POGGIO SAN MARCELLO (AN) - Castello
Le origini del Castello si devono far risalire al XIII secolo. Le cronache riferiscono che doveva essere di quel periodo una "villa" sopra il colle, dove esercitava la sua giurisdizione feudale il vescovo di Jesi. Le testimonianze degli insediamenti monacali del 1200-1300 sono tuttora visibili dalla piccola chiesa di San Marcello al Poggio di stile romanico-benedettino nel cui interno è stato rilevato l'affresco di una crocifissione di sicura e provata scuola fabrianese risalente al 1400 (ora restaurato ed esposto nella chiesa parrocchiale); la chiesa di Santa Maria del Monte (a qualche chilometro dal centro abitato, lungo la via Gioncare) di cui, dall' archivio vescovile, si ha notizia fin dal 1200 e la Cripta Gotica risalente anch'essa al 1300. Nel 1261 il Castello di Poggio San Marcello è citato come una realtà urbana già consolidata e fortificata. Entrò nell'orbita del comune di Jesi dal 1301. La sua soggezione alla potente città della valle è documentata da un importante documento del 1530. Si tratta della più antica pergamena che attesta la presentazione del tradizionale palio da parte del Castello alla città dominante, in occasione della festa di San Floriano, protettore di Jesi. Poggio San Marcello nel cupo triennio 1452-1455, durante il quale avvennero scorribande turche, fu annoverata come una tra le borgate non difendibile in caso di assedio, perché Castello aperto. Dopo il terremoto del 1502-1503 Poggio San Marcello realizzò le sue mura castellane e la sua popolazione si spostò gradualmente dal Poggio, dentro le mura castellane. In fondo al paese, precisamente nella parete esterna della torre dell’orologio, sotto il quadrante di Levante, troviamo una piccola lapide in cotto nella quale viene riportata traccia dell’edificazione della porta del castello sotto il pontificato di Callisto III (1455). Allora furono apportati accorgimenti per rendere arduo l’ingresso al castello, fu costruita una porta guardata militarmente per entrare ed uscire dall’abitato posto sul cucuzzolo del Podjum (una ripida rampa di accesso alla porta), così da rendere possibile il controllo della gente all’ingresso. Il Podjum fu costruito dal Vescovo Feudatario di Jesi, Grimoaldo, fra il 1199 ed il 1207, e fu ristrutturato con la costruzione della porta. A destra della porta d’ingresso del Borgo, sorge il vecchio Oratorio del 1450 (La Cripta), che inizialmente rivestiva il ruolo provvisorio di chiesa parrocchiale prima della costruzione della Chiesa di San Nicolò. Sempre in fondo al paese, vicino alla porta troviamo la torretta civica con l’orologio pubblico costruito da Pietro Mei di Montecarotto nel 1848 e autenticato come sua opera numero 20, sulla rotella dentata di bronzo. Ancora oggi tale orologio funziona battendo tutti i quarti e le ore. Sotto il pontificato di Papa Innocenzo X (1646), Poggio ottenne il permesso di aprire la seconda Porta del Paese, forando ad arco le mura castellane in fondo al polo opposto della pianta ovale della cinta, proprio sotto il camminamento turrito da cui le sentinelle sorvegliavano la piazza che dà sulla strada strada principale. Il fatto è di enorme importanza poiché ciò ammette la fine delle incursioni militari. La porta è sovrastata dallo stemma del Comune che è uguale a quello di Jesi, dalla cui signoria cominciò a dipendere all’inizio del XIV secolo. Anche il campanile con la cuspide a pera, secondo l’inventiva di frate Conforto, dovrebbe risalire alla giusta metà del XVII secolo. Del Castello Medioevale degli inizi del 1500 resta la notevole cinta muraria che si presenta quasi senza soluzione di continuità ad abbraccia le abitazioni assiepate all’interno, entro un circuito di forma ovale di 150 m X 100 m, con i poli rappresentati dalle due porte. Sei bastioni di forma diversa rafforzano il sistema difensivo. Il bastione fiancheggiante la porta occidentale è a pianta pentagonale con sporto beccatelli sopraelevati; l’altro vicino alla porta opposta è di forma quadrangolare, scarpato ed elevato con edicola al centro e sovrastante una cornice di mensole; il successivo verso nord è esagonale irregolare, massiccio e severo, senza beccatelli; segue poi un torrione sopraelevato e infine un piccolo torrione pentagonale mozzato. La porta d’ingresso ad ampio raggio è sovrastata da beccatelli, quella dal lato opposto è inscritta in un arco sostenuto da pilastri. I bastioni sono stati ricostruiti da Domenico di Giovanni da Bellinzona nel 1503. Il tessuto edilizio interno è attraversato da una stretta via longitudinale che va da porta a porta ed è denominata Corso Tarcisio Tassi fiancheggiante le due stradine quasi, parallele altrettanto strette (la via verso il versante est è denominata Corriola, in ricordo agli arbusti arrampicanti, dai frequenti fiori bianchi a forma di campanella). Vicoli trasversali ancora più stretti assicurano la la comunicazione alle abitazioni, sicché anche all’interno della cinta muraria, il Castello conserva qualche nota dell’aspetto medievale, costituendo un’interessante immagine non troppo alterata del tempo, del tipico Castello Medievale della Vallesina. Altri link da consultare: https://www.lemarche.com/comuni/poggio-san-marcello/, http://www.avventuramarche.it/dettaglio_comune.asp?nome_comune=Poggio%20San%20Marcello, https://www.youtube.com/watch?v=nCzIGntD0OY (video di In volo con Giaggio)
Fonti: https://www.comune.poggiosanmarcello.an.it/zf/index.php/musei-monumenti/index/dettaglio-museo/museo/6, https://www.castellidelverdicchio.it/it/comune/comune/2/
Foto: la prima è presa da https://marchetravelling.com/ancona/san-marcello/, la seconda è di Stazio Vinicio su https://mapio.net/pic/p-20572512/
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