martedì 11 agosto 2020

Il castello di martedì 11 agosto




PIOBBICO (PU) - Castello dei Pecorari

Il Castello dei Pecorari si trova sulle pendici di Sud-Ovest del M. della Croce (gruppo del Montiego), a 551 m di quota, circa 2,5 km a N.O. di Piobbico. A dare il nome al castello è stata un’antica famiglia del posto, i Pecorari. Nel 1200 apparteneva ai Brancaleoni della Rocca; successivamente (1481) passò agli Ubaldini. Verso il 1930 venne in parte smantellato per fabbricare una casa colonica. Lo storico Costanzo Felici così lo descrive: "Bellissimo luoco posto in un colle o monticello vicino al fiume Candigliano, poco più d’un miglio lontano dal Piobico verso Casteldurante". Il Castello attorno all’anno mille apparteneva agli Abati del monastero di S. Vincenzo del Furlo. in seguito Gentile Brancaleoni lo aggiunse ai suoi possedimenti (XIII secolo). Nel 1446 il conte Antonio Brancaleoni, signore del Castello dei Pecorari, ebbe la malaugurata idea di prendere parte alla cosiddetta Congiura dei Nobili, congiura ispirata da Sigismondo Pandolfo Malatesta con l’intento di togliere di mezzo il giovane Federico da Montefeltro e annettere così la contea di Urbino a Rimini. A capo della congiura, che avrebbe dovuto trovare compimento durante la festa del carnevale, erano i fratelli Nicolò e Francesco dei Prefetti di Vico, conti di Casteldelci, i quali, per mantenere i contatti con gli altri cospiratori, si erano avvalsi di una popolana di nome Delia. Delia, però, la sera stabilita per la congiura non riuscì a trovare le parole adatte a dissuadere la sua benefattrice Francesca Stati dall’andare a corte per la festa e così dovette lasciarsi scappare fin troppe confidenze. Francesca informò Federico delle losche trame che si sarebbero dovute consumare di lì a poco, salvandolo. I congiurati vennero decapitati nella Piazza di Urbino – Delia compresa – il 26 marzo 1446 e i loro beni furono confiscati. Solo ad Antonio, per via della parentela in essere con i Montefeltro, venne risparmiata la vita, ma la bella Rocca dei Pecorari fu per egli persa, passando sotto il diretto dominio di Federico da Montefeltro. Costui donò il castello Nel 1481 il duca donò la Rocca dei Pecorari e alcuni altri territori limitrofi a Francesco Ubaldini della Carda, fratello di Ottaviano degli Ubaldini e, probabilmente, dello stesso Federico. Francesco si era sposato due volte, e tutte e due le volte con una Brancaleoni, ma nonostante ciò, tra gli Ubaldini e i Brancaleoni, si accese un’aspra rivalità: questi ultimi speravano infatti di poter prima o poi riscattare dietro pagamento il vecchio Castello dei Pecorari, ma la donazione ducale aveva tolto loro ogni possibilità. Le due famiglie che signoreggiavano su Piobbico presero a odiarsi visceralmente e reciprocamente; erano, per così dire, galli da combattimento rinchiusi in un recinto decisamente troppo piccolo. Il forte risentimento esplose drasticamente la notte dell’8 gennaio 1521, quando gli Ubaldini assaltarono il castello dei Brancaleoni (https://castelliere.blogspot.com/2014/03/il-castello-di-lunedi-24-marzo.html) mietendo vittime illustri. La discordia tra le due casate nobiliari si acuì sempre più con il passare degli anni, alimentata anche da futili motivi di vicinato: chi doveva scegliere il parroco? Chi poteva raccogliere legna nel dato bosco e chi no? E chi poteva coltivare quel terreno e passare per quella strada? La vita per i piobbichesi, sudditi dell’una e dall’altra casata, era divenuta un vero inferno, tanto che, nel 1560, le genti legate al Castello dei Pecorari, esasperate, supplicarono il Duca di poter passare sotto la giurisdizione di Casteldurante e prevenire così le possibili discordie inerenti il pascolo del bestiame. Se all’interno della famiglia Ubaldini c’erano spesso screzi, le cose per i Brancaleoni andavano anche peggio: era il 1552 quando Monaldo di Roberto, in duello, uccise Tomasso per via di una divergenza di vedute sulla concessione di una sosta a degli zingari. La vedova prese allora segretamente accordi con gli Ubaldini… Monaldo, per strada, venne pugnalato a morte da tre individui mascherati qualche tempo dopo. Ma la storia di sangue non finisce qui, perché Monaldo venne vendicato da suo figlio Antonio, il quale, la notte del 7 marzo 1566 assaltò con i suoi fedeli la Rocca dei Pecorari, chiudendo per sempre gli occhi a diversi membri della famiglia Ubaldini. La Rocca dei Pecorari rimase di fatto proprietà degli Ubaldini fino all’abolizione del feudalesimo, vale a dire fino al 1816, anno in cui venne venduta, assieme alle terre, dagli ultimi discendenti alla nobile famiglia piobbichese dei Bartolucci, che a loro volta lo cedettero ad un Basili di Urbania. In realtà gli Ubaldini non abitavano più presso la rocca dal 1781, ovvero dal terribile terremoto che danneggiò pesantemente la struttura e che spense molte vite tra la popolazione. Nel 1930 il fortilizio venne in parte smantellato dal nuovo proprietario per ricavarne materiale da impiegare nella costruzione di una casa colonica a poca distanza. Altri link consigliati: http://www.castellodeipecorari.com/, https://www.youtube.com/watch?v=OpFKxu3w_ZY&feature=emb_logo (video di Federico Channel), https://www.pegasusimmobili.it/gli-immobili/ville-e-castelli/541-415-castello-dei-pecorari

Fonti: https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-dei-pecorari-piobbico-pu/, http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/beni-storici-artistici/scheda/11122.html, https://www.ilfederico.com/la-rocca-dei-pecorari/

Foto: le prime due sono prese da https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-dei-pecorari-piobbico-pu/, mentre la terza è di Paolo Mini su https://www.facebook.com/Castellobrancaleoni/photos/a.770499433001970/2291795030872395/?type=3&theater

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