sabato 14 dicembre 2013

Il castello di domenica 15 dicembre






GRADISCA D’ISONZO (GO) – Fortezza veneziana-austriaca

Il toponimo deriva dallo sloveno gradišce che significa “luogo fortificato”. Viene nominato per la prima volta nel 1160, appunto come luogo fortificato della gastaldia di Farra. Però bisogna aspettare il sec. XV perché Gradisca acquisti importanza. Sino al 1473 infatti era formata da alcune capanne, abitate da contadini alle dipendenze del castello feudale di Farra d’Isonzo. Venezia decise di costruire nel luogo una fortezza, sia per contrastare le invasioni turche sia, soprattutto, per frenare l’espansione dei conti di Gorizia e quindi le mire dell’Austria. Nonostante le proteste del conte Leonardo, la fortezza fu costruita nel territorio della contea goriziana. La cinta muraria con sette torri fu compiuta nel 1496-98 ed obbligò i Turchi nel 1499 a deviare il loro itinerario verso il Friuli. Nel 1500 fu consultato anche Leonardo da Vinci per le opere di rafforzamento. Nel 1509, , in seguito alla guerra della Lega di Cambrai, Massimiliano d’Asburgo sconfisse Venezia ed entrò in possesso di Gradisca che sarebbe rimasta austriaca, divenendo contea sovrana sotto il dominio dei principi Eggemberg sino alla prima guerra mondiale, nonostante i tentativi di Venezia di riprenderla durante la”Guerra di Gradisca”(1615-17), risoltasi per vie diplomatiche. Il 25 febbraio 1647 l’imperatore Ferdinando III la vendette, assieme a 43 comuni, e con il titolo di contea principesca, a Gianantonio Eggemberg, con il patto che, quando questo casato si fosse estinto, la contea sarebbe ritornata alla Casa d’Austria. Ebbe propri ordinamenti, propria moneta ed un’amministrazione esercitata dagli Stati Gradiscani (piccolo parlamento locale). I principi di Eggemberg non furono mai qui ad abitare. Il loro casato si estinse nel 1717 e la contea ritornò nel 1754 sotto il dominio imperiale, mantenendo però intatti i suoi privilegi. Alcuni dei suoi Capitani si resero benemeriti: come Nicolò II della Torre che completò le fortificazioni esistenti; Giacomo Attems, che non solo costruì gran parte della cinta del castello ma dotò la fortezza di nuovi ordinamenti giuridici con i quali Gradisca si resse anche quando entrò a far parte della contea di Gorizia; Francesco Ulderico della Torre, certamente il più famoso ed intraprendente dei capitani, fece costruire fra l’altro la Loggia dei Mercanti, il grande Palazzo Torriani, e il Monte di Pietà. La città fu anche coinvolta nelle guerre napoleoniche e nel 1797 fu conquistata da Napoleone. Da Gradisca nel 1813 Eugenio Beauharnais lanciò un famoso proclama. Nel 1818 il castello che da tempo era stato convertito in caserma, fu adibito ad ergastolo di detenuti condannati al lavoro. Così nel periodo del Risorgimento vi languirono molti patrioti italiani, tra cui ricordiamo Federico Confalonieri. Gradisca, nella Prima Guerra mondiale, fu testimone dei maggiori avvenimenti che si svolsero sulle alture carsiche, tra Castelnuovo, Sagrado e il Monte San Michele. Gradisca seguì poi le vicissitudini degli altri comuni del Friuli. Nella Seconda Guerra mondiale subì i bombardamenti anglo-americani e l’occupazione tedesca. La fortezza, così concepita dai Veneziani su progetto di tre architetti, Giovanni Contrin, Giacomo di Francia e Giovanni Borella, aveva una forma pentagonale irregolare con torri circolari agli angoli, due porte e circondata da un largo e profondo fossato. Le prime costruzioni realizzate all’interno della fortezza furono il Palazzo del Capitano, in origine a due soli piani, e l’Antico Arsenale Veneto. Una volta passata agli Austriaci, questi pensarono ad un potenziamento delle difese e, più tardi, alla costruzione del "castello" all'interno della fortezza. Tra il 1521 ed il 1572 vennero realizzate le mura di cinta della fortezza, con l'unica porta d'accesso preceduta da ponte levatoio sul fossato scavato attorno al colle. Nel 1784 il castello venne adibito a caserma. Furono per l'occasione costruiti nuovi edifici - una caserma sul lato nord del complesso ed una alla sinistra dell'ingresso denominata La Longa, il Palazzo del Capitano fu innalzato di altri due piani ed esisteva pure il nucleo originario della Chiesetta intitolata a S. Giuseppe. Durante l’utilizzo della struttura a carcere, al Palazzo del Capitano venne addossato prima un corpo di fabbrica per ottenere delle camere di lavoro per i detenuti e quindi, nel 1835, un ulteriore volume, confrontabile in dimensioni con quello già esistente. Nel 1846 i documenti in possesso dimostrano la realizzazione dell'ingrandimento della Cappella dell'Ergastolo di Gradisca e di altri piccoli volumi. Successivamente, in data imprecisata, furono realizzati gli altri due edifici alla destra dell'ingresso. Nel 1924 si smobilitò il carcere ed iniziarono i lavori di adattamento del complesso a caserma, che rimase operativa fino alla fine della seconda guerra mondiale, dopodiché il castello fu in gran parte abitato dalle famiglie di ufficiali e sottufficiali dell'Esercito. Attualmente il complesso è di proprietà del Demanio ma abbandonato a se stesso dal 1984.
Foto: da http://quentinsplayground.blogspot.it e da www.dulcisterrae.com

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