbe reso il resto della battaglia particolarmente fastidioso. Per avere un termine di paragone del disagio procurato basta provare a camminare con un pò di sabbia nelle scarpe. L’esperienza non sarà decisamente piacevole. Altri link per approfondire: https://www.salentoacolory.it/salignano-la-torre-contro-i-turchi/, https://www.youtube.com/watch?v=GCheau8V78c (video di Città aperte in rete)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Salignano, http://www.salogentis.it/2012/04/04/la-torre-saracena-di-salignano/, http://itinerari.galcapodileuca.it/index.php?module=content&object=395
Foto: entrambe sono prese da http://itinerari.galcapodileuca.it/index.php?module=content&object=395
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