mercoledì 6 febbraio 2013

Il castello di mercoledì 6 febbraio




ANGHIARI (AR) - Castello di Montauto

Montauto ha origini molto antiche, fin dai tempi degli Etruschi. Vi fu eretta una torre di avvistamento Romano-Bizantina e fu feudo di Goffredo, figlio di Ildebrando, al quale l'imperatore Ottone I confermò nel 967 questi possedimenti nell'alta val Tiberina. Il castello vero e proprio ebbe la sua origine intorno tra il 1180 ed il 1190, periodo storico nel quale vengono menzionati per la prima volta i signori di Montauto come feudatari. Il maniero era il più potente della zona, con tre cinte murarie e un possente corpo centrale dotato di mastio. Costruito sulle rovine di una preesistente torre, prese il nome della montagna piuttosto irta: Monte Acuto. Nel 1300 era già un fortilizio vero e proprio, in grado di contenere 400 abitanti. La sua importanza era principalmente dovuta alla sua posizione: su un altura di oltre 700 metri praticamente imprendibile, con due lati sullo strapiombo della valle del torrente Sovara, uno protetto dalle rocce della montagna e il fronte rivolto all'unica via di accesso rinforzato da possenti difese, dalla quale il dominio sui territori circostanti era totale. Nel XIII secolo il castello, che fu anche proprietà degli Aldobrandeschi, ospitò più volte San Francesco di Assisi durante i suoi spostamenti dalla Verna, tanto che fino al 1503 nella cappella di Monatuto era conservata una sua tonaca, donata al conte Alberto Barbolani durante il suo ultimo viaggio. Proprio in quest'anno il maniero fu preso con l'inganno dai Fiorentini e tutti i suoi tesori vennero trafugati. La tonaca francescana venne portata a Firenze dove rimase fino a pochi anni fa, quando è stata collocata all'interno della cappella delle reliquie nella Basilica del Santuario della Verna. Distrutto quasi totalmente in seguito ad alterne vicende, il castello fu riedificato in epoca rinascimentale, grazie all'opera dell'importante architetto fiorentino Baccio d’Agnolo; la più evidente testimonianza di questi lavori è la bella torre d'angolo tronco-conica con forte scarpatura, rivolta alla via di accesso, tradizionalmente attribuita all'architetto Francesco di Giorgio Martini. Le bifore in pietra e le rifinituite delle logge sono appena successive, quando il castello divenne villa padronale. Oltre alla già nominata piccola cappella Montauto possiede anche una chiesa più grande con bel portale scolpito e fronte esterno fortificato. Nel 1880 il ramo dei  Barbolani che possedeva il castello si estinse, perciò la proprietà passò di mano in mano a diversi signori tra i quali i Boncompagni Ludovisi, che modificarono le finestre costruendo le attuali bifore in pietra serena con il loro stemma. Resistendo ad un bombardamento nel 1944, durante la II Guerra Mondiale, il castello è arrivato in buono stato sino al 1963, anno in cui fu riacquistato dagli attuali proprietari, la famiglia Barbolani di Montauto, discendenti degli stessi che lo avevano edificato. Nel corso dei secoli, oltre S. Francesco, il castello ha avuto altri ospiti illustri: principi germanici, cardinali, uomini di cultura come alcuni membri della famiglia Medici di Firenze, tra cui il futuro Papa Clemente VII. Oltre alla bellezza dell'edificio, notevole è la suggestione che suscita l'eccezionale panorama che abbraccia dall'alto l'intera Valtiberina. Attualmente, essendo proprietà privata, l'edificio non è liberamente visitabile. Per volontà di Federico Barbolani di Montauto è stata istituita l’Associazione Castello di Montauto, con lo scopo di mantenere al meglio e dare nuova vita al complesso architettonico. Nel periodo estivo, tra il mese di aprile, fino a ottobre, vengono infatti preparati negli spazi antichi del maniero incontri ed convegni culturali. Si dispongono anche gite turistico-culturali.

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