venerdì 20 luglio 2018

Il castello di venerdì 20 luglio





FOLIGNO (PG) - Castello in frazione Popola

Vi sono diverse ipotesi sull'origine del nome: potrebbe derivare dal termine populus, pioppo in latino, oppure dalle "populare", le distruzioni apportate dai punici durante la battaglia ed il periodo successivo (essi infatti permasero per un certo periodo nella zona, non potendo proseguire nella direzione delle Marche). Probabilmente, le prime costruzioni furono erette nella pianura (vocabolo Ponticello) ma, forse in seguito ai terremoti, esse furono abbandonate. Nel 1264 venne costruito, sul colle, un castello (castrum Populi) per volere di Urbano IV, sotto il podestà folignate Angelo Cenci: esso doveva impedire la costituzione di una comunanza montana autonoma a nord di Pale, nonché fornire protezione ai confini settentrionali del Ducato di Spoleto. La plebania di Popola (sin dal X secolo) raccoglieva fedeli anche da Forcatura e Fraia, località circostanti, ma queste furono poi distaccate. Una delle vicende più dolorose che accese gli animi di vendetta e di sangue tra le miti fazioni di Popolo e Cesi fu quella del 6 maggio 1650. A mezza strada tra Cesi e Popola scorre un rigagnolo chiamato volgarmente “Rio” che segna i confini di due province Umbria e Marche, di due diocesi Foligno e Camerino e di due comuni Foligno e Serravalle del Chienti. Su questo fiume erano solite andare a lavare i panni le donne dei due paesi e il 6 maggio 1650 alcune di esse, tanto di Popola che di Cesi, imbiancavano il bucato. Ad un certo punto le donne di Cesi non potendo stendere i panni al sole per asciugarli perché i prati e le siepi erano occupate da quelli di Popola reagirono malamente affermando che Popola non aveva il diritto di lavare i panni in quel ruscello. La rissa si accese così tanto che cominciarono a volare stracci e ceffoni fino a che gli uomini del paese sentendo le urla accorsero e la rissa si ampliò così tanto che nello scontro rimasero uccisi sei uomini. Questo portò ad una tensione tale tra i due paesi che nessuno poteva più oltrepassare il suddetto confine segnato dal Rio. Per risolvere la questione intervennero quattro cardinali dei quali si ignora il nome per comporre le pace tra le due fazioni. D’accordo fu stabilito che sul posto dove avvenne la strage si erigesse un’edicola dedicata alla Madonna della Concordia avendo genuflessi ai piedi S. Feliciano protettore di Foligno e S. Venanzo di Camerino. Ancora oggi per ricordare la pace fatta fra i due paesi il 6 maggio da Popola parte una processione che dal paese arriva al Rio durante la quale si intonano le litanie dei santi. Raggiunto il “Rio” al grido “Ave Maria del mazziere” tutti si inginocchiano incominciando le litanie Lauretane mentre Cesi, fino a quando la processione di Popola non si perde di vista deve suonare a distesa le campane. Dapprima proprietà dei Trinci, signori di Foligno, sin dai tempi di Ugolino, successivamente i Barugi furono fatti marchesi di Popola nel 1780 da Pio VI: questi restaurarono la fortezza e ne potenziarono le mura. Alla fine del dominio dei Barugi, il castello passò alla Congregazione della Carità di Foligno, che lo trasformò in colonia estiva per la villeggiatura degli orfanelli. Il castello era difeso da quattro torri di cui attualmente rimane in piedi solo quella, a base pentagonale, affiancata alla porta d’ingresso mentre sui ruderi di una seconda è stato costruito il campanile della chiesa. Le mura sono a tutt’oggi ben conservate, ad eccezione di un tratto demolito sulla parte orientale. Entro di esse sorge la chiesa parrocchiale tuttora consacrata e agibile. All’interno della chiesa si può ammirare un bell’affresco del XV secolo raffigurante Gesù in croce tra S. Giuseppe e la Madonna, attorniato da quattro angeli, due dei quali raccolgono in una coppa il sangue che sgorga dalle ferite delle mani del Cristo. Secondo lo storico folignate Jacobilli, il materiale di costruzione sarebbe provenuto dai resti della città romana di Plestia, che sorgeva più ad ovest, nella piana di Colfiorito. Sulla porta del castello ancora rimane visibile lo stemma dei Barugi, mentre all'interno sono ancora presenti il palazzo che fu dimora dei Barugi, i saloni, i granai e le lavanderie. In seguito al terremoto del settembre 1997, la struttura è solo parzialmente agibile ed è vincolata come bene monumentale dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Artistici dell'Umbria. Attualmente il castello è in fase di ristrutturazione. Altri link suggeriti: http://www.cesf.pg.it/it/207/castello-di-popola, https://www.mondimedievali.net/castelli/umbria/perugia/popola.htm

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Popola, http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-popola/ (da visitare per approfondire)

Foto: entrambe dal mio amico e "inviato speciale" Claudio Vagaggini, scattate sul posto proprio ieri 19 luglio

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