lunedì 30 novembre 2020

Il castello di lunedì 30 novembre



LANZO TORINESE (TO) - Torre civica di Aymone di Challant

Il nome di Lanzo si trova indicato in un atto del 9 luglio 1029 con il quale il vescovo di Asti dota il monastero di San Giusto di Susa di molti beni tra cui dei terreni nella zona del mathiese ove sorgeva il borgo lanzese. Nel 1159 Federico Barbarossa, con il "Diploma di Occimiano", conferma a Carlo I, vescovo di Torino, tutte le terre già in possesso dell'arcidiocesi di Torino, tra cui, appunto, la "Curtis del Lancia" (corte di Lanzo). Il castello di Lanzo fu costruito da Landolfo, vescovo di Torino dal 1011 al 1037. Era circondato da una cinta muraria con alcune porte fortificate che permettevano l'accesso al borgo che era attraversato da una via detta contrada la quale collegava il castello alla porta principale. Dalla contrada si dipartiva, trasversalmente, una serie di strette viuzze chiamate chintan-e (alcune ancor oggi esistenti), talvolta sormontate da archi e lunghi voltoni che le fanno somigliare a gallerie pedonali e, parallelamente alla contrada, sia verso Torino che verso Germagnano, si snodavano due strade strette che correvano sulla sommità delle mura di difesa conosciute come "Strade di Corserio". Successivamente, con vari toponimi, diviene feudo di appartenenza, con alcuni borghi delle Valli, di svariate casate: il primo signore di Lanzo di cui si ha memoria scritta è un tale Robaldo, i cui successori, tra cui Abbone, Giacomo e Giovanni, ricevettero il 15 gennaio 1219 il beneficio di tenere a Lanzo il mercato settimanale del martedì in cambio della terza parte dei proventi dello stesso. Il 7 novembre 1246 l'imperatore Federico II concedette a Tommaso II di Savoia varie parti del Piemonte, tra le quali le città di Ivrea, Castellamonte e Lanzo, consentendogli di costruire castelli e torri nei luoghi che gli sembrassero più consoni. Tale concessione venne poi ribadita da Guglielmo II il Grande allo stesso Tommaso, costringendo il Vescovo di Torino ad accettare tale decreto. Il principe Tommaso ne fece dono al fratello Amedeo IV di Savoia, il quale lo investì come signore di Lanzo. Sotto il governo della marchesa Margherita, vedova del marchese Giovanni I del Monferrato, e figlia di Amedeo IV di Savoia, signora di Lanzo, Ciriè e Caselle, nel 1305 Lanzo divenne una castellania, con tutti i privilegi che ciò prevedeva, tra i quali la Credenza e l'esonero per i lanzesi dal partecipare alla guerre al di là dei monti. Alla sua morte (avvenuta per la peste nera nel 1349), non avendo eredi maschi, Lanzo passò a Teodoro Paleologo, che poi lo trasmise alla figlia Violante, sposa di Aimone e poi definitivamente alla casa dei Savoia con Amedeo VI. Proprio nel 1377, sotto la guida del Conte Verde, la Credenza di Lanzo fece erigere il Ponte del Diavolo in modo da permettere l'apertura di una via rapida tra Torino e Lanzo senza dover passare per le terre canavesane, allora non più sotto mano diretta Savoiarda. In seguito alle guerre franco-spagnole in Italia della prima parte del Cinquecento, quando Carlo III fu costretto alla fuga a Vercelli carico di debiti, furono i lanzesi che dovettero pagare i 4000 scudi d'oro di riscatto ai Medici di Firenze per la sua liberazione. Quando però i francesi occuparono il Piemonte verso la metà del secolo XVI il castello di Lanzo, considerato uno dei più importanti del Piemonte, venne assediato, espugnato il 28 novembre 1551 e successivamente distrutto (1556-1557) dai francesi comandati dal duca Carlo di Brissac, eccezion fatta per la porta di accesso al borgo, ancor oggi esistente e ben conservata (torre civica di Aymone di Challant). In seguito alla pace di Cateau-Cambrèsis il borgo tornò in mano ai Savoia con Emanuele Filiberto (1559): costui affidò la castellania ai Provana e, nel 1577, passò Lanzo a sua figlia naturale Maria, sposa di Filippo I d'Este, dei marchesi di San Martino in Rio, assieme a tutte le Valli (eccezion fatta per Lemie ed Usseglio). In tale occasione Lanzo venne eretta al rango di marchesato. Il governo degli Este fu rovinoso per Lanzo, che perdette molti privilegi nei confronti dei paesi limitrofi, come quello di ottenere il dazio per ogni persona che transitava sul ponte del Diavolo, che all'epoca era l'unica strada di collegamento tra Torino e le Valli. In seguito all'assedio di Torino ed alla vittoria piemontese sui francesi, Vittorio Amedeo II, per ripianare i debiti del ducato, nel 1720 dichiarò nulle tutte le concessioni ottenute dai lanzesi negli anni passati, esautorò gli Estensi dal loro feudo e, dopo averle suddivise in castellanie, vendette le sue terre al migliore offerente. Fu così che il 1º luglio 1725 il marchesato di Lanzo venne venduto al conte Giuseppe Ottavio Cacherano Osasco della Rocca per 65000 lire. Il Cacherano fondò l'ospedale di Lanzo, costruito nel borgo vecchio in sostituzione dell'ospizio trecentesco in funzione nell'attuale chiesa di Santa Croce. Alla sua morte questo passò al nipote e nel 1792, non essendoci più eredi, tornò in mano regia. In seguito alla Rivoluzione francese, nel 1798 Carlo Emanuele IV decise di abbandonare i suoi territori in Piemonte per rifugiarsi in Sardegna e Lanzo passò prima in mano francese, poi in mano austriaca ed occupato, infine, dai russi di Suvorov. In seguito alla battaglia di Marengo il Piemonte tornò in mano francese e Lanzo divenne capoluogo di arrondissement, poi declassato a capo distretto (mandamento). Fu nel 1820 che venne costruito il ponte sul Tesso su progetto dell'ing. Mosca, permettendo un transito più agevole e sicuro attraverso il borgo e verso le Valli. La torre civica di Lanzo (1329-1357) porta il nome di Aymone di Challant, suo costruttore, giunto a Lanzo al servizio di Margherita di Savoia. In epoca medievale la torre era fornita di ponte levatoio e non aveva il tetto di copertura. Sulla sommità è posta la campana del comune e sulla facciata erano raffigurati gli stemmi dei Savoia e degli Estensi, signori della città (che sono praticamente scomparsi dalla seconda metà del Novecento). Anche se non quella attuale, una torre sembra già esistesse nel 1272 ed era la porta di accesso alla contrada del Borgo (attualmente via San Giovanni Bosco) che conduceva al castello posto sulla sommità del monte Buriasco. Stilisticamente, la torre è alta 20,50 metri ed è una tipica fortificazione trecentesca: ciò è evidenziabile dall'arco in cotto del fornice con doppia armilla acuta, dai capitelli su cui quest'ultima poggia e dal motivo decorativo delle caditoie e dei merli (col contrasto tra il rosso dei mattoni e il grigio chiaro della pietra dei beccatelli). All'interno della torre vi erano le nicchie e le guardiole di difesa e l'intera struttura era chiusa, oltre che dal ponte levatoio, da un robusto portone di cui si vedono ancor oggi i cardini e le tracce della saracinesca che serviva per la chiusura. Attualmente, in quella che probabilmente era la casa delle guardie, posta dietro alla torre, è sita la biblioteca civica "A. Cavallari Murat", centro rete del Sistema bibliotecario Valli di Lanzo, che possiede più di 300.000 volumi ed è sede della Società Storica delle Valli di Lanzo.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Lanzo_Torinese, https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_civica_(Lanzo_Torinese)

Foto: la prima è di Carlo Bonicatto su https://www.pinterest.it/pin/458804280763815743/, la seconda è di essegio50 su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/232687/view

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