martedì 18 giugno 2019

Il castello di lunedì 17 giugno




SPOLETO (PG) – Rocca in frazione Ancaiano

Il Comune di Spoleto fa parte della Valnerina e tre delle sue frazioni, Le Cese, Belvedere e Ancaiano, affacciano sulla splendida valle del Nera, in un contesto ambientale di incomparabile bellezza. Delle tre, ormai quasi spopolate, frazioni, la più ricca di storia è Ancaiano, castello avito della nobile famiglia degli Ancaiani, sorto a difesa del lato sud dell’antico ducato e dominato da un possente torrione dalla massiccia architettura, con una decorazione complessa con barbacani di pietra bianca. Sempre alla estremità, sul terrazzamento di vedetta, un piccolo vano caratterizza l’insieme della costruzione. Dalla torre le mura scendono fino all’abitato, caratterizzato dall’alto mastio quadrato, con la tipica struttura triangolare del castello di pendio. La fortezza fu eretta, probabilmente nell’XI secolo dai nobili Ancaiani, signori del castello e delle terre circostanti oltre che della vicina abbazia di San Pietro in valle della quale furono sempre abati Commendatari. Si erge, dominando la valle su un impervio sperone roccioso. Con il crescere della potenza del comune spoletino anche gli Ancaiani furono costretti ad inurbarsi ed acquisirono proprietà nell’odierna Piazza della Libertà, fino alla costruzione della traversa interna corte interna della famiglia circondata dagli edifici di loro proprietà, il palazzo di famiglia, dalla pesante e non armonica architettura, la prospicente dependance esemplata sul modello architettonico della fonte di piazza, le scuderie, di cui ora è rimasto solo il prospetto che affaccia sul riscoperto teatro romano e la cappella di San Benedetto, ricca di marmi e di tesori artistici demolita, appunto, in occasione della realizzazione della traversa interna. La prestigiosa famiglia Ancaiani feudataria del luogo e esponente di spicco della nobiltà spoletina diede un impulso notevole alla crescita socio culturale e politica del territorio. Iniziarono come ghibellini e poi furono Guelfi moderati. Tra i personaggi illustri si ricordano Filippo e Berardo Ancaiani, che 1190 firmarono la cessione dell’ abbazia di San Pietro in Valle e dei castelli circostanti alla città di Spoleto. Gli Ancaiani ghibellini furono: Vanni, Andrea, Tommaso e Ranallo che nel 1319 si impadronirono della città di Spoleto. Il più virtuoso fu Placido, capo dei Guelfi spoletini circa nel 1473, nominato padre della patria. Sull’architrave d’ingresso della rocca è posto lo stemma “leone rampante grifato” e il motto “Ortus cum Patria”. Dal 1478 – come afferma lo storico locale Carlo Favetti - gli Ancaiani tornano in possesso dell’abbazia di Ferentillo con la nomina di abati commendatari: Benedetto, Decio, Ludovico, Aloysio. La famiglia dal 1618 annovera anche una beata ossia Dorotea degli Ancaiani e Mario Ancaiani il primo Arcivescovo di Spoleto nel XIX secolo. La rocca è uno dei rari esempi di architettura militare a difesa del versante sud del territorio dell’antico ducato e della stessa Umbria. La costruzione, che da tantissimi anni versava nel più completo degrado e abbandono, da qualche tempo è ritornata a vivere grazie ad un accurato restauro, consolidamento e ristrutturazione senza precedenti, da parte dei proprietari, una facoltosa famiglia della Roma bene. Il progetto di recupero è stato redatto dall’architetto spoletino Sebastiano Amato. Gli interventi si sono resi possibili grazie anche alla realizzazione di una strada da sempre assente, la quale permette, inerpicandosi dentro una fitta boscaglia, di raggiungere il maniero fino alla porta principale. Quindi, sono stati sistemati i bastioni cilindrici, le mura che scendevano fino all’abitato, l’alto mastio quadrato. La particolarità della torre sta proprio nella massiccia architettura, con una decorazione complessa con barbacani di pietra bianca. Sempre alla estremità, sul terrazzamento di vedetta, un piccolo vano, il quale rende caratteristico tutto l’insieme della costruzione. “La rocca si fa risalire agli inizi del XI secolo – sempre secondo lo storico Favetti - fu edificata dai nobili Ancaiani, signori del castello e delle terre circostanti oltre che della vicina abbazia di San Pietro in valle della quale furono sempre abati Commendatari. Posta su uno sperone roccioso, imprendibile, domina la valle, il palazzotto padronale, la chiesa di San Martino. Molte delle abitazioni del paese sono state recuperate. Il recupero architettonico della rocca – continua - che di notte risplende per un intelligente impianto di illuminazione, permette quindi ai proprietari di poter trascorrere al suo interno interi periodi dell’anno, ridando vita e vigore a uno dei luoghi di grande importanza sulla storia spoletina. Altro link suggerito: https://www.umbrianproperty.com/properties-italy/luxury-rocca-ancaiano/ (in inglese).

Fonti: testo di Silvio Sorcini su https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-ancaiano-spoleto-pg/, testo di Alessandro Ciamarra su http://umbriaeventiartecultura.blogspot.com/2012/01/terminato-il-restauro-della-rocca-di.html

Foto: la prima è presa da http://www.luoghidelsilenzio.it/umbria/02_fortezze/01_valnerina/00035/index.htm, la seconda è di Silvio Sorcini su https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-ancaiano-spoleto-pg/

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