COLLOREDO DI MONTALBANO (UD) - Torre in frazione Mels
In località Mels, nel comune di Colloredo di Monte Albano, sono visibili i resti di un castello, costruito in epoca antica su un colle sopra l’abitato e dato in feudo dal conte del Tirolo, rappresentante dell'imperatore Corrado II, alla famiglia dei Walsee. Ad esso sono legati i fasti di questa gloriosa famiglia dalla quale derivarono i rami Mels-Colloredo, Mels-Prodolone e Mels-Albana. Secondo il testamento scritto nel 1303 da Guglielmo di Mels, durante la discesa a Roma di Corrado II il Salico imperatore (Spira, 990 circa – Utrecht, 4 giugno 1039) per essere incoronato imperatore (27 marzo 1027), questi fu seguito dai fratelli della famiglia sveva dei Walsee (italianizzati in Valsa) Enrico e Eliobordo o Liabordo o Liobordo. Il primo ritornò in Germania mentre il secondo fu investito di questi territori. Il maniero fu costruito tra il 1027 e il 1045 e il primo documento che lo cita è un atto di donazione di Romano di Piligrino di Cividale a Emma figlia del fu Duringo di Mels datato 15 giugno 1126. Il castello di Mels fu incendiato 27 marzo 1262, ma se ne ignorano i motivi. Tuttavia, dopo poco tempo venne portato in piena efficienza e divenne oggetto della spartizione dei tre figli di Duringo II: Enrico, che ebbe Mels, reinvestito di questo suo feudo dal patriarca nel 1275; Anzuto, che ebbe Prodolone; e Glizoio che ebbe Venzone, che però il figlio Guglielmo cedette il 19 febbraio 1288 per contrasti con il Patriarca e con i proventi costruì un castello a Colloredo, che diede vita al ramo Colloredo-Mels. I Mels si allearono con il Patriarca contro i da Camino. Il 25 maggio 1315 i Mels parteciparono alla lega formata dagli Udinesi, i Gemonesi e da altri feudatari contro il conte Enrico di Gorizia. Questi si mise in testa a 500 armati e il 19 giugno prese il castello di Susans e il 25 quello di Colloredo e li fece distruggere. Prese anche Mels il 18 luglio, che venne restituito al conte di Buja. Nella seduta del Parlamento friulano del 4 luglio 1335, presieduta dal Patriarca Bertrando di San Genesio, venne deliberato, per far fronte alle minacce di Rizzardo da Camino, di dividere la Patria in quintieri. Mels entrò a far parte del terzo, nel territorio guidato da Udine, compreso tra il Torre, lo Judrio, la Stradalta, il Tagliamento e, a Nord, fino alla ideale linea passante per San Daniele e Colloredo. Il 5 marzo 1352 siccome degli abitatori del castello di Mels, che erano Duringo, figlio di Bosso, e i fratelli di Bosso, avevano preso parte alla congiura per l’uccisione del Patriarca Bertrando di San Genesio, il nuovo patriarca Nicolò I di Lussemburgo nella sua spietata vendetta, fece distruggere la loro parte del castello. L'edificio, rovinato, rimase in feudo agli altri familiari e aveva giurisdizione sulle ville di Mels, Melesons e San Salvatore. La famiglia aveva larghi mezzi e moltissime proprietà, tanto che un atto del 31 luglio 1365, da parte di Enrico fu Bernardo di Colloredo ai fratelli Glizoio e Giacomo di Mels riporta come parte del castello fu venduta per 4000 marche, assieme a beni presenti in 44 ville. Il castello fu ripristinato ma nel 1366 venne abbandonato dai suoi feudatari, che pur mantenendo la giurisdizione si trasferirono in quello di Prodolone, dando vita a quel ramo della famiglia. Nel 1389 fu dato ordine dal Vicario generale di Aquileia al clero che in ogni messa celebrata solenne celebrata durante le feste venisse annunciata la scomunica di Wolrico di Mels “… siccome membro del diavolo”. Sentenza forse però dettata da motivi politici. Negli anni seguenti il castello fu oggetto di successione come bene ma non fu più sede di residenza. Nel 1567 Girolamo di Porcia lo considera distrutto, ma probabilmente era solo diroccato, se l’11 agosto 1766 il luogotenente Alvise Mocenigo ordinò di ottemperare alla sua demolizione. Ciò che resta dell'intero fortilizio, lascia supporre un castello a pianta quadrangolare, difeso da una muraglia merlata, da una torre e cinto da tre terrazzature in concomitanza delle quali si apprezzano abitazioni trecentesche costruite a rinforzo della cortina. Oggi rimane di esso una torre, soprannominata “la torate” (torraccia), risalente al XII secolo, su cui si possono vedere i segni di vari restauri. La forma è quasi quadrata e risulta mozza a circa 15 metri di altezza. Il muro ha uno spessore di 1,4 m. La torre sorge sul limite nord del rilievo pianeggiante, sul percorso di quella che era la muraglia interna al castello, con la quale formava una comune linea di sbarramento. Sul versante settentrionale aveva un poggiolo con mensole sagomate. E' stata ricostruita parzialmente, in séguito ai danni sofferti nei terremoti del 1976, con le originali pietre nel 1995 a cura della Amministrazione Comunale di Colloredo di Monte Albano. La chiesa di Sant’Andrea, posta accanto alla torre, risalirebbe all’XI secolo, se si fa fede ad un documento del secolo XVI dove si trova scritto che fu consacrata nel 1056. Nel corso dei secoli il piccolo edificio culturale subì momenti di degrado ed abbandono, altri di restauro ed arricchimento. Nel 1597, la chiesa venne dotata della Pala dell’altare, attualmente nella chiesa parrocchiale di Ognissanti. Altri link proposti: https://www.turismofvg.it/monumenti-religiosi/torre-e-chiesetta-di-sant-andrea-di-mels, https://www.youtube.com/watch?v=hVm0H0yH4HM (video di mariutine sanvit)
Fonti: https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/colloredo-di-monte-albano-ud-torre-del-castello-di-mels/, https://consorziocastelli.it/icastelli/udine/mels, http://www.comune.colloredodimontealbano.ud.it/territorio/monumenti-e-arte
Foto: la prima è di Alessandro Plazzogna su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/88335/view, la seconda è presa da https://consorziocastelli.it/icastelli/udine/mels
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