mercoledì 27 novembre 2013

Il castello di giovedì 28 novembre






PULSANO (TA) - Castello De Falconibus (di Mimmo Ciurlia)

Fonti documentate risalenti al 1838 sostengono che il Casale di Pulsano, feudo di Falco de Falconibus, era in origine aperto e senza Castello, ma con una sola torre detta Torre Massima. Il suo successore, Marino de Falconibus Segretario del Principe di Taranto Giovanni Antonio Del Balzo-Orsini, fece edificare il Castello e la muraglia nel 1430, come attesterebbe una iscrizione, ora scomparsa ma riportata in una requisitoria pubblicata nel 1838 e risalente al 1550. Situato al centro ideale del paese, il castello si trova nell'angolo nord-est delle mura pulsanesi con l'entrata rivolta ad ovest, sulla piazza. La proprietà del castello passò, nel corso dei secoli, alle famiglie Personè (1588), De Raho, Sergio e infine, nel 1617, ai Muscettola. Costruito quasi del tutto in carparo locale con pianta quadrangolare, originariamente era circondato da un ampio fossato. Si sviluppa su 3 piani e 5 torri: tre di esse quadrate e due rotonde, di forma, altezza e grandezza diseguali,unite tra loro da imponenti corpi di fabbrica che formano un piccolo cortile. Le torri di sud sono raggiungibili tramite le cortine di servizio, le altre dalle terrazze solari. La forte sporgenza delle torri rispetto al profilo dei muri perimetrali, come anche la loro forma cilindrica e cimatura, servivano a proteggere il maniero dal tiro radente di artiglieria, rappresentando un deterrente per il nemico. Nel vano scala principale, in alto, esiste tuttora un piccolo vano sospeso in aria che guarda nell'atrio interno, che è raggiungibile attraverso una scala a rampa unica che parte dal pianerottolo di arrivo del primo piano. L'imponente complesso fortilizio, conta  sei ambienti di varia dimensione al piano terra che corrono intorno ad un cortile interno a cielo aperto, da cui si passa al primo piano con un'ampia ed agile scalinata. Al primo piano si contano otto stanze corredate da un atrio, corridoi e ripostigli ed un loggiato d'onore che affaccia nel cortile medesimo, sul quale è riprodotto in bassorilievo lo stemma dei Muscettola. Al secondo piano si trovano le casematte ottenute in terrapieno sopra le torri, sulle quali venivano piazzati gli smerigli, o cannoni. Per accedere alle terrazze si sale da una rampa a gradini molto ripida e stretta, oggi interrotta, che in origine partiva dal piano campagna. Non vi sono balconi ma finestre piccole, a strombatura fortemente accentuata, su tutte le facciate. L'architettura di base è quella rinascimentale, evidenziata particolarmente dalla merlatura delle torri e dalla forma circolare di alcune di esse. Le volte dei saloni rettangolari sono a botte, quella della sala quadrata è a crociera, con spigoli e lunette. Nella sala quadrata della torre alta si conserva un bassorilievo che riproduce lo stemma della famiglia De Falconibus. Tutte le suppellettili, i camini e le cornici sono stati asportati, permangono tracce di affreschi ormai indecifrabili. Nel XVI secolo, con il rafforzarsi della monarchia e col riordinamento della legislazione feudale, le guerre tra feudatari si ridussero e, nel tempo, cessarono del tutto. Nel contempo, per scoraggiare le facili scorrerie e le invasioni, cui era frequentemente soggetta la popolazione che abitava lungo la fascia costiera, furono riorganizzate anche le difese. Da allora il castello divenne solo dimora dei padroni, e quindi, più piccolo e meno possente. Il prospetto più bello della residenza gentilizia è quello che guarda ad occidente, dove è visibile il Mastio che domina la piazza sottostante del paese. Il castello era corredato da tre cannoni, che furono trasportati a Taranto, in età Napoleonica, per ordine di Gioacchino Murat. Secondo una leggenda locale, nell’atrio si nasconde un grosso pozzo, che collegherebbe il Castello di Pulsano con il Palazzo di Leporano e da qui una strada sotterranea porterebbe direttamente al mare. Un’altra leggenda vuole che nei giorni di luna piena, a mezzanotte, si aggiri sugli spalti della torre rotonda una donna a mezzobusto, vestita di bianco e con i capelli biondi al vento. Si narra che nel 1326 Renzo De Falconibus morì per difendere Pulsano da un assalto di orde pagane in quel tratto di costa che ancora oggi si chiama Terra Rossa (in ricordo del sanguinoso evento). La sua unica figlia diciottenne, Caterina, venne venduta dal marito agli zii che ne usurparono il feudo, imprigionando la giovane nella torre rotonda e poi la decapitarono. Col passare del tempo il maniero ha perso di importanza ed è stato utilizzato come deposito di frumento, ripostiglio di botti e stalla, fino al 1912, quando appunto fu acquistato dal Comune di Pulsano, che lo ha a lungo usato come Municipio. Successivamente al 1993 l’antico edificio è stato adibito ad ospitare avvenimenti culturali ed artistici, mostre fotografiche ed esposizioni.



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