giovedì 3 febbraio 2022

Il castello di venerdì 4 febbraio



CASSOLNOVO (PV) - Castello di Villanova

Nel 1164 l'imperatore Federico I pose il nucleo abitato di Cassolo sotto la giurisdizione di Pavia. Nel 1360 circa, frattanto, era sorto il nuovo centro di Cassolo Nuovo, cosicché Cassolo cominciò a essere chiamato Cassolvecchio. Entrambi i centri fecero parte del Marchesato di Vigevano, assegnato a Gian Giacomo Trivulzio nel 1499, e passato nel 1515 al cardinale Matteo Schiner, i cui nipoti li vendettero ai Gadio da cui furono ceduti nel 1572 alla camera ducale. In tal modo i due centri, come Vigevano d'altra parte, non vennero più infeudati per lungo tempo. Nel 1522 il barone di Peschici si insediò presso il castello di Villanova e di li a poco nel 1532 riuscì a unificare il territorio di Cassolnovo, Cassolvecchio e Villanova, che nel frattempo era stato incluso nella provincia del Contado di Novara, entrò a far parte della nuova provincia del Contado di Vigevano, o Vigevanasco. Nel 1743 esso fu unito ai domini di Casa Savoia, cui già dal 1707 apparteneva la Lomellina. Poco prima della fine del feudalesimo Cassolnovo con Cassolvecchio e Villanova fu infeudato come Contea ai Gonzaga del ramo di Vescovato. Il castello di Villanova, al centro di un complesso rurale isolato nella campagna, risale al periodo visconteo-sforzesco. La struttura è a impianto quadrato con corte centrale, con quattro basse torri angolari e torre d'ingresso, o rivellino, con ponte levatoio al centro del fronte principale. Nel corso degli anni la corte di Villanova andò in decadenza fino a quando, Gian Galeazzo Maria Sforza e Lodovico il Moro (una tradizione orale riferisce che egli sia nato in questo edificio), tra il 1400 e il 1500, lo acquistarono e lo riadattarono a tenuta di caccia che fungeva anche da centro direzionale dell'agricoltura della zona. Nel 1470 Galeazzo, approfittando delle condizioni del terreno paludoso, tentò il primo esperimento della semina e della raccolta del riso. Successivamente, Ludovico si preoccupò di sistemare la rete di canali per l'irrigazione di tutto il territorio circostante. Dopo la fine del Ducato, Villanova mantenne la sua destinazione agricola e divenne proprietà, tra gli altri, dei Gonzaga, che risistemarono il castello e fecero ricostruire la chiesa aggiungendo una cappella dedicata a san Luigi Gonzaga (1667). Mentre le torri e i corpi di fabbricati sono privi di merli, forse asportati nella sistemazione attuata dai Gonzaga, la torre d'ingresso conserva ancora le merlature e tracce del ponte levatoio. Anche su una delle quattro torri angolari si conservano resti di ponticella levatoia. Le facciate dell’edificio presentano due ordini regolari di aperture ad arco ribassato, ma la caratteristica di maggior interesse del palazzo risiede nella decorazione a intonaco che riveste le pareti esterne: un motivo geometrico a losanghe verticali bianche e rosse (tipiche del periodo Visconteo-Sforzesco) interrotto solo da una sorta di nastro dipinto all’altezza del davanzale delle finestre del primo piano. Davanti all'ingresso sono collocati due grossi busti marmorei di epoca imperiale romana, rovinati dal tempo. È invece priva di elementi decorativi la corte interna, percorsa per tre lati da due ordini di ballatoi in legno, mentre il quarto, corrispondente alla controfacciata, presenta una balconata unica. Al centro del cortile è stata conservata la pompa con la quale si faceva arrivare l'acqua ai residenti e, a destra dell'ingresso, viene ancora indicata la stanza in cui più volte soggiornò san Luigi Gonzaga. La tranquilla vita rurale del borgo fu turbata, per qualche tempo, da fatti che, intorno agli anni Venti o Trenta del secolo scorso, accaddero nel castello "fatti strani". Durante la notte, un gruppo di mondine che abitava l'ultimo piano dell'edificio - da secoli adibito all'uso rurale - avvertì strani fruscii provenire dal sottotetto, ricavato quasi cinque secoli prima dalla copertura della merlatura con un tetto a capriate.
Tutti pensarono ai topi, che frequentavano numerosi l'antico maniero; benché i rumori si verificassero soltanto in piena notte e proseguissero per diverse ore, la convivenza sembrava sopportabile. Ai fruscii si aggiunsero però ben presto altri rumori: passi pesanti, gemiti, cigolii di catene, tintinnii metallici . L'ipotesi dei topi venne così accantonata, in favore della più verosimile presenza di spiriti inquieti, forse i fantasmi di antichi carcerieri e dei loro prigionieri, tornati a frequentare le mura che li avevano visti protagonisti didrammatiche vicende. Gli strani rumori si ripresentavano con cronometrica puntualità. Ogni sera, a mezzanotte, lo spettacolo era annunciato da fruscii e scalpiccii leggeri seguiti da passi pesanti e respiri affannosi. La paura ormai si era prepotentemente impadronita delle ospiti e degli altri inquilini del castello, ma i responsabili dell'azienda agricola ritennero opportuno, invece di indagare, fingere di ignorare tutta la storia e consigliare alle occasionali inquiline dell'ultimo piano di cercare di dormire e di non correre dietro a strane fantasie. Gli abitanti più vecchi del borgo, nel frattempo, avevano creduto di ricordare che simili "fatti strani" si erano più volte ripetuti, negli ultimi secoli. Sembrava dunque che i veri inquilini stabili del castello fossero gli spiriti, la cui presenza si manifestava con regolarità ciclica, forse ogni cento anni. La fine della stagione della monda, salutata da un violento temporale che infuriò per un paio di giorni e un paio di notti, fu accolta con sollievo da mondine e braccianti, che poterono lasciare il castello indisturbati, dimenticando spiriti e fantasmi che, dal canto loro, uscirono a loro volta di scena. Non risulta che, per il resto del secolo, se ne sia più avvertita la presenza. Non è improbabile che nei prossimi decenni, alla scadenza del centinaio di anni che sembrano essere il lasso di tempo scelto dagli esseri soprannaturali per le loro apparizioni, essi si ripresentino, puntuali, all'appuntamento nel castello di Villanova di Cassolnovo. Link suggerito: https://www.youtube.com/watch?v=MWWPunkWrOg (video di Leonardo Simone)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Cassolnovo, https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Villanova_(Cassolnovo), https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00139/, https://www.halleyweb.com/c018035/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/20023, https://fondoambiente.it/luoghi/castello-villanova?ldc, https://www.vigevano24.it/2018/10/19/leggi-notizia/argomenti/cronache-del-passato/articolo/villanova-di-cassolnovo-i-fantasmi.html

Foto: la prima è di Solaxart 2012 su https://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Cassolnovo-Villanova.htm, la seconda è presa da http://www.paviaedintorni.it/temi/arteearchitettura_file/ARTE%20E%20ARCHITETTURA_CASTELLI_LOMELLINA_file/LOMELLINA%20NORD_EST/CASTELLI%20LOMELLINA%20NE_VILLANOVA%20DI%20CASSOLNOVO.htm

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