giovedì 8 maggio 2014

Il castello di giovedì 8 maggio





SAN CHIRICO NUOVO (PZ) - Castello

L'attuale San Chirico risale probabilmente al 960 d.c., ad opera di una colonia greco-bizantina che, per sfuggire alle persecuzioni iconoclastiche nel loro paese, riparò da queste parti raggruppandosi attorno ad una torre, costruita dagli stessi bizantini verso l’anno 826 d.c. come avamposto e limite di confini dai Longobardi. Col passare del tempo, intorno alla torre, oltre alla colonia greco-bizantina, si raggrupparono altri nuclei di persone che, in breve tempo, divennero così numerosi da far sorgere la necessità di darsi una denominazione. I capi scelsero per denominazione “SANCTUS QUIRICUS”, nome di un loro santo, che bambino di appena tre anni, nato nella città di Iconia della regione di Laconia (Asia Minore) da nobile stirpe, venne martirizzato sotto gli occhi della madre Regina Pollonica di nome Giuditta, nell’anno 303 d.C. a Tarso in Cilicia, sotto l’imperatore romano Diocleziano che emanò l’Editto della X° persecuzione contro i cristiani. Prova tangibile dell'esistenza di questa colonia greco-bizantina sono numerose parole presenti nel dialetto locale e l'appellativo di "Griciudd" (greci) con cui ancora oggi vengono denominati i cittadini di San Chirico. Con la conquista normanna anche nell'Italia Meridionale si diffuse il feudalesimo e la difesa di San Chirico venne inclusa nella contea di Tricarico ed assegnata alla famiglia Sanseverino, che verso il 1160, intorno alla vecchia torre, fece costruire un imponente castello di cui non restano tracce, se non una torre. In epoca recente, sui resti dell’antico maniero che domina l’intero paese, è stato costruito prima il Municipio e successivamente la Scuola Media Statale. Durante la dominazione sveva la famiglia Sanseverino nella persona di Giacomo, a causa della sua partecipazione alla rivolta contro Federico II° (1240), perse il feudo che l’Imperatore, il 10 dicembre 1250, assegnò al figlio Manfredi. Durante la dominazione angioina il feudo passò poi: nel 1270 a Goffredo di Sarzin, nel 1274 a Giacomo Balsimiano e per alcuni anni a Giovanni Saumery e a Roberto Austrasche (de Altrisia) per poi ritornare di nuovo ai Sanseverino (1285) per via di matrimoni, nella persona di Tommaso II° sposato in terze nozze a Sveva di Avezzano figlia di Grimondo signore della Contea di Tricarico. Questa potente famiglia, nella persona di Giacomo, il 20 novembre 1377, faceva la comunione dei beni e costruiva una torre, di cui esistono ancora i resti, lungo il tratturo della “Mezzana” per averne un controllo più sicuro. Il possesso dei feudi rimase ai Sanseverino fino al 1404, anno in cui il loro casato si ribellò nuovamente al potere Regio, per ritornare in loro potere dopo circa trentasei anni (1440). Durante tali decenni la Contea di Tricarico, di cui facevano parte S. Chirico e Tolve, appartenne al valoroso condottiero Muzio Attendolo Sforza e al figlio Francesco. Nel 1460, S.Chirico partecipò alla famosa rivolta dei feudatari capeggiata da Giannantonio Orsino, principe di Taranto, con l'intento di sottrarsi all'egemonia regia aragonese perché opprimente. La ribellione fallì ed i partecipanti vennero eliminati o puniti con la privazione dei loro beni. I cittadini superstiti, per sfuggire alle rappresaglie che seguirono, si rifugiarono a Tolve, lasciando disabitato S. Chirico tale da perdere il novero di feudo. Nel 1509 il feudo di San Chirico passò, per alcuni decenni, a Berlingeri Carafa, maggiordomo del conte di Tricarico Berardino Sanseverino, il quale possedeva anche il feudo di Tolve, fino a che sua figlia Giulia sposò uno della potente e nobile famiglia Pignatelli. Nel 1575, il Duca Camillo Pignatelli vendette i due feudi a Ettore Braida, dimostratosi disumano nell’amministrazione del feudo. Nel 1583 Tolve, diventata ricca per le numerose offerte di preziosi ex-voto donati dalla gente per grazie ricevute al Patrono San Rocco, pagò il prezzo del valore del feudo al Duca di Monteleone. Nella vendita era compreso anche San Chirico. Per cui il Comune di Tolve diventò proprietario di San Chirico al quale venne attribuito il nome “Chirico De Tulbis”. Nel 1638, il Fisco, per le ristrettezze finanziarie in cui versava, decise di vendere buona parte delle città compresi Tolve e San Chirico. In seguito, nel 1667, il feudo di Tolve e il casale di San Chirico, vennero posti all’asta e aggiudicati da Giovanni Battista Pignatelli. Gli successe nel possesso dei feudi il primogenito Girolamo. Nel 1751, in seguito alle prepotenze e agli abusi degli uomini di fiducia del Principe di Colobraro (che aveva sposato una discendente di Pignatelli), i cittadini tolvesi chiesero il loro riscatto dalla feudalità. Dopo alcuni anni, e precisamente nel 1759, il feudo di Tolve, compreso il casale di San Chirico, venne venduto. Se ne aggiudicò la vendita lo stesso Comune di Tolve. I Tolvesi, una volta riavuto il possesso del casale, si appropriarono di tutti i terreni, pretendendo diritti e tasse esose sul pascolo, sul legnatico e sul seminativo. Nell’anno 1775, dopo decenni di egemonia di Tolve, il casale di S. Chirico, pur essendo povero, sentì il desiderio di riscattarsi. Con domanda del 20 giugno 1775 e poi del 10 marzo 1777 chiedeva infatti di pagarne il prezzo reale del suo valore, ma le richieste venivano sempre respinte fino all'eversione della feudalità nel 1806, quando i Francesi occuparono il regno di Napoli. Il Castello, sorto intorno all’ 826 d.C per servire da avamposto e avvistamento ad opera dei Greci-Bizantini e ampliato verso il 1160 al tempo dei Normanni, si può dire che non esista più, se non una torre, povera di decorazioni, con balconi del 1700 dalle ringhiere in ferro battuto. La torre si sviluppa su tre livelli e conserva all’interno del primo e secondo piano alcuni ambienti a volta. Gli altri resti del castello vennero demoliti nel 1957 quando fu costruito il municipio e bitumata la Piazza Europa, una volta denominata “largo Castello”.


Fonti: http://www.comune.sanchiriconuovo.pz.it, http://www.cfp-sanchiriconuovo.it, http://www.unionecomunialtobradano.it/comunialtobradano/section.jsp?sec=100250

Foto: da http://www.cfp-sanchiriconuovo.it

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