MOTTAFOLLONE (CS) - Castello
Sorge sulla collina del
centro storico, "La Motta" medievale. Venne edificato nel Medioevo
come dimora del principe feudatario e a difesa del vasto e ricco territorio.
All'ombra del castello si è man mano formato il nucleo più antico dell'attuale
abitato. Anche se è stato sempre denominato "castello", segno di
dominio e di ricchezza, non presenta carattere di costruzione
strategico-militare, come il maniero di Malvito e la torre normanna di S. Marco
Argentano, di cui tuttavia è in vista, formando così un triangolo difensivo con
le predette costruzioni. La sua caratteristica rimane comunque quella di dimora
fortificata del feudatario. Conserva ancora sul lato sinistro del muro di cinta
le torrette dei "rivellini" lungo il camminamento di difesa intorno
al castello. C'era anche il fossato dalla parte dell'entrata al maniero, ma è
stato colmato da tempo ricavandone una rampa d'accesso. Restano ancora i muri
di contenimento. Il portale d'ingresso è ad arco in pietra intagliata ed era
coperto con una volta a mattoni. Sull'ingresso c'era la cappella. Segue un
atrio quadrato intorno al quale sono disposti gli appartamenti su due piani.
Nel cortile si notano altri archi in pietra. A piano terra vi sono ampi magazzini:
servivano a contenere le provviste e a alloggiare i dipendenti. Vi era una
grande cucina con un'enorme cappa. Al piano superiore i saloni con i caminetti
per il riscaldamento e gli alloggi dei signori, disposti su tre ali attorno al
cortile, con finestre prospicienti sull'atrio. L'intera ala esposta a
settentrione era invece adibita a soggiorno, con numerosi finestroni ad arco
senza infissi. L'elemento architettonico è appunto l'arco a tutto sesto. È
usato pure per dividere gli ambienti e renderli nello stesso tempo
intercomunicanti. Anche le comuni porte di passaggio sono ad arco. L'ala di
nord-ovest è caduta da molto tempo e resta solo parte dei muri perimetrali. Le
stalle e le scuderie sono sul lato destro, nell'interrato ricavato dal
dislivello tra il cortile d'ingresso e la rampa d'accesso. Al centro d’una
stalla è conservato un abbeveratoio in terra, intonacato. Dopo l'eversione
della feudalità avvenuta nel 1806, il castello è passato in mano ai privati che
hanno diviso tra loro i numerosi vani, chiudendo gran parte degli archi che
rendevano intercomunicanti le ali dell'edificio. Negli ultimi tempi, con
precari adattamenti, venne adibito a scuola pubblica. Fortunatamente sono
rimaste intatte e sgombre da rifiuti le ampie cisterne a volta, intonacate,
ricavate sotto l'acciottolato del cortile. Opera di gran pregio e molto
funzionale, serviva per una abbondante riserva di acqua e di altri liquidi. Le
caratteristiche con cui si presenta oggi il castello di Mottafollone lo fanno
risalire intorno al XIV secolo, ma una finestrella romanica in pietra lavorata,
venuta fuori da sotto l'intonaco su una parete dell'ala di centro, lo riporta
più indietro nel tempo, o almeno può indicare che un primo nucleo
dell'edificio, quello centrale, sorse probabilmente in concomitanza con
l'abitato, verso il X - XI secolo. Sono in corso i lavori di recupero e
restauro in collaborazione con la Sovrintendenza di Cosenza. Infatti, i
proprietari di una parte del castello hanno iniziato a spese proprie, e con il
via libera della Sovrintendenza, a ristrutturare ciò che appartiene loro.
Riguardo la restante porzione di castello, gli proprietari ancora non hanno
preso nessuna iniziativa. La presenza del
castello è legata ovviamente al territorio e al feudo. Già possedimento di una
famiglia normanna omonima, cioè Motta Falone o Folone, nel 1343 venne alienato
ai Sangineto dai quali, per successione femminile, ai Sanseverino, da cui fu
subinfeudato alla famiglia Arcella. Nel 1580 venne venduto ai Pescara, nel 1605
ai Firrao, nel 1611 ai Della Cava, nel 1616 ai Telesio che lo tennero fino al
1740. Ne furono proprietarie anche le famiglie dei Pignatelli e dei Carafa. Comprato
dai Van den Eyden (1740 -1743) per successione femminile pervenne ai principi
di Belvedere, che lo tennero fino alla eversione delta feudalità (1806). (Cfr.
G. Valente: Dizionario dei luoghi della Calabria). Infine è opportuno tenere
presente che il castello e il centro storico di Mottafollone sorgono su una
preesistente area di stanziamenti di epoca greca e romana. Sul retro del
castello, nel declivio settentrionale della collina, c'è ancora il borgo antico,
con la sua denominazione originale la "Gorga" menzionata pure dai
poeta greco-italiota Licofrone, IV sec. a.C., nel suo poema
"Alesandra". È stato inoltre tramandato che il castello avesse
un'uscita segreta sotterranea, che portava fuori dalle mura di cinta. Sempre
sul versante settentrionale disponeva dì un fossato naturale costituito dal
cosiddetto "Gafaro di Corcillo”. Ad inizio agosto ho visitato di
persona questo castello e ho avuto modo di incontrare uno dei proprietari, il
Sig. Lucio Paura, il quale molto gentilmente mi ha mostrato alcuni locali del
castello, fornendomi diverse informazioni sulla sua storia più recente. Tali notizie,
da me apprese a voce, le ho ritrovate in questo link molto interessante che vi
consiglio di visitare: http://mottafollone.wordpress.com/2012/02/23/intervista-a-lucio-paura-sui-particolari-del-castello-di-mottafollone-dopo-linizio-dei-lavori-di-ristrutturazione/
Fonti: http://www.comune.mottafollone.cs.it, http://atlante.beniculturalicalabria.it/schede.php?id=91,
http://mottafollone.wordpress.com/2011/07/27/castello-di-mottafollone-iniziano-i-primi-lavori/
Foto: tutte realizzate da me in occasione della visita al
castello (agosto 2014)
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