BARBERINO TAVARNELLE (FI) - Castello di Linari in frazione Barberino Val d'Elsa
Linari, piccolo borgo medievale fortificato, sorge su una collina a 255 mt sul livello del mare in posizione dominante fra le colline della Valdelsa a 2 km dal fiume Elsa. Il nome Linari discende da "Linearis", toponimo di origine latina, il cui significato è limite, soglia, posto di confine, che ben rappresenta la sua posizione sul territorio perché collocata al confine fra il territorio fiorentino e quello senese. Una prima testimonianza scritta riguardante il castello di Linari è costituita dal contratto della non lontana Badia a Passignano risalente al 1072. Anticamente il castello di Linari era ubicato al margine fisico-politico e giurisdizionale del contado fiorentino, difeso naturalmente su tre lati da strapiombi, è nominato come una terra fortificata a controllo della strada per S.Gimignano e Colle Val d'Elsa, diverticolo della Via Francigena, motivo che rese Linari conteso fra le maggiori potenze feudali prima e comunali poi. Era un antico possedimento dei Cadolingi di Fucecchio e nel 1126 fu donato da Zabollina di Giovanni di Bottaccio, vedova di Ugo dei Cadolingi, al vescovo di Firenze Gottifredo degli Alberti, con la complicità di Matilde di Canossa. Alcune proprietà del borgo furono anche degli Alberti di Mangone e dei Gherardini. Nel 1260, durante la battaglia di Montaperti, il castello venne difeso da Rogiero di Orciolino con 25 uomini. Nel 1292 entrò a far parte della Lega Santa di San Donato in Poggio, traendone notevoli benefici. Il XIV secolo vide l'apice della sua prosperità. Risulta che il comune di Linari fosse dotato di circa 400 armati, numero considerevole all'epoca e segno di una notevole importanza. La Repubblica Fiorentina non mancò in seguito di assoggettare Linari al suo controllo e questo fu l'inizio del suo declino. Nel 1432 il castello fu assediato, espugnato e gravemente danneggiato dalle truppe senesi di Filippo Visconti che uccisero tutti i prigionieri e portarono nei bordelli di Siena le donne più belle. Niccolò da Tolentino lo riconquistò in soli sei giorni facendone centro di un suo feudo. Suggestiva è a tal proposito un testimonianza di Leonardo da Vinci: "Con somma celerità ne veniste a Linari, castello munito da natura, fortificato da nemici, fornito di validissimi difensori. La vostra magnificenza con sommo ardire et incredibile virtù, sanza bombarde et sanza altro instrumento da combactare terre, solo con battaglia manuale, espugnò e vinse". Nel 1500, a seguito dell'unità granducale, l'importanza strategica di Linari venne meno. Anche le famiglie Gherardini, i Guidi Capponi, i nobili Mancini Ridolfini e quella dei Baldi sono da annoverare fra i proprietari successivi. Nell'Ottocento subì un'importante opera di restaurato, fu rimaneggiato con aggiunte neogotiche, secondo il gusto dell'epoca che purtroppo non ha risparmiato le strutture originarie medievali, tra cui la casa del signore con la sua torre così come altri edifici rurali distribuiti lungo la via centrale lastricata, oggi solo in parte percorribile. Tale via univa le scomparse porte di accesso, quella settentrionale, chiamata Porta a Salti, della quale oggi è presente una ricostruzione medievaleggiante dei primi del '900, e quella meridionale, probabilmente chiamata Porta al Perone. La porta settentrionale è probabilmente detta Porta a Salti a causa delle forti depressioni naturali che il terreno di tufo presenta su questo versante di difficile accesso. Dal versante meridionale l'accesso era invece più agevole poiché il terreno si prolunga in un altipiano che si dirama e giunge a fondovalle più dolcemente. Le mura, di forma ellittica, sono scomparse, fatta eccezione per due torri e la base di una terza diruta. Linari ha due importanti chiese: la principale di queste, all'interno del recinto fortificato, è quella di S. Maria, costruita sullo spiazzo della Rocca e in parte crollata, l'altra è quella di Santo Stefano che sorge fuori dalla cinta muraria, in stile romanico rurale trecentesco ad unica navata con annesso oratorio di S. Carlo Borromeo. Si accede al complesso da un portale neogotico con arco a sesto acuto, realizzato nell'ambito dei lavori che recintarono il parterre che, nonostante il nome, era un piccolo giardino all'inglese. Il cassero del castello nel borgo di Linari ospita varie residenze, tra cui spicca la casa "da signore" a pianta rettangolare, costruita in pietra e laterizio. Anticamente era addossata a una torre, poi crollata e ricostruita in mattoni durante un restauro radicale intrapreso dai Rosselli del Turco alla fine dell'Ottocento, dopo averla ereditata dai Medici Capponi. Il prospetto principale è decorato da alcuni portali a sesto acuto. Differenze nel parato murario permettono di evidenziare le diverse fasi costruttive del castello. L'interno ha stipiti in pietra su ogni apertura, soffitti a cassettoni su mensole e decorazioni geometriche alle pareti. La sala al pian terreno ha un grande stemma Medici-Capponi, che proviene da un'altra residenza gentilizia addossata sul fianco. Dal piazzale si può accedere alle tinaie e alle cantine scavate direttamente nella roccia del colle. Altro link suggerito: https://www.youtube.com/watch?v=R8WDr6X_3V4 (video di nelquotidiano),
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Linari, https://www.mondimedievali.net/Castelli/Toscana/firenze/provincia002.htm#linark, https://castello-di-linari.webnode.it/, testo di Katia Di Leo su http://www.linearis.it/it/linari.php
Foto: sono entrambe prese da https://fondoambiente.it/luoghi/linari?ldc
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