venerdì 21 giugno 2013

Il castello di sabato 22 giugno






MIGLIONICO (MT) – Castello Pirro del Balzo e Torre di Fino

(fonte: sito http://www.miglionicoweb.it/torchia.htm) 

Nei pressi di "F'ntanedd" vi è un vecchio portale appartenente, nel passato, alla famiglia Grande e poi a quella degli Onorati. Un componente di questi ultimi divenne vescovo e fece apporre su di esso il suo stemma, un tempo ben conservato oggi asportato da mani ignote. Avendo alle spalle il vecchio portale, salendo, a destra, c’è un arco facente parte di un altro castello di Miglionico, abitato da Pirro del Balzo, il traditore della Congiura dei Baroni (1485), signore di Altamura, originario di Andria e promotore del tradimento. Sotto l’arco vi sono le stalle e i locali dove venivano sistemate le carrozze; si notano ancora le camere abitate dal vescovo Onorati, distinte dalle altre per la presenza di un archetto. Proseguendo verso il Torchiano, si notano le pareti esterne delle case con la base più larga del tetto, costruite in questo modo per renderle più stabili e antisismiche. Questo sistema di costruzione normanno è detto a "mucchio di fieno". Percorrendo la stradina che passa nei pressi della casa dei Petito, prima di giungere in Largo Torchiano, sulla sinistra, vi è la Strada dei traditori. Quando un signore aveva combinato qualcosa di grave contro gli abitanti, il popolo lo aspettava lì e lo aggrediva. Attraverso questa strada potevano passare, per la Porta del Signore (nei presi della vecchia casa del comune del 1796), solo i signori a cavallo per andare, seguendo la valle del Bradano, a Matera o in Puglia. Giunti nella piazzetta del Torchiano, si nota la diroccata chiesa della Materdomini. I Turchi arrivavano in paese attraverso una galleria sotterranea, provenienti dal Bradano; giungevano finanche in chiesa, depredando, razziando tutto ciò che trovavano nel paese, portandosi via anche le ragazze del luogo. Continuando il cammino per andare al castello, attraverso stradine medioevali, si arriva nei pressi dei bagni pubblici, dove ci sono i resti delle mura del paese. La prima che si vede era una torre melaniana, la seconda, in mezzo, in parte caduta, una romana e, dietro, una medioevale, visibile nella nostra foto, sulla destra.

Torre di Fino è chiamata così, perché qui aveva termine il paese. Era una torre di guardia dalla quale si vedevano le torri del castello medioevale e quelle del castello di Santa Sofia. Nello spazio adiacente la torre, dopo la seconda guerra mondiale, furono abbattute  le vecchie mura di cinta per far posto ad un prefabbricato adibito a scuola elementare. L’alluvione del 19 settembre 1976 provocò una frana che interessò l’area della torre e svelò l’esistenza di una necropoli con arredi vascolari, oggetti di bronzo, ornamenti militari, muliebri e infantili del VI secolo a.C. che si trovano, attualmente, nel Museo "Ridola" di Matera.

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