mercoledì 20 febbraio 2019

Il castello di mercoledì 20 febbraio



LENOLA (LT) - Castello Baronale (a cura di Piero Labbadia)

Il castello baronale di Lenola è ubicato sulla parte più alta del centro storico di Lenola denominato “Terra Vecchia” o “ngoppa a terra” dal dialetto locale, sull'area dell' acropoli romana, e in adiacenza alla preesistente chiesa di San Giovanni Evangelista. La prima notizia del castrum Inule, inquadrato nella diocesi di Fondi, risale al 1072/73, quando fu donato dal duca di Fondi Littefredo all’abbazia di Montecassino. Nel 1149-1142 entrò a far parte della contea normanna di Fondi, concessa alla famiglia normanna dei dell’Aquila, e ne seguì le vicende passando sotto la signoria dei Caetani (secc. XIII-XV) poi dei Colonna (1494-1570) dei Gonzaga (1570-1591) e dei Carafa (1591-1689). La contea di Fondi devoluta al fisco per la morte di Nicola Carafa Guzman senza eredi, nel 1690 fu assegnata ai conti Mansfeld, che nel 1720 la vendettero alla famiglia di Sangro fino all’abolizione della feudalità (1). Due vicende in particolare ne segnarono la storia:
verso la fine del 1437 il castello venne affidato a Francesco Caetani di Maenza dal Cardinale Vitelleschi e fu occupato dalle milizie per sbarrare l'accesso verso Frosinone ad Alfonso d'Aragona che aveva invaso la marittima e si era mosso contro Sermoneta;
nel febbraio del 1438 il Caetani, inviò a Lenola il capitano di ventura Riccio di Montechiaro a proteggerla dall'avanzata delle milizie regie. L'edificio subì l'assedio da parte di queste ultime.
Probabilmente nel 1534 il castello ospitò la contessa Giulia Gonzaga in fuga dal corsaro turco Khayr al-Din detto in ambiente italico Ariademo detto Barbarossa che invase Fondi per rapirla e per farne dono al sultano Solimano II. Giulia Gonzaga la cui bellezza era nota in tutta Europa era sposa di Vespasiano Colonna, feudatario di Fondi e, durante la sua permanenza, aveva reso la corte di Fondi un piccolo ma raffinato circolo intellettuale, meta ambita per personaggi illustri, letterati e artisti tanto da valergli l'appellativo di “Piccola Atene d'Italia”. Il barone Manfredi, castellano della Rocca, messosi a capo di parte dei cittadini riuscì a disperderli. Non più utilizzata per la sua funzione di struttura difensiva e militare, già all’epoca dell’Apprezzo (1690) la struttura era affittata ad uso abitativo. Dal 1800 assunse prevalentemente la funzione di residenza patrizia che attualmente conserva e divenne proprietà della famiglia Boccia che ancora oggi ne è proprietaria. Il castello baronale che domina l’abitato “terra vecchia”, si impianta con molta probabilità intorno al IX secolo, con il conseguente incastellamento delle abitazioni che vengono cinte da una cinta muraria e da torri, ancora oggi in parte leggibile. Successivi rimaneggiamenti hanno alterato l'aspetto primitivo della rocca parzialmente assorbita dall'abitato, ma lo schema urbanistico conserva ancora la matrice originale concentrica intorno al nucleo dell’edificio. La conformazione del fabbricato risulta per successiva aggregazione di più corpi di fabbrica disposti intorno a un cortile a pianta triangolare a ridosso della torre centrale a base quadrata costituita da quattro piani coperti a volta (2). Il muro perimetrale del castello e il muro del terrazzamento si raccordavano alla torre semicircolare che è oggi assorbita dall’edificio comunale moderno costituendo il primo perimetro fortificato del Borgo (3). Il prospetto principale è caratterizzato dai portali di accesso ai diversi corpi di fabbrica nel basamento e da una fila di finestre con balconcino al piano nobile. La parte superiore del corpo di fabbrica è caratterizzato da un doppio ordine di arcate a formare dei loggiati (4). L’edificio è oggi di proprietà privata è adibito ad uso abitativo, quindi non aperto al pubblico.

1) Angeloni – Pesiri Apprezzo dello stato di Fondi fatto dalla Regia camera nell’anno 1690
2) Già l’Inventarium del 1491 evidenziava questa torre come la sua caratteristica principale: “(…) in castro Ynole (…) lo castello con li soy membri et hedeficii et una torre in medio terre Ynole (…)” (24 giugno 1491) inventarium 1491, p.111)
3)Virginia Bernardini “Lenola. Castello Boccia: la difesa del confine, in Rocche e castelli del Lazio cit., pp 64-67”
4)per una descrizione più completa vedi Bernardini, pp 64-67

BIBLIOGRAFIA
Virginia Bernardini “Lenola. Castello Boccia: la difesa del confine, in Rocche e castelli del Lazio cit., pp 64-67”
Angeloni – Pesiri Apprezzo dello stato di Fondi fatto dalla Regia camera nell’anno 1690
Francesco Antonio Notarianni “Viaggio per l’Ausonia” 1814
Giovanni Conte Colino “Storia di Fondi” 1901
Nazareno Terella “Lenola ed il Santuario del Colle” 1902
Giulio Domenichini “Storia e Cronistoria di Lenola e il Santuario del Colle. Dalle origini al nostro tempo.” 1998
Donatella di Biasio Giovanni Macaro Sandra Mazzucco “Per non dimenticare… Lenola…” 1999
Federica Savelli “I Caetani e la contea di Fondi tra XIV e XV secolo: la produzione artistica e le sue vicende conservative”

Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=5lIeIOileRM (video di Stefano Moschetti - minuto 3:18), https://www.latinamipiace.it/i-10-castelli-piu-belli-della-provincia-di-latina/?cn-reloaded=1

Foto: per gentile concessione di Piero Labbadia

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