venerdì 15 marzo 2019

Il castello di venerdì 15 marzo




MONTEGABBIONE (TR) - Torre

Il toponimo Montegabbione sembra derivare da “Mons Capionis“, cioè terra di conquista, feudo.
Il borgo era probabilmente in origine una rocca fortificata, come mostrato dalla sua configurazione viaria, dalle imponenti mura medievali che lo circondano e dalla sua struttura, con piazza al centro del paese, le sue vie dritte e parallele, le torri di avvistamento e soprattutto la presenza del castello, nel quale la tradizione locale vuole che esistessero celle di rigore e di tortura. Fanno parte di Montegabbione le frazioni di Castel de’ Fiori, Montegiove e Faiolo (di cui si è già parlato nel blog https://castelliere.blogspot.com/2014/03/il-castello-di-mercoledi-5-marzo.html e https://castelliere.blogspot.com/2017/10/il-castello-di-lunedi-30-ottobre.html). Il luogo risulta abitato da epoca remota, come testimoniato dalla presenza di castellieri databili all’età del bronzo e da ritrovamenti di epoca etrusca, romana e tardo imperiale. Non si hanno notizie certe sulla data di fondazione del castello e del borgo fortificato di Montegabbione, ma verosimilmente è da collocarsi all’XI secolo. È citato nel catasto di Orvieto del 1292 con il nome “Castrum Montis Guabionis“. Dal 1345 fu feudo dei Monaldeschi della Vipera e, nel 1354, fu occupato da Ugolino di Montemarte, condottiero del cardinale Albornoz. Nel 1370 fu conquistato da Guglielmo di Beaufort, in guerra contro Orvieto e poi venduto a Ugolino di Montemarte. Papa Gregorio XI, con una bolla del 1378 esortò i diletti figli di Montegabbione e Monteleone ad essere obbedienti nei confronti di Francesco Montemarte conte di Corbara. Nel 1387 fu teatro di varie incursioni ad opera dei conti di Marsciano. Nel 1443 Nicolò Piccinino, capitano che aveva combattuto a fianco di Braccio di Montone, a favore del Papa e della città di Orvieto assediò i castelli di Montegabbione e Monteleone difesi da Nicolò di Montemarte, figlio di Ugolino. Nello stesso anno terminò il possesso dei Montemarte del castello di Montegabbione con la vendita a Papa Eugenio IV; nel 1459 il Papa Pio II ufficializzò l’acquisizione di questo possedimento, confermando i privilegi concessi dai predecessori. Nel 1478 papa Sisto IV cedette il castello a suo nipote Bartolomeo della Rovere che nel 1480, con un atto stipulato proprio a Montegabbione, lo vendette ad Orvieto. Il castello restò per anni nell’orbita del Comune di Orvieto, del quale seguì le vicende politico amministrative all’interno dello Stato pontificio, e fu baluardo di difesa contro Chiusi. Durante il periodo della Repubblica romana fu unito al Cantone di Orvieto. Con la prima Restaurazione fu nel Circondario di Orvieto della Delegazione di Viterbo e al tempo di Napoleone fu nel Dipartimento del Trasimeno. Nel motu proprio di papa Pio VII del 6 luglio 1816 sull’organizzazione dell’amministrazione pubblica, è classificato come luogo baronale nell’ambito del Governo distrettuale di Orvieto, appartenente alla Delegazione di Viterbo, nella Provincia del Patrimonio. Nel “Riparto dei governi e delle comunità dello Stato Pontificio con i loro rispettivi appodiati” del 1817, risulta come comunità unita a Ficulle, comune di residenza di governatore, sempre nell’ambito del Distretto di Orvieto nella Delegazione di Viterbo. Alla vigilia dell’Unità, nel 1859, dipendeva ancora da Ficulle, nella Provincia di Orvieto; gli apparteneva l’appodiato di Castel del Fiore. Con il plebiscito del 1860 i 285 votanti montegabbionesi si espressero all’unanimità per l’annessione, entrò quindi a far parte del nuovo Stato unitario, nella Provincia dell’Umbria, Circondario di Orvieto e Mandamento di Ficulle. Nel 1871 fu annesso al territorio di Montegabbione anche quello del soppresso Comune di Montegiove. La Torre di Montegabbione risale probabilmente al secolo XV. Essa è di chiara impostazione architettonica militare, ha il basamento a tronco di piramide. E’ costruita con pietra viva martellinata e squadrata, con strette feritoie. Sul culmine della torre, una serie di merli isolati sembrano rivelare l’esistenza di un frontone aggettante ora scomparso. Tuttavia l’altezza e la merlatura della torre non sono probabilmente quelle originali, poiché rivelano un restauro eseguito ai primi anni del ‘900. La malta usata per la sua costruzione risulta durissima, a prova di scalpello, non soltanto per il normale processo chimico di disidratazione della calce viva, ma anche perché questa era impastata con una qualità di pozzolana arenaria altamente coibente, la cui cava doveva trovarsi verso il Pian di Faiolo, da non confondersi però con quella di arenaria gialla sfruttata ed abbandonata in epoca più recente. Il castello di Montegabbione mostra i segni di lavori di rifacimento che ne hanno alterato le strutture originarie, con apertura e chiusura di finestre sui muri esterni che recano tracce aperte e chiuse variamente. Da notare architravi di finestre e porte in pietra morta di Montarale, i resti di supporto di un balcone d’angolo guardante verso la Toscana, ed il calatoio, una sorta di condotto murale esterno, che, probabilmente, era un passaggio supplementare di sicurezza verso la macchia. I lavori di restauro hanno rimesso parzialmente in evidenza anche una specie cortile interno al castello. Al castello si affiancano costruzioni, oggi completamente rinnovate, che sono da considerarsi il suo naturale prolungamento, quali le case Vergari, Saravalle e il blocco che comprende l’attuale Municipio e le case tra le quali quella Frasconi che è prospiciente la piazzetta della torre e dove si può osservare un finestrone ed un portale che, probabilmente, sono di epoca tardiva (1700). All’interno dell’abitato vegeta un esemplare di Pino d’Aleppo di imponenti dimensioni. In questi ultimi anni la torre è stata oggetto di un nuovo restauro esterno ed interno, che ne consente la visita attraverso una scala metallica. Nel sottosuolo della torre é stata rinvenuta una profonda cavità, riempitasi nel tempo di detriti: potrebbe trattarsi di una cisterna per il recupero delle acque piovane o, ipotesi più affascinante ma al momento meno verosimile, di un passaggio segreto sotterraneo per uscire dalle mura castellane.

Fonti: testo di Alice Tabacchioni su http://www.prolocomontegabbione.org/montegabbione-torre/, https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-montegabbione-montegabbione-tr/

Foto: la prima è di Paolo Menchetti su https://www.genteinviaggio.it/storia-sapori-nel-cuore-dellumbria-giornata-fra-montegabbione-castel-fiori/, la seconda è presa dahttps://www.iluoghidelsilenzio.it/wp-content/gallery/castello-di-montegabbione-montegabbione-tr/12-Torre.jpg

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