venerdì 22 marzo 2019

Il castello di venerdì 22 marzo




MONTANARO (TO) - Castello

Il Castello di Montanaro nel 1164 fu infeudato dall’imperatore Federico Barbarossa al marchese Guglielmo IV di Monferrato, che vi pose suoi vassalli parenti canavesani. All’inizio del XIV secolo l’intera Montanaro risultava sottoposta giurisdizionalmente agli Abati di Fruttuaria che esercitarono quasi sempre le loro competenze con umanità, equità e senso della misura. L’Abbazia cluniacense di Fruttuaria era stata costruita intorno all’anno Mille e posta sotto la dipendenza diretta del papato. Gli Abati permisero alla comunità montanarese di munirsi di torri, mura, fossati e ricetto (1300) per difendersi da scorrerie e saccheggi. Il castello medievale è citato nel 1395 fra le proprietà del monastero di San Savino di Piacenza, nel 1465 un decreto dell’Abate stabiliva che nessun nobile potesse acquistare o affittare beni a Montanaro. Nel 1475 Galeazzo Sforza prese possesso del castello e rinforzò le mura. I legami fra comunità e abbazia continuarono senza turbamenti e in seguito furono rafforzati con la nomina, nel 1526, del Cardinale Bonifacio Ferrero Vescovo d’Ivrea ad Abate: egli provvide a ricostruire il castello semidistrutto nel 1515 dalle soldatesche francesi e, in una torre appositamente alzata, a installare le zecca (Torre della Zecca – XIV / XVI su permesso di Papa Clemente VII). Rifatto in parte nel secolo scorso, il maniero conservava della struttura cinquecentesca le torri settentrionali, le prigioni, la torre delle zecca in cui il Cardinale coniava monete. Il complesso, a pianta rettangolare, presenta ancora ben evidenti i caratteri legati all'originaria funzione difensiva: mura possenti e robuste torri squadrate agli angoli. Un timpano triangola movimenta la facciata sul lato dell'ingresso. Su una delle torri (torre del Dongione) è ancora oggi visibile lo stemma del casato Ferrero: un leone azzurro con lingua ed unghie rosse in campo d’argento, ornate dal cappello verde. In seguito appartenne a diverse famiglie nobili: Cossadoca, Da Rizzolo, Dal Pozzo. Portapuglia. Fu parzialmente ricostruito nel 1692 dai conti Marazzani e in seguito fu trasformato in villa residenziale. Nel 1799 fu utilizzato dalle truppe austro russe del gen. Suvorov. Il Castello abbaziale fu acquistato e restaurato nel 1800 dai conti Frola che affidarono i lavori di restauro anche all’architetto Camillo Boggio. Alcuni personaggi della famiglia Frola contribuirono all’Unità d’Italia: il conte sen. Secondo Frola, sindaco di Torino e fondatore del Museo del Risorgimento di Torino. Attualmente dell'edificio, di proprietà comunale, è visitabile solo la parte a piano terreno ed il parco, il degrado è particolarmente evidente nei piani superiori, le coperture presentano i danni causati dagli agenti atmosferici e dalla mancanza di manutenzione. Altri link per approfondimenti: https://castlesintheworld.wordpress.com/2015/05/11/castello-di-montanaro/, https://www.youtube.com/watch?v=x3E3QH7OXN8 (video di Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino), http://www.amicidellarteedellantiquariato.it/castello-montanaro-univoca/

Fonti: https://www.comune.montanaro.to.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/castello-di-montanaro-6359-1-558f1cda6ae4a1dfae00943af6f5f981, https://www.fondoambiente.it/luoghi/castello-dei-conti-frola?ldc, https://artbonus.gov.it/116-19-c.html

Foto: la prima è presa da https://www.latitudeslife.com/2018/12/natale-a-montanaro-il-borgo-piemontese-che-suona-lorgano/, la seconda è presa da http://www.amiciabbazia.it/castello-abbaziale-di-montanaro/

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