ACIREALE (CT) - Garitta di Santa Tecla
Secondo alcuni (G.M. Calvaruso: "Santa Tecla", in rivista "Sicania", 1º luglio 1921 e 1º aprile 1922; Santi Correnti: "Acireale e le varie Aci, 1983) il nome del borgo deriva dalle parole arabe "Sciant Tagla", come riportate nel "Libro di Ruggero" del geografo arabo Al Idrisi (1154), che sarebbero traducibili in "luogo di approdo". Nel tempo e per assonanza la pronuncia sarebbe mutata in Santa Tecla, per cui vi fu costruita una chiesetta con tale nome. In merito, però, non esistono riferimenti storici certi. Le prime notizie storiche di Santa Tecla come borgo risalgono all'inizio del X secolo ed esattamente al 902, quando, secondo lo storico arabo Nwwayuri, vi sbarcarono gli Arabi provenienti da Taormina. Ciò dimostra che l'esistenza del borgo è anteriore a quella di Aquilia (l'attuale Acireale). datata approssimativamente nel XIV secolo. A causa delle scorrerie dei corsari turchi, che dal XVI secolo ivi "sogliono continoamente dare di terra et là rifrescarsi di tutte le vettovaglie" (Camillo Camilliani: "Descrizione delle torri marittime del Regno, 1584), il borgo venne dotato di una garitta di guardia, ancora esistente, costruita sulla punta dello scoglio dell'Apa. L'incursione più nota e meglio documentata (Vincenzo Raciti Romeo: "Aci nel secolo XVI, 1896) è quella del pirata Luccialì, che proprio lì sbarcò il 3 maggio 1582 al comando di sette galee e ben trecento pirati. La garitta di vedetta veniva costruita con lo scopo di proteggere una sentinella e consentirgli la difesa dell’area, oltre che offrirgli un’ampia visuale sull’orizzonte. In alcuni casi era dotata di feritoie che permettevano ad un balestriere di colpire il nemico, rimanendo al riparo. Durante il periodo della dominazione spagnola, soprattutto lungo le coste siciliane, vennero costruite garitte in abbondanza; ad oggi se ne contano oltre duecento. Quella di Santa Tecla è una delle tante torri costiere presenti in Sicilia, testimonianza di un funzionante sistema difensivo messo a punto fra 1500 e 1600 dai dominatori spagnoli, primo fra tutti, il vicerè di Carlo V, Ferdinando de Vega. Queste costruzioni sorgevano a poca distanza l’una dall’altra, ed erano perennemente in comunicazione fra di loro. La funzione principale di questa garitta era quella propria delle torri di avvistamento e di difesa costiera contro le scorribande dei saraceni. Venne costruita attorno al XVI secolo, su di uno scoglio presso lo Scalo Pennisi, conosciuto come scoglio dell’Apa, ricorrendo a pietrame lavico legato con malta e frammenti di tegole e cocci. Si tratta di una piccola torre a pianta quadrata di 3 metri per lato, alta 6 metri circa. La copertura è a piramide con volta a vela, sormontata da una sfera di basalto e decorata con quattro merli agli angoli. Si nota anche la presenza di intonaco rossastro sul tetto e di due piccole finestre (o feritoie) nella parte settentrionale. La porta d’accesso invece, è stata ricavata lungo la parete orientale. Il vano interno è spoglio. Oggi la costruzione è in ottimo stato.Altri link consigliati: https://www.youtube.com/watch?v=upFeeEzEZjY (video con drone di Giuseppe Gagliano), https://www.youtube.com/watch?v=JiyiNsW-0mA (video di Armando Carnazza), https://www.youtube.com/watch?v=ytgLmAm7EEY (video di Italy Drone Travel)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Santa_Tecla_%28Acireale%29, https://catania.italiani.it/la-storia-della-garitta-di-santa-tecla/, https://www.visititaly.it/info/952194-torre-santa-tecla-acireale.aspx
Foto: la prima è presa da https://www.etnanatura.it/paginasentiero.php?nome=Torre_del_Greco, la seconda è presa da http://www.acirealemare.com/fotografie.htm
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