lunedì 2 ottobre 2023

Il castello di lunedì 2 ottobre



MAGIONE (PG) - Castello di San Savino

Il castello di San Savino sorge sulla cresta di un modesto rilievo collinare (314 m. s.l.m.), in una posizione storicamente strategica per il settore sud-orientale del Trasimeno. Il primo documento che menziona l’esistenza del piccolo borgo di San Savino risale al 1006, quando, per iniziativa del conte Pietro Attone, della nobile famiglia degli Attoni di Todi, sorse sulla cima di questo colle semideserto un monastero, dedicato al santo martire di Sulmona, di cui oggi non rimane traccia alcuna se non nella toponomastica del borgo. A protezione del convento e dei suoi monaci lo stesso conte Attone iniziò la costruzione della fortezza a base quadrata, a una sola porta d’ingresso con arco a sesto acuto e una sola torre dall’insolita forma triangolare, probabilmente suggerita dalla geomorfologia del sito. Completato definitivamente intorno al 1180, il castello di San Savino fu ben presto travolto da decenni di continue guerre e passaggi di eserciti che insanguinarono il contado perugino fino alla fine del XIII secolo, costringendo la città capoluogo impegnata nello sfibrante braccio di ferro con la vicina Cortona, a ricostruirne all’inizio del secolo successivo, le mura difensive, dotandole di merlature (il 31 dicembre 1310 il Consiglio del Comune di Perugia era stato costretto, infatti, a constatarlo vacuum et inhabitatum). Sorto in corrispondenza del preesistente castrum, il «nuovo» castello di San Savino seppe coniugare e sintetizzare elementi ed esigenze attinenti alla difesa del sito, alla colonizzazione dell’ambiente circostante, all’uso dell’importante direttrice stradale di cui era perno, alla prassi architettonica dell’insediamento murato due-trecentesco. La pianta urbana a fuso, con sviluppo lineare, che contraddistingue gli abitati rurali sorti in epoca altomedievale in corrispondenza di pievi o luoghi obbligati di transito, presenta una morfologia estremamente elementare, tutt’oggi chiaramente apprezzabile: impostata su una trama edilizia assai compatta ed omogenea, priva di elementi di differenziazione urbanistica, la cinta muraria si apre in un’unica porta ad arco ogivale, rivolta a ponente, che immette su una piazza quadrangolare occupata da un pozzo-cisterna e dominata dall’imponente profilo del mastio a pianta triangolare, sola emergenza architettonica tra le basse costruzioni disposte in serie parallele e allineate rispetto all’unica breve strada di penetrazione interna. La posizione elevata, dominante l’intero versante sud orientale del Trasimeno, rappresenta la testimonianza più immediata della funzione difensiva di importanza strategica per Perugia e il suo contado subito affidata al castello di San Savino, che insieme agli altri borghi fortificati della costa, costituiva un organico sistema di controllo per una zona economicamente importante e militarmente pericolosa, data la vicinanza al confine politico col libero feudo di Castiglione del Lago, per tutta l’età medievale e moderna nervo scoperto del contrabbando cerealicolo e ittico fra il comune di Perugia prima e lo Stato Pontificio poi, e il Granducato di Toscana. La cronica emigrazione che aveva colpito il borgo a causa delle guerre, riducendo la popolazione quasi esclusivamente ai monaci del convento, costrinse le autorità municipali perugine a emettere una serie di provvedimenti organici che garantivano il possesso di case e il godimento di particolari benefici agli abitanti delle vicine zone di Pian di Carpine e di Montecolognola che avessero voluto trasferirsi al castello di San Savino. Il risultato di questa operazione politica, dettata ancora una volta dalla necessità di mantenere il controllo della costa del lago, fu però piuttosto deludente: i magionesi non si mossero. Furono invece gli abitanti dell’Anguillara e delle vicine località lacustri a riedificare le case interne alle mura del Castello e a iniziare una prima espansione edilizia anche fuori dalle mura. Se del monastero da cui il paese ha preso il nome, oggi non resta nulla, anche le due chiese parrocchiali entrambe interne al castello, la Chiesa di Santa Maria Maddalena e della Madonna del Rosario, non esistono più, soppresse nel 1889 e sostituite dalla nuova chiesa fuori le mura, costruita a metà del XVIII secolo e consacrata al Santo eponimo dal vescovo Franco Riccardo Firmiani. E' possibile ammirare il castello attraverso immagini aeree grazie a questo video di Giacomo Chiodini Sindaco Magione: https://www.youtube.com/watch?v=Lq2ECFEOUw4

Fonti: https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-san-savino-magione/, https://www.ilturista.info/guide.php?cat1=4&cat2=8&cat3=8&cat4=50&lan=ita, https://it.wikipedia.org/wiki/San_Savino_(Magione), https://www.prolocosansavino.it/san-savino

Foto: entrambe prese da https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-san-savino-magione/

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