AULLA (MS) - Castello in frazione Bigliolo
di Mimmo Ciurlia
Il castello di Bigliolo è situato in cima ad una colle, protetto
da una muraglia di 260 metri che lo circonda, e si estende per circa 2500 m². La
sua costruzione risale a prima del XII secolo e fu una delle
fortificazioni che presidiarono la gran corte Vescovile della media Lunigiana.
Per quanto non si abbiano particolari notizie di avvenimenti che lo riguardano,
è certo che esso non rimase estraneo, nel sec. XIII, alle lotte combattute fra
il Vescovo e i Malaspina in Val di Aulella (Ugo Formentini). Bigliolo, dopo
queste contese, finì nel potere dei Marchesi di Filattiera e precisamente a
Bernabò Malaspina, feroce persecutore della Diocesi Lunense. Questi lo lasciò
al figlio Francesco. Dall'atto di divisione del 1275 risulta che a quest'ultimo,
iniziatore della linea di Olivola, fu assegnato fra l'altro, anche tutto ciò
che la famiglia possedeva in castro Bilioli (Ugo Formentini). Il castello di
Olivola fu scelto a capoluogo del vasto feudo perché era ritenuto il più sicuro
e anche perchè posto quasi al centro del dominio feudale comprendente Aulla -
Terrarossa - Virgoletta - Pieve de Monti Licciana - Varano - Groppo San Pietro
- Bastia - Agnino - Bigliolo - Pallerone' ( C. Caselli). Nel 1412, dopo
l'eccidio di Apella, in cui il Capitano Rossi di Varano uccise i due Marchesi
di Olivola, si estinse detta dinastia e Bigliolo con Magliano, Collecchia e
Pallerone, sentita la popolazione, scelse la dipendenza dai Marchesi Leonardo e
Galeotto del Castello dell'Aquila a Gragnola. Nel 1418 Bigliolo passò, insieme
ai castelli del suddetto Feudo, sotto il dominio di Firenze, quale pena
inflitta ai feudatari del Castello dell'Aquila per la strage dei Marchesi della
Verrucola di Fivizzano. Successivi accordi con Firenze, nel 1428, riportarono
Bigliolo nel dominio dei Marchesi di Gragnola fino al 1466, anno in cui morì il
Marchese Galeotto e, per mancanza di figli maschi, si estinse il ramo dei
Marchesi dell'Aquila. Nel 1467 Bigliolo passò al marchese Malaspina Gabriele di
Fosdinovo fino al 1510, quando alla sua morte il figlio Lazzaro I, dalla
divisione del feudo, secondo la ben nota legge di successione dei Malaspina, diede
inizio alla seconda Dinastia dei Marchesi di Olivola. Un momento tragico per il
Castello di Bigliolo si verificò nel 1523, quando Giovanni de' Medici, detto
dalle Bande Nere, acquistato il feudo di Aulla, che non gli fu confermato
dall'Imperatore, tentò di costruirsi un feudo in Lunigiana, assalendo vari castelli.
Bigliolo fu tra quelli, come Bastia, che resistette, e dove le Bande Nere
commisero stragi e atrocità inaudite. La sanguinosa presa di Bigliolo fu
certamente successiva allo scontro di Bibola dove i circa 700 soldati di
Giovanni dalle Bande Nere ebbero la meglio sui 2000 soldati dei Malaspina, fra
i quali vi erano anche uomini di Bigliolo. Giovanni dalle Bande Nere, poi, su
consiglio del Vescovo di Pistoia, mandato dal Papa Clemente VII (Papa dello
scisma anglicano), figlio di Giuliano dei Medici, fece pace con i Malaspina e
ricevuti 2500 scudi d'oro abbandonò la zona. Da quel momento si accentuò la
decadenza del castello di Bigliolo come centro abitato, di fronte all'emergere
delle ville del piano, anche se conservò una posizione di prestigio perché vi si
continuò ad amministrare la giustizia e a convocare le assemblee. Il
14.11.1568, con un contratto rogato dal notaio Giovanni Michele dei Cerri di
Bigliolo, i figli di Lazzaro I divisero il marchesato in due parti, una
comprendente Pallerone con Canova assegnata a Spinetta e a Carlo e l'altra
comprendente Olivola con Bigliolo assegnata a Camillo e a Troilo. Si diede
inizio ad una direzione collegiale, in cui i due Marchesi padroni si sarebbero
alternati per un anno, l'uno dopo l'altro nel governo della quota assegnata. Il
desiderio di conservare la sostanziale unità del feudo indusse però il 10 marzo
1572 Camillo, Carlo e Troilo, scapoli, a regolare con atto notarile la
successione, in modo che Spinetta, l'unico ad essersi ammogliato, potesse
garantire con i suoi figli, la continuità della dinastia inaugurata da Lazzaro
I. Nel periodo Napoleonico le terre di Lunigiana passarono, con l'editto datato
2/7/1797, alla Repubblica Cisalpina. Oggi restano i ruderi, rivestiti
dall'edera e invasi dalla vegetazione, di tutto il tratto nord della
fortificazione con una torre cilindrica e la torre est.
Fonti: http://www.castellitoscani.com,
http://www.terredilunigiana.com/castelli/castellobigliolo.php
Foto: da www.dodecapoli.com e da http://terredilunigiana.blogspot.it/2014/03/13-gennaio-2014-ritorno-al-castello-di.html
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