mercoledì 10 aprile 2019

Il castello di mercoledì 10 aprile




CLES (TN) - Castel Cles

Sulla cima di un promontorio, nel centro geografico della Val di Non, si trova il castello dei Signori di Cles. Il maniero si rispecchia oggi nelle acque del lago di Santa Giustina e in passato era posto sulla collina per sorvegliare il ponte in legno che collegava la borgata di Cles all'Alta Anaunia (ora inghiottito dalle acque del lago). La fortezza, sviluppatasi forse attorno ai resti di una torre di vedetta romana, era inizialmente appartenuta ad una consorteria di tipo comunitario, come fa intuire la presenza di più torri. Da questa cerchia emerse attorno all'anno mille la famiglia dei Signori di Castel Cles, il cui capostipite è Vitale de Clesio (documento del 1114) e il cui più illustre personaggio fu Bernardo Clesio, Cardinale e Principe Vescovo di Trento, Cancelliere Supremo nonché presidente del Gran Consiglio segreto del re Ferdinando I. Grande umanista, esponente della cultura rinascimentale italiana, fu promotore di opere di costruzioni di diversi caselli, palazzi e chiese essendosi circondato di architetti e pittori fra i più importanti dell'epoca. All'inizio del Cinquecento e durante la Guerra Rustica del 1525 (un’insurrezione guidata dai contadini della valle esasperati dallo strapotere delle autorità locali), il castello subì gravi danni che portarono alla decisione di ristrutturare il maniero rendendolo consono, per volere dello stesso Bernardo Clesio, ai canoni rinascimentali. I lavori terminarono nel 1535, come ricorda la lapide presente sul muro di cinta del cortile. Altri lavori di rinnovamento vennero attuati nel 1597, diversi anni dopo la morte del Cardinale (1539), dal nobile Aliprando. Quest'ultimo è ricordato nelle cronache per essere stato arrestato per un mese nelle stesse carceri del suo castello su ordine del re asburgico per impedire che con le sue futili spese portasse alla rovina il casato. Il castello aveva a quell'epoca tre torri; l'ala Nord ed una torre sono scomparse in un incendio doloso nel 1825, che provocò anche la perdita di parte delle decorazioni del secondo piano. All'interno del palazzo baronale, vi sono diversi elementi particolarmente preziosi; le stanze sono decorate con affreschi cinquecenteschi rappresentanti motivi araldici e scene allegoriche attribuiti all’artista Marcello Fogolino; il salone centrale, la Sala delle Metamorfosi di Ovidio, è invece impreziosita da un elegante soffitto a cassettoni. Il nucleo originario era costituito dalla Torre antica: secondo il sistema tipico delle fortificazioni medioevali trentine, sulla corte interna si affacciavano gli edifici residenziali, contornati a loro volta da una seconda cinta muraria. Nell’insieme il complesso era racchiuso fra tre torri (oggi, come detto, ne rimangono solo due a delimitare la zona abitativa). Le fasce affrescate con scene allegoriche e motivi araldici sulla facciata sono scandite da archi, finestre architravate, feritoie archibugiere che hanno un effetto decorativo. La pianta dell’attuale complesso presenta un’impostazione triangolare con doppia cortina; il recinto esterno consiste in una cinta bastionata molto bassa, raddoppiata su due lati per ospitare e rendere più sicura la strada di accesso al castello. Gli apparati difensivi ancora apprezzabili, come in tutte le residenze trentine cinquecentesche, hanno perso qualsiasi significato militare assumendo un valore prettamente ornamentale e distintivo del rango dei proprietari. Proprietà privata dei Baroni di Cles, il castello rimane chiuso al pubblico ad eccezione di alcune serate culturali estive. Si diceva che ogni sabato a mezza notte in una stanza (camera delle streghe) si riunivano tutte le streghe della valle prima di andare sul monte Roen per compiere i loro malefici (si dice che anche in questo castello siano state decise varie condanne). Il Ponte della Mula, nei pressi, si chiama così perché un barone di castel Cles, dopo aver perso tutti i suoi soldati, scappò a cavallo di una mula, inseguito dai nemici. Però arrivato sul burrone del rio San Romedio pensò di morire quando la mula spiccò il volo. Il barone per ringraziarla gli fece fare gli ornamenti in oro e argento. In quel luogo fece erigere un ponte intitolato per gratitudine all'animale. Il ponte, comunque, fu molto comodo per i commerci e gli spostamenti delle genti. Un altro aneddoto riguarda Andreas Hofer, l'eroe della rivolta tirolese contro i Franco-Bavaresi, che si trovò a fuggire inseguito dai nemici. Giunse presso il castello e, stanco e affamato, si sedette su di un sasso, all'ombra d'un ciliegio, sulla strada del vecchio ponte sul Noce. Una castellana lo scorse, lo riconobbe e lo rifocillò. Dopo di che l'eroe poté riprendere il suo cammino e porsi in salvo. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=tnZtwLHlQWg (video con riprese aeree di Alex Deromedi), https://www.youtube.com/watch?v=WW6ElnGshck (video de "Il magico mondo di Himegami")

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castel_Cles, https://www.visitvaldinon.it/it/da-vedere/arte-e-cultura/castelli-e-palazzi/castel-cles/, https://www.visittrentino.info/it/guida/da-vedere/castelli/castel-cles_md_2452, http://www.castellideltrentino.it/Siti/Castel-Cles, https://www.cultura.trentino.it/Luoghi/Tutti-i-luoghi-della-cultura/Castelli/Castello-di-Cles

Foto: la prima è di Daniele Bolgia su http://www.danielebolgia.it/index.php/castelli/, la seconda è di renzo52 su http://rete.comuni-italiani.it/foto/contest/15165/view

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