sabato 21 dicembre 2013

Il castello di domenica 22 dicembre






PELAGO (FI) – Castello in frazione Altomena

Ad Altomena si arriva percorrendo da Pontassieve la statale per Arezzo fino alla frazione di Carbonile; da qui si imbocca la strada per Paterno, da cui poco dopo si stacca sulla sinistra il viale di accesso alla villa. Il castello è posto su uno sperone delle alture che degradano verso l’Arno, tra il fosso di Vitorchioni ed il torrente Vicano, a poco più di 300 m. di altitudine. Il complesso ha assunto nel corso dell’età moderna i caratteri di una grande villa-fattoria, con l’assorbimento delle preesistenze medievali (oggi solo in parte leggibili) del cassero (corrispondente alla torre centrale) e del cortile del palagio trecentesco. Vi è anche inglobata la chiesa di San Niccolò che dava il nome ad un popolo della lega di Diacceto e che conserva in parte le originarie strutture romaniche. E’ molto probabile che essa sia stata in origine un oratorio "privato" al servizio del castello e che solo in un secondo tempo (sicuramente dal 1332) abbia assunto la dignità di "popolo" autonomo. Il toponimo Altomena è attestato per la prima volta in un atto di vendita di beni fra privati risalente al 1080 (Archivio di Stato di Firenze, Abbazia di Vallombrosa). I rapporti dei monaci con questa località sono confermati da altri documenti successivi (1102, 1123, 1171). L’appartenenza dell’antico castello per tutto il XII secolo ai Conti Guidi è confermata da alcuni diplomi imperiali tra cui un privilegio di Arrigo VI del 25 maggio 1191. Allorché però Firenze cominciò ad estendere la propria influenza lungo il corso dell'Arno (con la conquista dei vicini castelli di Quona nel 1140, e di Monte di Croce nel 1153) i Guidi furono costretti a ritirarsi verso il Casentino, pur rimanendo formalmente titolari del potere feudale fino al secondo decennio del '200. Fu soltanto allora che il distretto castrense di Altomena passò sotto la piena giurisdizione del Monastero di Vallombrosa, confermata dalla nomina da parte dell’abate Benigno (1226) di Ruggeri d’Alberto da Quona a visconte e vicario per i castelli di Magnale, Ristonchi e Altomena e da un contratto di vendita del 1229 di beni posti in castello et curte de Altomena. Il Repetti ci informa che anche Altomena fu interessata dalle scorrerie compiute in tutto il contado dai Ghibellini dopo la battaglia di Montaperti (1260), che in questa località comportarono probabilmente la distruzione del castello. Altomena rimase sotto il diretto controllo vallombrosano fintanto che un ricco ed intraprendente borghese fiorentino, deciso ad investire i guadagni di un'avviata bottega d'oreficeria, non ne rilevò la proprietà: del 12 maggio 1377 è infatti l'acquisto da parte di Zanobi di ser Zello di Goso di due poderi con case, più 10 pezzi di terra e una torre colombaia, il tutto situato nel popolo di S. Niccolò ad Altomena in luogo detto alle Pendesi nei pressi del Castello di Altomena. E' ipotizzabile che tale atto di acquisto seguisse un altro (di cui non abbiamo notizia) relativo al castello, e compiuto dal padre-fondatore della famiglia dei "Serzelli"- forse qualche anno prima. Comunque sia, circa 50 anni dopo (1427), il figlio di Zanobi, Bernardo denunciò la proprietà del complesso di Altomena, composto da un "palagio", una casa con corte (posta però parzialmente fuori dal circuito murario del castello), una torre, e due case di cui una con una piccola porta da cui si accedeva al castello. Oltre a ciò Bernardo Serzelli risultava proprietario dei poderi e delle rispettive case da lavoratore di Seranza, Meleto, Valle Relle, Torre, a Colla, al Colle, Casa Bruno, Rigorsa, il Formicaio, Piano di Selvoli, alla Selva, tutti nel popolo di Altomena. I Serzelli mantennero e coltivarono le terre del luogo per diversi secoli, fino all’estinzione avvenuta nel 1803. Nello stesso anno, un ramo cadetto della famiglia dei Conti Bardi di Firenze subentrò ai Serzelli e ne assunse il cognome, divenendo Bardi Serzelli. I Conti Bardi Serzelli abitarono Altomena sino alla metà del XX sec. e furono loro a dare alla complessa e articolata pianta della villa l’assetto che tuttora la caratterizza. Il complesso di Altomena – oggi residenza di campagna, circondata dai poderi che ad essa facevano capo - si presenta oggi come una struttura articolata in tre corpi principali: la villa, sviluppata attorno alla torre (unica testimonianza dell’esistenza dell’antico castrum), la chiesa di San Niccolò e la fattoria, sorta sulle vestigia del palagio trecentesco. Vi è un sito ad esso dedicato: www.altomena.it

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