COLMURANO (MC) - Mura castellane
In epoca medioevale Colmurano raggiunse la propria autonomia tutelata dal proprio Castello e da quello del vicino Montenereto (oggi Monteloreto), anche se, di volta in volta, costretto a subire le pressioni e le protezioni del vicino comune di Tolentino, allora grossa potenza economica e militare. Tanto è vero che i tolentinati, stufi delle azioni facinorose dei castellani, nel 1273 distrussero questo castello. Per i secoli futuri fu il solo Castello di Colmurano a governare l’intero territorio, ma il suo sindaco era un cittadino di Tolentino costretto annualmente a giurare fedeltà al comune oppressore nella Chiesa di S.Catervo in Tolentino. Nel periodo medievale la vita dei colmuranesi dovette svolgersi come quella di tante altre comunità civiche. L’attività annuale era scandita dalle vicende della vita agricola e dalle festività religiose. L’inizio dell’incastellamento dei personaggi colmuranesi più importanti nell’interno della città di Tolentino e la contemporanea cessione delle loro case e torri al citato Comune, ebbe inizio nel 1204. E proseguì nel tempo impoverendo notevolmente Colmurano. Forza di Tolentino nei riguardi dei grossi proprietari locali oppure preferenza di questi per una loro migliore sistemazione per superare le violenze del tempo? Non è facile risolvere questo interrogativo. Cessioni ed incastellamenti che portarono Tolentino ad essere condomina di torri, gironi ed altri beni colmuranesi. L’ultima cessione fatta a Tolentino avvenne nel 1255. Furono comunque un complesso di cessioni, se ne contano ottantaquattro, che portarono il potere in mano dei tolentinati. Il sindaco, come già detto, era un uomo imposto da Tolentino e non era quindi più scelto dal popolo colmuranese al quale non rimaneva altro compito che quello di pagare le nuove gabelle, essere disponibile con i propri uomini per necessità belliche e soddisfare tutte le altre obbligazioni che discendono dall’imperio del nuovo padrone. Finì così la breve storia di Colmurano autonoma. E siamo all’anno 1259. Da questo anno gli abitanti di Colmurano vissero quasi sempre subendo l’oppressione di altri socialmente e militarmente più forti di loro. Più di una volta hanno tentato di tirar su la loro testa e ragionare in proprio, ma hanno dovuto pagare molto cari, con vite umane, sacrifici, tassazioni, vessazioni ecc., questi atti che venivano considerati di ribellione. Ci riuscirono nel XV secolo e nell’anno 1487 si diedero anche regole di vita che ancora oggi si possono ammirare, per la loro bontà, leggendo gli Statuti che in quell’anno la comunità colmuranese emanò autoritariamente per se stessa. In questo periodo Colmurano si diede anche uno stemma, quello che ancora oggi rappresenta il Comune: un monte all’italiana e su di esso una vivace pianta di ulivo sormontata da una croce. Fu riconosciuto Comune nell’anno 1798, allorchè la Repubblica Romana istituì nelle Marche il Dipartimento del Musone con Macerata capoluogo e Tolentino primo Comune di quel Cantone che comprendeva il Comune di Colmurano. Fu una libertà illusoria quella vissuta in questo tempo dai colmuranesi perchè il potere era ritornato nelle mani… del suo secolare oppressore: Tolentino. Un periodo che miseramente crolla nel 1799 e cioè fino a quanto tutto il territorio torna sotto il dominio del Papa. Si raggiunge così la data del 2 aprile 1808, giorno in cui si entrò nel periodo napoleonico con l’annessione del territorio delle Delegazioni Pontificie al Regno italico. Colmurano finisce, con Urbisaglia e Sanseverino nel dipartimento del Tronto, Distretto di Fermo, Cantone di san Ginesio. Il castello di Colmurano comprendeva la torre ed il girone, ossia la cerchia delle mura, che può essere ricostruita nelle sue grandi linee sulla scorta di quanto rimasto. La torre, o castello vero e proprio, era ove oggi è la piazza su cui si affacciano la Chiesa parrocchiale e l’edificio del Comune. Dalla torre partivano le cortine, intercalate da torri minori, che circondavano l’abitato presente sulla spianata che aveva favorito l’insediamento sulla sommità del colle. L’accesso alla cittadina era ad ovest, verso il torrente Entogge e si conserva ancora, nonostante rinnovi ed adattamenti. Le mura si addossavano al colle seguendo l’andamento del terreno. L’ingresso era guardato e difeso da una torre. Una vecchia mappa di epoca settecentesca contiene uno schizzo panoramico di Colmurano dal quale si ha la conferma dell’esistenza di quattro torri e di una rocca. La strada che correva sulla sommità dei colli, preveniente da San Ginesio, la disimpegnava; strada che poi, oltrepassato Colmurano ed Urbisaglia, scendeva definitivamente sul fondo valle del Fiastra laddove questa riceve le acque dell’Entogge ed ingloba al suo interno la meravigliosa Abbazia Cistercense di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra. Una moderna nuova strada unisce oggi Colmurano alla Strada Statale Picena che corre nel fondovalle del Fiastra. Il centro storico del paese conserva ancora tratti delle mura difensive trecentesche e quattrocentesche, provviste di bastioni, e il torrione poligonale a difesa della porta ogivale di San Rocco, anteriore al 1200, ancora oggi quasi intatta e un tempo dotata di ponte levatoio e con soprastante torre triangolare. La porta S. Rocco è ultima rimasta degli antichi accessi cittadini. Altri link di approfondimento: https://www.sibillinigo.it/colmurano/ (video), https://www.facebook.com/watch/?v=1367893630085860 (video di Comune di Colmurano)
Fonti: http://turismo.comune.colmurano.mc.it/alla-scoperta-del-comune/la-storia/, https://it.wikipedia.org/wiki/Colmurano, https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-colmurano-mc/
Foto: tutte e tre prese da https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-colmurano-mc/
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