CALDES (TN) – Castello Cagnò-Thun
La tipologia architettonica di questo castello è il frutto dell’incontro delle diverse culture veneta, tedesca e lombarda, tipico di questa zona al confine del Principato vescovile di Trento. La parte più antica del complesso, che sorge appena fuo¬ri dell'abitato di Caldés, sulla sponda sinistra del Noce, è la grande casa-torre a cinque piani eretta tra il 1230 ed il 1235, grazie alla concessione, da parte del vescovo Gerardo, a Rambaldo ed Arnoldo da Cagnò. Nel 1464 una serie di alleanze matrimoniali con il casato di Thun, portò all'investitura del castello al ramo dei Thun-Caldés, che fecero costruire un nuovo edificio a pianta quadrata e di un piano più basso, inglobando la torre e conferendo al castello l'attuale struttura. Un nuovo ampliamento fu fatto eseguire, all'inizio del Seicento, da Argobasto di Thun, e consiste nella torricella del lato nord dove, all'interno, si trova la scala a chioccola in pietra. Nel corso dell’Ottocento fu acquistato da una famiglia locale, mentre oggi è di proprietà della Provincia Autonoma di Trento, che lo ha restaurato e trasformato in una prestigiosa sede di esposizioni temporanee ed avvenimenti culturali. Il castello è aperto al pubblico solamente in occasione di eventi organizzati dal Comune. Castel Caldes si presenta come un massiccio fabbricato sovrastante le case che sono sorte accanto. La torre è quadrata rinforzata da solidissimi barbacani. Fa parte del gruppo monumentale del castello la piccola chiesetta dedicata alla Beata Vergine Maria, costruita alla fine del Cinquecento. Nella facciata verso il cortile della cappella, c'è il portale bugnato che funge da accesso all' atrio. L’interno del castello è affascinante e presenta soffitti a volte, rivestimenti lignei e sale affrescate. Notevoli sono la stanza del conte ed il salone da ballo. Sul castello aleggia una triste leggenda che trae origine da un episodio realmente accaduto: nel 1661, Marianna Elisa¬betta di Caldés, figlia di un castel¬lano, fuggì in Italia con un giovane non nobile di Cles, un certo Arunte menestrello di corte: braccata dai fra¬telli, la giovane fu catturata e rin¬chiusa in una stanzetta a Caldés dove morì per amore. Salendo la scala in legno della torre si entra proprio nella presunta prigione della sfortunata contessina, una stanza con un voltino a crociera e ricca di affreschi allegorici, forse realizzati da lei stessa.
Nessun commento:
Posta un commento