BITONTO (BA) - Torre d'Agera
Situata in strada vicinale di Torre d’Agera, nel territorio comunale di Bitonto, nei pressi dell’autostrada A14, questa antica struttura difensiva, immersa nella verde macchia mediterranea, è databile intorno al XV secolo. Di pianta quadrangolare, sviluppata su due livelli, si ergeva su un antico frantoio oleario ed era racchiusa in un ampio recinto, che delimitava un delizioso pometo. Apparteneva alla nobile famiglia Agera, salita agli onori della vita civile ed economica della città nel XVI secolo, grazie a ripetute prove di nobiltà. In tal modo l'emergente famiglia cercò di ottenere un seggio nella piazza di Sant'Anna (Sedile dei nobili, ove i patrizi godevano del seggio, per iscrizione all'albo d'oro della nobiltà locale). Finalmente fu ammessa nell'ambito novero per surrogazione nel 1748, con l'estinzione di alcune famiglie nobili locali “...pro nunc ad coetum noblium in locum deficentium familarum...”. Estese furono le proprietà terriere degli Agera sia nei contadi di Giovinazzo e Bitonto (contrada Torre d'Agera appunto), sia nel centro della città (casa e loggia Agera, edificata in via San Pietro Nuovo da Michelangelo Costantino tra il 1586 ed il 1642, a seguito del matrimonio del Magnifico Michelangelo Agera e Perna De Blaso). Della torre, oggi fortemente degradata, residuano minimi elementi architettonici, tra cui una caratteristica bifora, uno stretto ingresso difeso da caditoia ed alcuni possenti muri perimetrali. Al piano terra si evidenzia un ambiente, un tempo voltato a botte ed oggi scoperto, dotato di focolare, nicchie e un probabile cisterna interna, tipica delle torri difensive e forse sepolta sotto l'enorme cumulo di materiale pietroso, dovuto al crollo del piano superiore. Sulla facciata principale, ormai crollata, con molta probabilità spiccava lo stemma araldico degli Agera. All'interno del pericolante complesso, a differenza di altre simili strutture rurali, non vi è alcun ambiente destinato al culto religioso (una cappella). Ciò fa supporre che nei pressi di tale contrada anticamente sorgesse, al servizio del complesso difensivo, una piccola chiesetta rurale, di cui nel tempo si è persa ogni traccia (forse la chiesetta rurale dell'Immacolata, ubicata sulla vicina via del “Cuorchio”). Tutt'intorno sono presenti, sparsi sul suolo, cocci di epoca medievale, testimonianza di una florida viabilità rurale che collegava l'entroterra bitontino al mare di Giovinazzo. Oggi la torre, nei suoi resti superstiti, sprovvista di vincolo, “catalogata tra le masserie e chiese rurali di particolare interesse storico artistico”, come ci ricorda Pasquale Fallacara, è, oramai, destinata a scomparire tra gli uliveti e le cave di pietrisco presenti nella zone circostanti, “cancellando per sempre una delle tante dimenticate strutture rurali ricche di storia e di bellezza”» (a c. di Sergio Chiaffarata).
Fonti: http://www.itc.cnr.it/ba/sc/BTN/BTN0067.html, https://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/provincia000.htm#bitager, https://pugliaindifesa.wordpress.com/2016/12/20/49/
Foto: la prima è di Pasquale Fallacara su https://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/bitontager01.jpg, la seconda è di Sergio Chiaffarata su https://pugliaindifesa.wordpress.com/2016/12/20/49/
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