venerdì 15 novembre 2013

Il castello di venerdì 15 novembre






POZZALLO (RG) – Torre Cabrera

E’ una torre di difesa costiera che si erge, imponente e maestosa, sulla scogliera del litorale di Pozzallo. Nel XV secolo il sito dell'attuale Pozzallo era conosciuto dai naviganti per le sorgenti di acqua chiamate di "Pozzofeto" e della "Senia", in quei tempi tanto famose da essere segnalate sui portolani e sulle carte nautiche per il rifornimento delle scorte d'acqua dei navigli. Quando i Chiaramonte, Conti di Modica, vi costruirono un Caricatore, cioè un complesso di magazzini sulla costa completo di pontili e scivoli per l' imbarco di merce sui velieri, considerato il secondo per importanza della Sicilia dell'epoca, si rese necessaria anche la costruzione di strutture per la sua difesa dagli attacchi dei pirati. Con l'investitura della Contea di Modica al nobile spagnolo Bernardo Cabrera, che aveva aiutato gli Aragonesi nella spedizione contro il ribelle Andrea Chiaramonte, giustiziato nel 1392 a Palermo, il Caricatore di Pozzallo venne ulteriormente ampliato. Tra i poteri eccezionali concessi al Conte di Modica, all'atto della investitura, è da annoverare il privilegio di "esportare in franchigia 12.000 salme di frumento, orzo ed altre vettovaglie dal caricatore annesso al porto di Pozzallo". Questa concessione, concretamente, sanciva la rilevanza economica del fiorente caricatore, dove confluiva il grano prodotto nel territorio della Contea e destinato alla esportazione lungo le rotte mercantili del Mediterraneo. Per l'entità degli interessi commerciali il complesso portuale fu dotato di una torre difensiva, fatta costruire - su autorizzazione del re Alfonso V d’Aragona - nel 1429 da Giovan Bernardo Cabrera, erede del potente e leggendario Bernardo, morto a Catania nel 1423. La Torre, che, appunto dai Conti Cabrera (una capra è nel loro stemma) prende il nome, è affacciata sul mare e "tanto vicino al lido che le onde talvolta le bagnano i fondamenti" come rilevava nel XVI secolo il Camilliani, l'architetto fiorentino che, per incarico della deputazione del Regno di Sicilia, percorse ed esplorò le coste isolane, minacciate dai corsari e dall'aggressività dei Turchi. Lo stesso Camilliani ne evidenziò la funzione: "Questa serve per securtà del grano che quivi si conduce, che serve la maggior parte per l'isola di Malta, per essere il più vicino luogo di tutta l'isola di Sicilia per distanza di sessanta miglia". Ancora oggi l'imponente e compatta costruzione, definita dal Fazello "ingens et magnifica" rivela la funzione di Torre-fortezza, avamposto difensivo, punto di sorveglianza di una vasta zona costiera e di avvistamento preventivo dei velieri pirata; entro le sue poderose mura, pur corrose dal tempo, dove sono visibili feritoie ed aperture, era insediato, agli ordini di un Castellano, un presidio militare. Così annota il Grana Scolari: "La Torre serviva d'ufficio al Maestro Portolano che ne era il governatore, assistito da sei soldati, dalla artiglieria, oltre gli impiegati che formavano una piccola corte". Il servizio di vigilanza costiera era completato da guardie itineranti che a piedi (pedoni) o a cavallo (cavallari) sorvegliavano e perlustravano la costa ed il mare. Nel territorio interno della Contea il servizio di guardia si svolgeva nei "posti di fano" collegati con precisi sistemi di comunicazione in caso di allarme e di pericolo. Sulle sue terrazze vi erano piazzati cannoni di diverso calibro mentre dei cavalieri sorvegliavano la costa. Venivano anche catturati e puniti i criminali o i prigionieri saraceni catturati e giustiziati in una camera particolare, ancor oggi visibile, situata proprio sugli scogli, dove i detenuti venivano incatenati e poi uccisi per annegamento dalle acque innalzatisi con l'alta marea. Alla fine del '500, al palacium originario si aggiunse il poderoso bastione a mare; si tamponarono le grandi aperture a levante, a mezzogiorno e a ponente; si adattò l'articolazione degli spazi interni a favore di una sistemazione utilitaristica di carattere militare. Si costruirono i due grandi contrafforti sulla facciata sud e si modificò il sistema d'accesso, interrando nella cieca base bastionata l'originaria scala di accesso, come ha documentato l'ultimo restauro effettuato. L'impianto planimetrico interno, con i magazzini e le cisterne nel piano terra e con i decorati e spaziosi saloni dei piani elevati, risponde sia alla funzione rappresentativa del palazzo-residenza, sia a quella commerciale legata alla fiorente attività del "Caricatore di Pozzallo. Al piano terra possono essere visitati i due vasti magazzini, paralleli alla linea di costa, coperti con volte a botte, in pietra e mattoni, ed illuminati da feritoie utilizzate come caditoie per granaglie. Attraverso un'articolata scala ottocentesca, esterna all'edificio, si accede al primo piano, dove le pareti dell'ambiente verso il bastione a mare conservano le tracce delle tre crociere crollate per eventi sismici. Verso la città si apre ancora un salone, con altre crociere. Dal primo livello una scala, ricavata nello spessore del muro, conduce al secondo. Quì altri due ambienti, destinati probabilmente ad uso privato, sono coperti da altre tre crociere ed illuminati da due trifore trilobate aperte sul mare. Nelle volte a crociera di qualcuna delle sale, adibite a residenza del castellano, o del Conte stesso di passaggio, spiccano gli stemmi scolpiti raffiguranti il blasone della nobile famiglia catalana dei Cabrera. Una scaletta a chiocciola ricavata all'interno del muro nello spigolo sud ovest, conduce al terzo piano, occupato dal terrazzo da cui si gode una vista panoramica straordinaria. Continuando la visita nelle pareti delle trifore si possono notare graffiti molto interessanti. Uno scritto in gotico ed un disegno di un vascello marcatamente sulla pietra. Non si tratta di decorazioni, poichè non vengono notate facilmente nè tantomeno è opera di buontemponi, trovandosi in posizione assai elevata e in una zona isolata. Sembrano più dei 'marchi', lasciati dagli antichi costruttori o da chi voleva lasciare un segno della propria presenza. Attorno alla torre si sviluppò il primo agglomerato urbano di Pozzallo, costituito in un primo tempo da poche centinaia di persone fra soldati e pescatori. Nel 1693 la Torre crollò in seguito ad un terremoto. Fu ricostruita applicando alcune modifiche al progetto originale. Nel secolo successivo, altri eventi sismici sollecitarono interventi di riparazione e di consolidamento, necessari anche per arginare i contraccolpi delle artiglierie. La Torre "è riparata nel 1767 con aste di ferro" (Ruggiero Sigona). Ma nel breve volgere degli anni, l'importanza e la funzione della fortificazione si vanificarono poichè, in forza del Regio Decreto del 12 dicembre 1816, furono annullati le istituzioni e i privilegi della Contea, già nominalmente liquidata nel 1802 ed incamerata al fisco. Oggi, di proprietà del demanio regionale, la torre è Monumento Nazionale, ed è riportata sullo stemma della città di Pozzallo. Percepita come il simbolo della città, è attualmente museo di se stessa, visitabile gratuitamente. Per una questione estetica, alcune finestre originali sono state ricostruite totalmente attenendosi il più possibile alla forma originale. L'edificio, a pianta quadrata con lato di circa 20 m. di lato ed un'altezza di 28 m. dal piano stradale, consta di tre piani più la terrazza che attualmente manca delle merlature. Ulteriori notizie le potete trovare leggendo la scheda di Giuseppe Tropea su http://www.medioevosicilia.eu/markIII/torre-cabrera-di-pozzallo/ oppure la scheda dedicata su http://www.castelli-sicilia.com


Foto: di MAX1904 su http://rete.comuni-italiani.it e di Luigi Nifosì su http://www.fotografieitalia.it

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