mercoledì 18 dicembre 2013

Il castello di mercoledì 18 dicembre






MONZAMBANO (MN) – Castello

E' un'antica roccaforte risalente all'XI secolo situata tra le colline Moreniche del basso Garda e affacciato sulla valle del Mincio, su un'altura sovrastante il paese, che conserva inalterato l'originario impianto urbanistico, oltre ad alcuni edifici medievali e le opere difensive, tra cui le torri e le mura perimetrali di difesa a merlatura guelfa. All'interno delle mura, assieme a molti appezzamenti, coltivati a orto e vigneto, sorgono alcune abitazioni private e il piccolo oratorio di San Biagio. Edificato probabilmente per difendere la popolazione dalle invasioni barbariche nell'XI secolo per volere di Matilde di Canossa, agli inizi del XIII secolo passò in proprietà agli Scaligeri che sconfissero i mantovani a Ponte Molino. In età scaligera rientrò nell'ampia area difensiva del basso Garda, costituita da un complesso sistema di castelli posti sulle sponde del Mincio. Si ritiene che il castello di Monzambano costituisse un importante baluardo contro i mantovani quando nel 1341 si arrivò alla guerra fra i Gonzaga e Mastino II della Scala che nel 1345, a tutela della linea di confine fra Mantovano e Veronese, intraprese la costruzione del Serraglio veronese, muraglia lunga 16 km che da Borghetto giungeva a Villafranca proseguendo fino a Nogarole Rocca. Con la conquista viscontea il castello passò di mano ai milanesi; nel 1391 fu acquistato dai Gonzaga e nel nel 1495 la Repubblica di Venezia vi si insediò in Monzambano e lo mantenne nei propri domini sino alla fine del XVIII secolo. Il XVI secolo, a causa del mutare delle tecniche di guerra e della necessità di difendere il territorio con piazzeforti ben più guarnite e resistenti alle offensive, segnò l'avvio della decadenza del fortilizio. Il castello non mancò, però, di essere nei secoli protagonista di scontri e vicende belliche. Nell'ottobre del 1512, durante la guerra delle leghe di Cambrai, il castello fu preso dal condottiero padovano Achille Borromeo, aiutato dalle truppe tedesche alloggiate nel Bresciano. Due mesi più tardi vi alloggiarono truppe spagnole, mentre nel 1528 fu saccheggiato da parte delle genti del duca Arrigo di Brunswich, dirette a Brescia. Nel 1701, durante la guerra per la successione di Spagna, il principe Eugenio di Savoia, generale degli imperiali, sconfisse e catturò i soldati franco-spagnoli che, in fase di ritirata oltre il Mincio dopo la sconfitta subita dal maresciallo francese Catinat a Villabartolomea si erano rifugiati all'interno del castello e che il maggior generale Vauborne aveva occupato tornando dall'inseguimento. Nel 1797 il comandante serenissimo Antonio Maffei, per contrastare l'avanzata napoleonica che già aveva espugnato Peschiera, pensò di potenziare il sistema difensivo di Monzambano, Castelnuovo e Valeggio. Il castello di Monzambano, caposaldo dominante le strade di Mantova, Brescia e Peschiera, fu quindi rinforzato con lavori di terra. Caduta la Repubblica di Venezia, con il trattato di Campoformio il castello entrò a far parte dei territori asburgici e ritornò a essere amministrato dai veronesi fino al 1805 quando Monzambano passò alla provincia mantovana. L'intero territorio ebbe rilievo storico e politico anche durante le vicende risorgimentali. Il castello di Monzambano costituisce oggi uno degli esempi più intatti e completi di architettura castellana del Mantovano. Appartiene a quella tipologia di fortificazioni non destinate a dimore dei signori del luogo, ma che quasi sicuramente servivano come alloggiamento alle guarnigioni di vigilanza, come luogo di rifugio d'emergenza per la gente del borgo che lì si barricava portando con sé anche il bestiame e le scorte. Oltre alla chiesa c'era il pozzo che assicurava il rifornimento idrico. La pianta, a forma poligonale irregolare, segue l'andamento del poggio e presenta quattro torri e due masti, l'uno a sud e l'altro a est, mentre la cortina è interrotta nella strozzatura rivolta al borgo dall'ingresso, costituito dalla porta carraia e da una pusterla con bolzoni per sollevare il ponte levatoio ora scomparso. Alla fine del 1300 risalgono il ponte e la passerella levatoia con chiusura ad antoni e saracinesca. La costruzione ricorda uno scudo con la facciata rivolta verso il paese. Si impone la torre civica con l'orologio a nord-est e una torre di guardia a sud. L'insieme ricorda un' autentica fortezza. Attorno alle mura poderose correva il camminamento su delle lastre di pietra, usate poi per rivestire il basamento della facciata del S.Michele; sotto la merlatura sono rimasti i buchi dove erano infisse le mensole che sostenevano i camminamenti di ronda. La muratura presenta ciottoli di pietra misti a rottami, ogni tanto intercalati da mattoni. I merli che hanno subito le ingiurie del tempo sono guelfi e portano alternate le feritoie. All'interno del castello, cui si accede attraversando un portone di legno, recentemente sono stati trovati resti di una necropoli, con alcune tombe e una fossa comune, probabilmente del IX-X secolo. Per approfondire: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MN360-01361/
Sul web, inoltre, c'è questo interessante video: http://www.youtube.com/watch?v=Dv1cTxuzxxo

Foto: una cartolina della mia collezione e dal sito www.corteonida.it

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