FILIANO (PZ) - Castello di Agromonte
Il sito medievale di Acermontis è ubicato nella foresta demaniale di Lagopesole e domina sulla Valle di Vitalba. Le testimonianze più antiche di Agromonte risalgono al 9 giugno 1152. In un breve pontificato di papa Eugenio III che enuncia i casali e le parrocchie comprese nella giurisdizione ecclesiastica del vescovo di Rapolla. «Era un centro abitato, con castello sito a sud-est dell’odierna frazione di Filiano, denominata Scalera, […] al tempo dei romani era un importante nodo stradale, dove la via Erculeia si incrociava con la strada che, partendo da Venosa, congiungeva l’Appia Antica con la Via Popilia, a Marcelliana nel Cilento, dopo aver attraversato la Valle di Vitalba e l’Appennino Lucano nei pressi del Monte S. Croce. Sotto il governo di Carlo I d’Angiò, nel 1267-68, Agromonte prese parte alla rivolta Ghibellina, il suo castello e il suo abitato furono molto danneggiati….». Nel XIII sec. contava più fuochi di Avigliano. Nel 1330, rimase ad Agromonte solo una piccola domus e poche decine di abitanti, che in quell'anno l'abbandonarono definitivamente con le loro umili dimore, sparse intorno alla chiesa non più parrocchiale, grazie ai privilegi ed esenzioni concesse da Giovanni D'Angiò, per ripopolare Atella. Ricorda G. Fortunato in “Il Castello di Lagopesole” nel 1902: “sorge Agromonte sul dosso di un promontorio che scende al ponte Cerasale presso la confluenza con il Torrente Sterpito … Il suo nome è sempre vivo tra gli abitanti della Valle: vivo come i suoi pochi ruderi fra le annose querce del bosco, al di sopra della galleria omonima del tratto di strada ferrata dalla stazione di Forenza a quella di Lagopesole: in alto la bicocca, al basso la chiesetta, e questa dall'abside ancora visibile, ancora cinta di sepoltura”. G. Fortunato sosteneva che questo castrum era in comunicazione con il vicino castello di Lagopesole attraverso un condotto sotterraneo, ipotesi mai verificate nella realtà. Al fascino di questa memoria antica si associa un contesto naturalistico unico, dove a una situazione geologica articolata si affianca un ottimo sodalizio floro-faunistico. Della medioevale Acermontis sono ancora visibili, nascosti tra le radici degli alberi, muschi e foglie secche, i resti delle antiche mura di cinta della città medievale. Continuando a camminare si arriva, poi, ai resti di quella che doveva essere un’antica chiesa e lo si capisce dalla forma del perimetro dell’edificio, oltre che dalle decorazioni sulle pietre lapidee. Riprendendo il sentiero principale, pochi metri più avanti si trovano i resti di un palazzetto signorile. Quei ruderi sono ancora oggi visitabili, sul clinale che sovrasta la fontana di Sparciaboschi lungo la rotabile che da Scalera porta a Dragonetti. Il sito, proprio perché abbandonato in antico, fu spesso rifugio di briganti.
Fonti: https://www.prolocofiliano.it/Filiano/Luoghi-di-interesse/Riserva-antropologica-Agromonte-Spacciaboschi, testo di P. Rescio su http://www.old.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/cultura/percorsi/castelli/avigliano_agromonte.htm, https://www.fondoambiente.it/luoghi/acermontis-agromonte-spacciaboschi?ldc, https://www.prolocofiliano.it/Filiano/Storia/Una-Passeggiata-nella-Storia/A-spasso-tra-le-rovine-di-Acermontis
Foto: la prima è presa da https://www.prolocofiliano.it/Filiano/Luoghi-di-interesse/Riserva-antropologica-Agromonte-Spacciaboschi, la seconda è presa da https://www.mondimedievali.net/Castelli/Basilicata/potenza/agromon01.jpg
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