sabato 8 marzo 2014

Il castello di sabato 8 marzo





NOMI (TN) – Castello

La prima testimonianza scritta di epoca altomedievale (''de Nomio'', XII sec.) è poi seguita da copiosa documentazione, che testimonia il dominio dei Castelbarco (fino al 1499). Nel 1487 il Castello di Nomi fu bruciato e raso al suolo dai Veneziani. Poi, tra regalìe, conquiste, eredità e vendite, il dominio passò ai Busio Castelletti (milanesi di antico lignaggio) che conservarono la signoria fino al 1646. Il nobile Pietro Busio, in uno degli episodi più famosi e cruenti della Guerra Rustica, fu arso vivo nell'incendio della torretta rotonda della sua residenza (tuttora esistente) il 3 luglio 1525. Fu poi la volta dei Baroni Fedrigazzi, (originari di Arco, resi nobili per meriti ''commerciali'') e poi (per matrimonio con l'ultima erede) dei Baroni Moll, ai primi dell'800. Nomi fece anche parte, dal 1500 al 1800 ca., del cosiddetto ''Comun Comunale'', associazione amministrativa tra diversi paesi confinanti, sorta di Comunità di Valle ante litteram. La prima metà del XX sec., con le due Guerre Mondiali, vide anche a Nomi lutti e disastri, come pure eroismi e Resistenza. Assolutamente da vedere il formidabile ed unico complesso costituito dai ruderi di Castel Nomi (recentissimamente sistemati a cura del Servizio Archeologico Provinciale) sulla rocca del Monte Corona, collegati da imponenti mura merlate con le strutture a valle: Palazzo Vecchio (residenza fortificata quattrocentesca, con la famosa Torretta Busio). Le poche mura rimaste narrano di un fortilizio non estremamente significativo nelle vicende politiche del Principato. Legato ai vari scontri che ebbero per scena la Vallagarina, il castello prese parte al famoso quadrilatero fortificato - Castel Beseno, Pietra, Barco - implicato nella Battaglia di Calliano, che vide l´Impero asburgico confrontarsi con Venezia. Appartenuto secondo fasi alterne ai Castelbarco, fu abbandonato in favore del più confortevole palazzotto edificato nel paese sottostante. Scelta frequente, questa, non solo in Trentino, e conseguente al miglioramento sociale ed economico verificatosi durante il Rinascimento.

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