ASUNI (OR) - Castello di Medusa
Pur facendo parte del comune di Samugheo, sono
strettamente legate ad Asuni le rovine del Castello di Medusa, di probabile
origine bizantina, ricordato già nel 1189 dal giudice di Arborea Pietro I, come
di pertinenza del paese. Sorge a picco sulla gola formata dal Riu Araxisi.
Scendendo più a valle questo fiume diventa Riu Majori e dà vita alla gola di
"Mitza sa canna", dalle pareti calcaree ricche di grotte e
vegetazione. A differenza di come venivano posizionati di
solito i castelli, il castello di Medusa rappresenta un eccezione, in quanto non è costruito su un altura con funzione di
difesa e/o di avvistamento ma al contrario nascosto in fondo ad una valle. L'importanza
della fortificazione dipendeva dal ruolo di controllo del territorio e di
protezione dalle scorrerie operate dai barbaricini che abitavano l'interno
della Sardegna, a danno dei ricchi centri della pianura e della costa. Le
indagini archeologiche hanno permesso di datare la prima fase dell'insediamento
nel castello di Medusa al IV-V secolo d.C. Una seconda fase si colloca nel VI
secolo, mentre la terza risale al VII-VIII secolo. Le strutture più recenti
sono state realizzate tra il X ed il XII secolo. La prima menzione archivistica
potrebbe rintracciarsi in un documento del 1189, nel quale si fa riferimento a
un Castrum Asonis che è probabilmente da identificare con la stessa
struttura fortificata. In quell'anno il castello fu ceduto dal giudice Pietro I
d'Arborea al comune di Genova e, dopo poco, recuperato dal sovrano dietro la
promessa di un ingente pagamento. I resti materiali della fortificazione sono
immersi in una fitta vegetazione, che ne rendono difficoltosa l'analisi in
dettaglio. Restano solo tratti delle mura, che dovevano recingere un'area di
circa 540 mq, una cisterna, e i resti di due torri. Numerose leggende
circolavano e circolano tuttora sulla presenza, nel castello, di una
fantomatica Medusa, figlia del re di Sardegna Forco
che, secondo la leggenda, era una principessa
divenuta guerriera e dedita alla magia e che morì in combattimento. Curiosa
è fra l'altro la vicenda, a metà strada fra realtà e fantasia, narrata in un
documento dell'Archivio di Cagliari. Durante la detenzione in un carcere
piemontese nel XIX secolo un bandito, tal Pietro Perseu, raccontava di come
durante la sua latitanza fosse capitato tra le rovine del castello di Medusa e,
scendendo una scala di marmo, si fosse ritrovato in una sala meravigliosa piena
di gioielli, armi e oggetti di valore. Il bandito scrisse al Ministro chiedendo
la grazia nel caso fosse riuscito a trovare la stanza del tesoro, ma una volta
accompagnato sul posto non ritrovò né le scale né la sala, non ottenendo la
grazia e nemmeno riuscendo a fuggire. Oggi ciò che rimane
del castello è solo un rudere che è difficile da raggiungere per via delle
scarse indicazioni e dalle condizioni delle vie di accesso. Per arrivare
sull'altura dove si trovano le rovine e tornare indietro, sono necessarie
almeno 3 ore di cammino. Per approfondire, consiglio i seguenti link: http://www.monteualla.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=61&Itemid=69,
http://www.videolina.it/video/servizi/49627/asuni-un-monumento-pieno-di-fascino-il-castello-di-medusa.html
(video)
Fonti: http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=17855&v=2&c=2488&c1=2125&visb=&t=1,
https://it-it.facebook.com/events/211961525490627/,
http://www.sardegnaturismo.it/it/punto-di-interesse/asuni,
http://www.ilportalesardo.it/monumenti/orasuni.htm
Nessun commento:
Posta un commento