giovedì 26 gennaio 2012

Il castello di giovedì 26 gennaio





RONCOFREDDO (FC) - Castello di Sorrivoli

Le prime notizie sul castello si hanno attorno all'anno mille. La prima citazione risale ad un atto datato 27 ottobre 971 riguardante la nomina a vicario del conte Rodolfo di Rimini da parte dell'arcivescovo ravennate Onesto II. Nel 1001 Aldebrando, figlio del conte Rodolfo, restituì il castello di Sorrivoli alla Chiesa di Ravenna, che ne difese il possesso dalle mire espansionistiche della città di Cesena, la quale proprio in quel periodo iniziò la lunga lotta per l'autonomia che la portò ad elevarsi a libero comune. Tale scontro si inasprì nei primi anni del XIII secolo, a tal punto che l'Imperatore Ottone IV dovette emanare un diploma (1203) che confermasse tutti i privilegi dell'Arcivescovo sul castello di Sorrivoli concessi dai suoi predecessori e così fecero anche l'Imperatore Federico II nel 1220, Papa Onorio III nel 1224 e Papa Gregorio IX nel 1228. Nel corso del XII secolo, con l'ascesa al potere dei Malatesta (di parte Guelfa), anche il castello di Sorrivoli come la maggior parte dei territori circostanti passò sotto il controllo di questa potente famiglia, e più precisamentge del ramo malatestiano di Sogliano. Nel 1290 passò alla Santa Sede, che lo affidò alla chiesa Ravennate nel 1302. Approfittando del caos scoppiato nello Stato Pontificio a causa della cosiddetta "cattività avignonese", la famiglia degli Articlini, esiliati da Cesena, sobillarono la popolazione di Sorrivoli a ribellarsi all'Arcivescovo e così, il 3 aprile 1318, il castello fu preso d'assalto ed il vicario Fantino da Milano fu imprigionato. La convulsa situazione del contado fu risolta nel 1357 dal legato papale il cardinale Egidio Albornoz, che sottomise Cesena e restituì Sorrivoli all'Arcivescovo. L'importanza raggiunta da Sorrivoli è sottolineata dal censimento ordinato dal cardinale Anglico de Grimoard nel 1371: con i suoi 40 focolari censiti (circa 200 abitanti) Sorrivoli era il castello più popoloso delle colline cesenati. Infeudato nel XV secolo ai Roverella di Cesena rimase sotto il loro controllo fino all'estinzione della casata. Nel 1500 Cesare Borgia, detto il Valentino, sottomise Cesena ed anche il castello di Sorrivoli si arrese, nonostante fosse stato eletto a residenza dall'Arcivescovo Filasio Roverella, che preferì ritornare nella più sicura Ravenna. Ma le velleità del Valentino si esaurirono in fretta e nel 1506 Roverella potè far ritorno a Sorrivoli, dando inizio a lavori di apliamento della rocca con l'obiettivo di trasformarla in una più confortevole residenza. Vi morì il 24 febbraio 1527 ed il suo successore, l'Arcivescovo Nicolò Fieschi, infeudò Sorrivoli a Giovanni Roverella, che divenne il primo conte di Sorrivoli. Coi Roverella, Sorrivoli conobbe un periodo di pace e il suo massimo splendore nel commercio e nelle arti., tanto che nel 1661 la famiglia Faberi avviò nel castello una stamperia, molto nota a livello regionale. Morto nel 1858 Pietro Roverella senza eredi, il castello fu messo all'asta ed acquistato dalla famiglia Allocatelli-Fabbri per 14000 lire. Quando i bombardamenti del 1944 resero inagibile la vecchia chiesa di San Lorenzo, i proprietari del Castello decisero di donarlo alla parrocchia così che si potesse costruire al suo interno la nuova chiesa intitolata a Sant'Aldebrando. Oggi il castello e' adibito a Chiesa e abitazione. Ospita anche l’Associazione Culturale di Sorrivoli e l’Università della Pace, ed è teatro di numerose iniziative, fra cui il Festival Internazionale dei Burattini (alla fine di Agosto). Al castello, di forma rettangolare, con ai lati quattro bastioni quadrati, vi si accede dalla strada principale del paese, attraverso una scalinata che conduce all'antico ingresso della rocca sopravanzato un piccolo ponte in muratura che ha sostituito l’originale ponte levatoio, del quale sono ancora visibili sopra l'ingresso a volta alcuni fori. Superato il breve voltone d'ingresso si esce nella corte interna e sulla sinistra si nota immediatamente la possente ed alta torre quadrata, priva sia di merlatura sia di cortine. Dall'ampia corte interna è possibile ammirare il vasto panorama di colline e coltivazioni circostanti. Ancora agibili sono i sotterranei, vasti cameroni con copertura a volta, che fino al XVI secolo venivano utilizzati come scuderie. La fiancata meridionale del Castello è crollata in seguito ad una frana il 19 novembre 1999, ed è stata reinnalzata solo nel 2005.

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