venerdì 21 settembre 2018

Il castello di sabato 22 settembre



RAPOLLA (PZ) – Castello

Roccaforte longobarda, costruita sulla più antica “Strapellum”, sue notizie si hanno nel 968 sotto il regno di Pandolfo, principe longobardo di Rapolla e di Conza. Nel 988 ospitò nel suo Castello l’imperatore Ottone II; nel X secolo il monaco greco San Vitale, nella sua fuga dalla Sicilia, si fermò a Rapolla e, con il nipote Elia ed altri compagni, fondò eremi e chiese. Ai monaci basiliani seguaci di San Vitale sono attribuite le numerose chiese rupestri della zona: quella dedicata a San Vitale, ipogea sotto l’attuale chiesa del Crocifisso e quelle di Sant’Elia e Santa Barbara. La cittadina è stata sede vescovile a partire dal 603, per mano di papa Gregorio I, mantenendo tale ruolo quasi ininterrottamente fino al 1528. Venne conquistata dai Normanni subito dopo Melfi. Rapolla sarebbe stata dotata di mura e di un castello, costruito su una precedente rocca longobarda, da Roberto il Guiscardo, fortificazioni sempre tenute efficienti dai successori conti normanni. Nonostante tali difese il paese venne distrutto quattro volte. Nel 1137 fu saccheggiato dai soldati di Lotario III e, nel 1183, venne distrutto dai melfitani. Con l’avvento del dominio svevo, Federico II la rese città demaniale. Nel 1235 alloggiò nel castello anche Bianca Lancia, madre di Manfredi. Dal perimetro del borgo longobardo al “piano Castello” l’espansione urbana attorno alla cattedrale di Santa Lucia produsse di conseguenza l’ampliamento della cinta muraria. Agli inizi del XIII secolo il vescovo Riccardo fece iniziare la costruzione di una nuova Cattedrale, dedicata all’Assunta, nell’area prospiciente il Castello; dal 1209 lavorarono alla nuova chiesa Mastro Sarolo da Muro Lucano e Melchiorre da Montalbano. Nel 1255 si schierò con il Papa contro gli Svevi e, perciò, venne assediata da Galvano Lancia che, in seguito, ne divenne feudatario (terza distruzione). Con l’avvento degli Angioini, nel 1269, diventò feudo di Antonio de Capris e, nel 1301, tornò città demaniale e lo rimase durante il regno di Sancia, Giovanna I e Giovanna II fino al 1414, quando diventò feudo di Giovanni Caracciolo. La quarta distruzione fu operata dal conte Lando nel 1381, durante le guerre tra Giovanna I, fedele all'antipapa ClementeVII, e Luigi d'Angiò re d'Ungheria, sostenitore del papa Urbano VI. Nel 1530 Rapolla fu concessa da Carlo V a Filiberto Chalon, principe d’Orange. Nel 1632 Rapolla tornò alla famiglia Caracciolo che la tenne fino all’eversione della feudalità. Nel 1528 anche Rapolla fu assediata e saccheggiata dalle truppe del Lautrec, nella guerra tra Valois ed Asburgo e, di conseguenza, perse il vescovado che venne annesso alla Diocesi di MeIfi. Quanto rimane del castello distrutto fu inglobato nel Palazzo Baronale; la ripresa della città è segnata dalla costruzione dei palazzi Chiaromonte, Ferrante e Radino. Del castello, qualora sia esistito, non c’era più traccia già verso l’inizio del XVIII secolo, come attesta la veduta contenuta nell’opera del Pacichelli nella quale è visibile soltanto la “Porta del Vagno”, ancora oggi esistente. Oggi l’unico resto delle fortificazioni di Rapolla è costituito, oltre che dalla porta citata, da un tratto di mura con torre semicircolare riferibile al periodo angioino, che si affaccia su via Portella, sul lato ovest della cittadina, e da un altro tratto di mura a nord, ai piedi della cattedrale, che unisce altre due torri. Altro link suggerito: http://www.basilicataturistica.it/territori/rapolla/?lang=it.

Fonti: http://lucania1.altervista.org/rapolla/index.htm, scheda di Vincenzo Zito su https://www.mondimedievali.net/castelli/basilicata/potenza/rapolla.htm

Foto: entrambe prese da https://www.mondimedievali.net/castelli/basilicata/potenza/rapolla.htm (la prima è di Vincenzo Zito)

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