martedì 31 agosto 2021

Il castello di mercoledì 1 settembre



CASTELNUOVO BERARDENGA (SI) - Castello di Cerreto Ciampoli

Oggi sono in pochi a sapere che tra Pievasciata e Pianella, a ridosso del corso dell’Arbia, si conservano i ruderi del Cerrettaccio, un castello posizionato su un altura collinare che domina la Val d’Arbia e una buona porzione del Chianti, lungo una bellissima strada panoramica che si dirige verso il paese di Vagliagli. Siamo nel cuore del Chianti senese, lungo un percorso in mezzo ad un bosco di lecci, quando all’improvviso si apre davanti a noi un arco di pietra: stiamo entrando nell’antico castello di Cerreto Ciampoli che per secoli difese i confini della Repubblica senese in questa zona. Alcuni documenti d’archivio confermano l’esistenza di questo castello già nell’anno 1097 e attestano che la struttura venne poi venduta nel 1142 ad una consorteria locale, poi detta dei Cerretani (da qui il nome del castello). Sappiamo anche che dal 1230 circa vi veniva inviato ogni sei mesi un Podestà Senese ad amministrare la giustizia. Nel 1232, il Cerreto Ciampoli venne espugnato dall’esercito Fiorentino, che successivamente firmò con i Senesi un accordo secondo cui la fortificazione sarebbe dovuta essere destrutturata in breve tempo, cosa che non si realizzò mai. Alla fine del XIII secolo, Siena tornò in possesso di una parte del castello e successivamente, nel 1348, di tutto. Nel 1491, al momento della massima espansione territoriale della Repubblica senese, fu dato incarico a tre grandi tecnici dell’epoca di ricostruire il fortilizio, anche perché la pressione fiorentina ai confini si faceva sempre più forte. Difatti durante la “ Guerra di Siena” 1554/1555 che avrebbe definitivamente sancito la vittoria di Firenze, il castello venne distrutto (scrive il Pecci nel “settecento) e la bellissima torre del cassero quasi certamente abbattuta dai senesi per non consegnarla ai diversi briganti e fuoriusciti che lì potevano trovarvi rifugio (ma se ne individuano ancora facilmente le fondamenta e i grossi spezzoni crollati al suolo e adagiatasi su un fianco costituendo sicuramente uno degli scorci più stupefacenti che la visita al castello può regalarci). Da allora i resti dell’importante Castello sono là, non l’ammasso informe di murature che disegnò il Romagnoli nell’Ottocento, ma testimonianza orgogliosa di 500 anni di gloria, anche la torre con le sue dimensioni ciclopiche (ogni muro è largo 180 cm) pur caduta e spezzata, non si è sbriciolata, a dimostrazione di murature a sacco perfettamente realizzate, e così le alte cortine murarie presenti in più punti . Alcuni particolari (come le feritoie) mostrano l’estrema accuratezza costruttiva e quindi l’importanza del luogo che i restauri del XV secolo non hanno coperto. Ancora oggi analizzando le architetture dell’edificio si evidenzia dopo la sua fondazione una massiva fase di ristrutturazione e di trasformazione del complesso, databile tra il XIV e il XV secolo, in una vera e propria fortezza. I ruderi sono ben visibili, sebbene siano in parte nascosti da una folta vegetazione. Le strutture della fortificazione che caratterizzano le parti superiori degli ambienti mostrano elementi architettonici databili ai secoli centrali del Medioevo. Sono ben identificabili anche tracce di abitazioni, una delle quali doveva avere un soffitto a volta. Parti delle mura perimetrali furono probabilmente rifatte nei secoli centrali del Medioevo, vi è inoltre una seconda cinta di mura su cui si innesta una rampa di scale in pietra realizzata per accedere alla strada intagliata sul piano di roccia lungo il lato nord del complesso. Questo circuito murario doveva avere sul lato nord-ovest una porta di accesso in pietra con arco a tutto sesto e una seconda porta doveva trovarsi sul lato sud-ovest, ma i crolli e la boscaglia non permettono di individuarla con certezza. In questa zona, al di fuori del circuito murario, è presente anche una piccola chiesa di forma rettangolare con un interessante architrave monolitico sulla facciata. A poca distanza dal castello vi era anche una piccola capanna di pietre e legna, situata nelle sponde di un piccolo lago dove viveva da molte generazioni una famiglia di tempestarii “alleati” dell’esercito Senese. Nel Medioevo infatti veniva attribuito un grande potere agli stregoni, che erano ritenuti capaci di controllare alcuni aspetti della natura e di tutto quello che creava il cielo. A livello popolare si credeva che gli stregoni con i loro poteri potessero controllare temporali, vento, fulmini e i tuoni. Si trattava del potere di quelli che venivano appunto chiamati tempestarii. Gli uomini del Medioevo erano soliti pronunciare le parole “Aura levatitia est”, quando sentivano un tuono o vedevano un fulmine, una sorta di formula per contrastare il potere dello stregone che aveva fatto l’incantesimo e aveva così scatenato la tempesta. I tempestarii potevano utilizzare la loro facoltà di avere al loro comando l’atmosfera contro i nemici: potevano anche concentrare la grandine in un unico punto per uccidere il loro nemico. Proprio come accadde durante la battaglia tra Guelfi e Ghibellini per la contesa del castello di Cerreto. Infatti nel 1232 mentre i Fiorentini tentavano di espugnare la rocca vi furono dei tuoni e dei lampi che dettero seguito ad un forte temporale. Questo evento fece fuggire a riparo l’esercito Guelfo, terrorizzato dalla magia creata dai tempestarii alleati dei Ghibellini. Altri link per approfondimento: http://stats-1.archeogr.unisi.it/repetti/includes/pdf/main.php?id=1447, https://andreapagliantini.com/2021/04/27/i-ruderi-del-castello-di-cerreto/ (con varie foto)

Foto: la prima è presa da http://www.sienafree.it/archivio/94411-alla-scoperta-del-castello-del-chianti-con-cerreto-ciampoli-e-i-cerretani, la seconda è del mio amico Claudio Vagaggini su https://www.facebook.com/CastelliRoccheFortificazioniItalia/photos/a.10158283057950345/10153356937190345

Fonti: https://castellitoscani.com/cerreto-ciampoli/, testo di Gabriele Ruffoli su http://www.sienanews.it/in-evidenza/il-castello-di-cerreto-e-i-tempestarii-del-cerretaccio/, testo su https://www.facebook.com/castelberardengo/posts/il-castello-di-cerretoanche-cerretaccio-e-cerreto-ciampolidirettamente-dal-medio/994164521018687/

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