sabato 8 febbraio 2014

Il castello di sabato 8 febbraio






ALVIANO (TR) – Castello Doria Pamphili

Elegante e imponente, sovrasta tutta la valle del Tevere. Sorge sulle fondamenta di un primitivo nucleo fortificato, la cui costruzione si fa risalire ad Offredo di Monaldo III, conte di Nocera, amico dell'imperatore Ottone III (980-1002), che ne fece il primo feudatario e il capostipite di questa famiglia. Con il succedersi delle generazioni, gli Alviano s'imparentarono con le più importanti famiglie della zona: i Baschi-Carnano, gli Offreduzzi di Guardea, i Montemarte di Lugnano. Nel 1208 gli Alviano mediarono la pace tra Todi e Amelia. Ricostruito nel 1495 per volere di Bartolomeo d'Alviano – che lo sottrasse alle pretese delle vicine città di Todi e di Orvieto - il castello è a pianta trapezoidale, circondato dal nucleo abitativo. Per la sua ristrutturazione ci si ispirò al castello di Bracciano. Alla morte di Livio, figlio di Bartolomeo, avvenuta nel 1537, la dinastia degli Alviano si estinse per mancanza di eredi, e Papa Paolo III Farnese obbligò la moglie del condottiero, Pantasilea Baglioni, e le figlie a cedere le loro proprietà alla camera apostolica: iniziò così la perdita d'importanza militare della fortezza, che nei secoli successivi venne acquistata da numerose famiglie nobili. Ricordiamo in particolare nel 1654 l’acquisto della rocca per 265.000 scudi da parte di Donna Olimpia Maidalchini-Pamphili, patrizia romana di grande potere e pessima fama: grazie a lei, si dice, il cognato riuscì a varcare il Soglio Pontificio col nome di Innocenzo X Pamphili, ed Olimpia accompagnò poi tutta la sua carriera, tanto che l'enorme ed indiscussa influenza che essa aveva alla corte papale le valsero il soprannome di Papessa. Tante sono le leggende intorno a questa donna, descritta dalla storia come scaltra e avida, chiamata dispregiativamente Pimpaccia: pare che ad Alviano Olimpia avesse l'abitudine di attrarre giovani ragazzi nel castello, facendosi riportare il fazzoletto che le era subdolamente caduto dalla finestra e, dopo aver offerto loro vino e cibo, ed aver soddisfatto i propri piaceri carnali, li gettava nei sotterranei del castello e di loro nessuno sapeva più niente. La possente rocca fu realizzata tenendo conto sia della primordiale struttura, della quale furono utilizzate le fondamenta e alcune torri, sia dell'asperità del terreno. È costituita da quattro torri angolari circolari bastionate, da un nucleo residenziale a tre piani, più attico coperto a falde lignee con manto di coppi, da una porta d'ingresso ornata da un leone e da una testa di medusa. All'interno un bel cortile rinascimentale con doppio loggiato, perimetrato da archetti (che in estate ospita rappresentazioni teatrali) su cui affacciano numerosi ambienti di pregio. Tra questi la cappella gentilizia che contiene una serie di affreschi del '600, di buona fattura, che possono essere considerati come una sorta di memoria visiva della storia di Alviano. Nella cappella è raffigurato infatti il miracolo di San Francesco e le rondini, avvenuto nel 1212 proprio ad Alviano - " ... si puose a predicare comandando prima alle rondini che cantavano che tenessero silenzio... " (Fioretti) - ma è presente anche il volto di Donna Olimpia, la committente di quegli affreschi. È opera contemporanea invece il volto di Bartolomeo raffigurato nella sala consiliare; le fattezze sono quelle reali, tratte da una moneta del Cinquecento coniata dalla Repubblica di Venezia. Ancora oggi il castello, sapientemente restaurato, è il fulcro della vita cittadina: il piano nobile ospita il Municipio; al piano terra si trova il Centro di documentazione audiovisiva sull'Oasi di Alviano gestita dal WWF, oltre a un centro convegni moderno e attrezzato; nei sotterranei vi sono mostre permanenti di arte moderna e il Museo della Civiltà Contadina, che conta oltre mille oggetti. Dal 1° luglio del 2000, proprio in onore del suo antico padrone, il castello è diventato sede del Centro studi sui capitani di ventura. Le sue sale diedero infatti ospitalità a nobili e a condottieri militari e di questi il più rappresentativo è stato senza dubbio Bartolomeo d’Alviano, che la storia descrive come uno dei Capitani di Ventura più coraggiosi dell'epoca. Il Museo a lui dedicato è multimediale, dotato di sofisticate attrezzature tecnologiche che permettono all'utente di mettersi in contatto con archivi storici, ricercare immagini, visionare filmati che vanno a integrare la documentazione cartacea di grande pregio esposta all'interno delle teche. Il castello di Alviano ha un suo sito ufficiale, http://www.castellodialviano.it/, di cui consiglio la visita. Vi segnalo inoltre questo video sul web: http://www.youtube.com/watch?v=45ttYbU3QKo

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