giovedì 21 marzo 2019

Il castello di giovedì 21 marzo




FINALE LIGURE (SV) - Torre Giannuzzi (o Torre di Belenda) in frazione San Bernardino

La casa fortificata, nota come Torre Giannuzzi, è posta sulla pendice occidentale della Valle di Pia. Rappresenta un interessante esempio di edilizia medievale. Venne costruita presumibilmente per ospitare truppe carrettesche che avrebbero dovuto costituire un avamposto di guardia e di avvistamento ad integrazione delle difese della dimora signorile, il maestoso Castel Govone edificato sin dalla fine del XII secolo sull'altura del Becchignolo, immediatamente al di sopra di Finalborgo, capitale del Marchesato del Carretto per quasi mezzo millennio. L'analisi stratigrafica delle murature ha dimostrato la presenza di una fase antecedente alla costruzione della "torre". La torre è legata ad una fosca vicenda: il Marchese Alfonso II del Carretto, signore del Marchesato nella seconda metà del XVI secolo, si sarebbe invaghito di Belenda, avvenente figlia del mugnaio dell'Acquaviva, che avrebbe fatto rapire dai suoi "bravi" e rinchiudere nei sotterranei della torre stessa. Dopo aver fatto uccidere il padre della fanciulla (trovato stritolato negli ingranaggi del suo mulino) avrebbe lasciato morire di fame Belenda (che non aveva voluto cedergli) nel sotterraneo della torre, ove il fidanzato Medaro la trovò priva di vita dopo la fuga del Marchese. Sicuramente Alfonso II Del Carretto (uno degli ultimi Signori di Finale) fu un vero tiranno, il Don Rodrigo dei Promessi Sposi del Manzoni: i suoi atteggiamenti dispotici avevano provocato a più riprese sommosse e ribellioni tra gli abitanti del Marchesato. Il minuscolo stato finalese cessò praticamente di esistere pochi anni dopo (nel 1598), quando Andrea Sforza Del Carretto (l'ultimo Marchese) vendette al Re di Spagna gli Stati del Finale per 104.000 ducati di rendita e si ritirò in una città del Regno di Napoli con il titolo di Principe. La Torre Giannuzzi viene oggi denominata Torre Belenda a ricordo della triste vicenda di cui fu testimone nella seconda metà del XVI secolo. Si tratta di un edificio a pianta rettangolare che si sviluppa in verticale con aperture distribuite su vari livelli. Le facciate sono impreziosite da archi in pietra di Finale e bifore. L'interno presenta tre livelli di cui il primo è un vano voltato a botte e pavimento in terra battuta. Al piano terreno spicca un camino (quasi distrutto dal tempo e dai crolli) mentre sul muro del piano superiore si fa notare una cavità rettangolare che contiene una sorta di sedile in corrispondenza ad una sporgenza esterna che fa pensare ad un w.c. dell'epoca che "scaricava" direttamente sul prato sottostante..... L'interno, aggredito dall'edera che gli conferisce tuttavia un tocco suggestivo, è invaso da calcinacci, travi di legno e rifiuti di poco educati visitatori, che coprono completamente il bel pavimento a mattoni rossi. Portoncino d'ingresso, bifore e finestre ad arco tondo sono inseriti in una struttura rettangolare: su uno dei lati lunghi si intravede ancora una traccia triangolare dei sostegni di una tettoia (forse di un porticato o di un loggiato del quale ora non si scorge più traccia). Facilmente raggiungibile da San Bernardino, la torre sorge in mezzo ad ulivi secolari (purtroppo in stato di abbandono) che lo nascondono alla vista delle rare persone che transitano per la zona. Lo studio dell'edificio ha messo in luce diverse fasi di occupazione a partire da una costruzione ad uso residenziale privato già in uso alla fine del XII secolo. Alle fine del XIV secolo venne costruita la casaforte che si distingue per una tecnica muraria particolarmente curata. Ulteriori trasformazioni e l'aggiunta di edifici addossati alla casa forte rappresentano l'evoluzione delle strutture per un uso rurale probabilmente legato alla produzione di olio. Alla fine del XVII secolo si assiste ad un ripristino strutturale e statico delle murature: l'edificio rimane isolato rispetto allo sfruttamento rurale e a partire dal XIX secolo viene percepito come torre fomentando leggende popolari. Altri link consigliati: http://www.sentieridelfinale.altervista.org/belenda/index.htm, http://luoghidasogno.altervista.org/Montagna/Finalese/Belenda.htm

Fonti: http://www.piazzascala.altervista.org/belenda/noheader.html, http://www.culturainliguria.it/cultura/it/Temi/Luoghivisita/architetture.do;jsessionid=C8DF68D0FBAF4B4DFEBB8D432D0F7B22.node2?contentId=28143&localita=2217&area=213, http://www.paesiabbandonati.it/2015/11/torre-belenda-finale-ligure.html

Foto: la prima è presa da http://www.sentieridelfinale.altervista.org/belenda/index.htm, la seconda è presa da http://luoghidasogno.altervista.org/Montagna/Finalese/Belenda.htm

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