giovedì 18 febbraio 2021

Il castello di giovedì 18 febbraio



MELDOLA (FC) - Castello di Castelnuovo

A pochi chilometri da Meldola, non lontano dalla strada statale bidentina, che conduce in Toscana, si trovano i resti del castello di Castelnuovo. In quest’area sorgevano, oltre al castello, anche una pieve ed un borgo, sviluppatosi attorno alla fortificazione. Ad oggi non rimane traccia della pieve e del suo campanile, che è crollato negli anni ’70. Le pochissime indagini storico- archeologiche finora svolte sembrano collocare Castelnuovo in quella serie di castelli eretti nel X-XIII secolo, detti di seconda generazione perché edificati con lo scopo di difendere l’insediamento rurale, e spesso con prerogative di cittadine o quasi cittadine, a differenza dei castelli di prima generazione, nati nel tardo mondo antico come strumenti di difesa militare. Documentato fin dal 900, appartenne ai Calboli ed era conosciuto con il nome di Castrum novi. Passò poi in proprietà ai signori di Castrocaro e nel 1141 alla Chiesa Ravennate, per ritornare poi dopo alterne vicissitudini ai Calboli e ai Malatesta di Giaggiolo (In questo periodo si ritiene che il il Castello di Castelnuovo possa essere stato teatro del celebre episodio di Paolo e Francesca, gli amanti di cui ci racconta Dante nel V Canto dell’Inferno: questo perché Paolo era il capostipite della dinastia dei Malatesta della vicina Rocca di Giaggiolo). Riacquistato dalla chiesa di Ravenna nel 1234 passò poi nel 1350 agli Ordelaffi che fortificarono il sito e vi fecero costruire la torre. Di forma quadrata di ben 7 mt di lato ed alta 15 mt, con alla base mura di spessore superiori al 1,7 mt., la torre, a cui si accede tramite un breve sentiero in salita, si erge, maestosa, al centro della spianata del castello, oggi rivestita da un manto di prato verde: anche se della struttura mancano parti importanti, crollate nei secoli, è evidente il richiamo alla possenza del Medioevo e all’importante storia che tanti secoli fa ha interessato questi territori. La chiesa riuscì a reimpossessarsi del castello nel 1362 ad opera del cardinale Egidio Albornoz. I secoli successivi videro la dominazione dei Malatesta, dei Manfredi, degli Iseo, di Caterina Sforza e dei Veneziani che lo detennero fino al 1509. Tornato alla Santa Sede, venne infine concesso in feudo agli Iseo, agli Aldobrandini e per ultimi ai Doria Pamphilj. Dell'antico nucleo restano imponenti ruderi della torre, posta in posizione dominante in cima al colle, un agglomerato di case che probabilmente comprendevano il comune e l'ospedale di Sant'Antonio, e ad un centinaio di metri verso la valle i resti del campanile della pieve risalente al XV secolo. Dalla sommità del colle sul quale svetta la torre è possibile controllare le valli del Bidente e del Voltre con lo sguardo che spazia fino al mare. Ben visibili i vicini castelli di Teodorano, Meldola e Rocca delle Caminate. Grazie a questo video di Bacco (https://www.youtube.com/watch?v=N17XTWWteb0), possiamo osservare dall'alto attraverso le riprese di un drone, quel che resta di Castelnuovo di Meldola

Fonti: https://www.appenninoromagnolo.it/castelli/castelnuovo.asp, http://www.spaziindecisi.it/space/castello-di-castelnuovo/, http://www.castelnuovo.net/visita-a-castelnuovo/, https://www.giuseppevitagliano.it/2020/03/24/castelnuovo-rocca-abbandonata-di-paolo-e-francesca-urbex-italia/

Foto: la prima è presa da https://www.forlitoday.it/cronaca/undici-secoli-di-vita-per-castelnuovo-di-meldola-si-cercano-i-fondi-per-salvare-il-castello.html, la seconda è di Giuseppe Vitagliano su https://www.giuseppevitagliano.it/2020/03/24/castelnuovo-rocca-abbandonata-di-paolo-e-francesca-urbex-italia/

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