VIGOLZONE (PC) - Castello in frazione Bicchignano
Bicchignano fece parte del feudo di Veano, anch'essa frazione del comune di Vigolzone e distante pochi chilometri da Bicchignano, di cui si ha notizia a partire dal 1043 quando fu donato al monastero di San Savino. Bicchignano ospita i resti di un antico castello medievale conosciuto anche come Castellone, Castellaccio o Castellazzo, una fortificazione situata in una posizione dominante sulle prime propaggini collinari della val Nure. Esso occupava una posizione strategica all'interno del sistema difensivo della famiglia Anguissola, che si estendeva tra la media val Trebbia e le vallate limitrofe fino ad avvicinarsi alla città di Piacenza. Il castello venne citato per la prima volta nel corso dell'XI secolo, periodo durante il quale esso fu donato al monastero di San Savino di Piacenza; successivamente entrò a far parte dei possedimenti della famiglia Anguissola, divenendo uno dei capisaldi del suo sistema difensivo. Nel 1324 divenne di proprietà di Gandolfo Zanardi. Nel 1404 divenne un possesso di Bernabò Landi, che avviò una serie di lavori di espansione e rafforzamento della fortificazione. Nel corso del mese di gennaio del 1513 la fortificazione, divenuta nel frattempo di proprietà della camera apostolica, venne ceduta al conte Ettore Scotti; passata ai suoi figli, nel 1527 fu acquistata da Claudio Landi. Il castello fu, poi, comprato dalla famiglia Zanardi Landi, la quale nel 1577 ne ottenne l'investitura feudale. Verso la fine del Cinquecento, all'epoca del dominio dei Farnese il feudatario doveva pagare ai duchi due forme di formaggio in luogo di dieci fagiani come Censuo quinquennale. Il castello venne, infine, abbandonato nel XVIII secolo, durante il quale divenne di proprietà dei conti Costa.Durante la seconda guerra mondiale, nell'ambito della lotta partigiana, fu teatro di scontri tra i partigiani e le truppe tedesche. Questi scontri causarono ulteriori danni alla struttura. Della costruzione, realizzata in pietre di fiume dotate di un rivestimento in laterizio, rimangono solo alcuni resti, dai quali traspaiono tuttavia elementi a testimonianza dell'originaria importanza strategica e grandezza della fortificazione. Il più imponente è il rudere di un torrione (fatto risalire all'inizio del Trecento) dotato di un'alta base scarpata e lunghi beccatelli su cui poggiava il cammino di ronda, tutti elementi caratteristici della tipologia architettonica sforzesca. Il complesso presentava originariamente una struttura a pianta quadrangolare dotata di due torri di forma quadrata situate ai vertici contrapposti, orientate rispettivamente a occidente e a oriente. Relativamente alla consistenza del castello, interessanti informazioni possono essere desunte dai contratti di locazione dei dazi del fieno e del vino del XVI secolo che testimoniano l’esistenza della “camera ab igne” e di una stanza superiore “appellata la camera bianca”. Lo stato di abbandono del complesso sta cancellando, progressivamente, le parti superstiti aggredite dalla vegetazione e compromesse dai crolli.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Bicchignano, https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Bicchignano, http://www.altavaltrebbia.net/castelli/val-nure/2173-castellone-di-bicchignano.html, http://www.turismoapiacenza.it/resti_del_castello_di_bicchignano.html
Foto: la prima è di FAM~itwiki su https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Bicchignano#/media/File:Castello_di_Bicchignano.jpg, la seconda è Luigi.Milanesi su https://mapio.net/pic/p-14216711/
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