UMBERTIDE (PG) - Rocca di Preggio
L’ antico borgo di Preggio si trova a 630 m. di altezza a circa 18 km a SW di Umbertide vicino al confine con il comune di Passignano sul Trasimeno. La Rocca di Preggio, per la sua posizione dominante, era considerata tra le più importanti del territorio Perugino e dell’Alta valle del Tevere. Nel 917 viene citata in un documento dell'imperatore del Sacro Romano Impero Berengario I, che la confermava come signoria del marchese Uguccione II Bourbon del Monte. Preggio fu dunque feudo imperiale ma anche dominio ecclesiastico. La storia ecclesiastica si intreccia con quella civile e Preggio, relativamente ai beni parrocchiali, è citato tra i possedimenti dell’Abbazia di S. Maria di Valdiponte, già esistente alla fine dal X secolo e oggi nota col nome di Montelabbate. Verso la fine del feudalesimo il borgo chiese la protezione a Perugia invece che ad Umbertide allora “Fracta filiorum Ubertis”. Dal 1189 Preggio, pur mantenendo diritti e privilegi, segui le sorti degli altri castelli perugini e fu molto considerato per la posizione che occupava nel sistema difensivo della città. Nel XIII secolo (1282) era il castello più popolato del Comune di Perugia, avendo alle sue dipendenze quattrocentoventidue famiglie, e, forse, anche il più temuto per la sua turbolenza e per le iniziative di reazione contro le autorità perugine, capeggiate spesso dallo stesso priore (si ricorda che nel 1225 la comunità si ribellò a Perugia). Perugia, ogni sei mesi, vi eleggeva un podestà che amministrava la collettività e ne rendeva conto ai magistrati. Nel 1313 il castello di Preggio aveva necessità di interventi ed i priori perugini dettero ordine di restaurare le mura, esentando gli abitanti dal pagamento di tutte le imposte per tre anni. Nel libro degli Atti dei Conservatori della libertà di Perugia si legge che nel 1389 fu ordinata la costruzione della Rocca di Preggio, ma nel 1392 non era ancora ultimata, si provvide invece a scavare pozzi per approvvigionare di acqua la città in caso di assedio. Tutte le parti del castello furono rese comunicanti tra loro attraverso cuniculi sotterranei. Nel secolo XIV i Perugini rafforzarono il castello e stipendiarono soldati per la minaccia dei fuorusciti appoggiati dai Fiorentini, cosa che avvenne nei primi giorni di marzo del 1390 quando i nobili fuorusciti occuparono Borghetto e si spinsero fino a Reschio e Preggio. Dopo un’accanita battaglia quattro assalitori furono uccisi e i compagni, sconfitti, costretti a darsi alla fuga. Nel 1392 Biondo Michelotti, capitano di ventura e signore di Orvieto, giunse nel territorio perugino. Accompagnato da due celebri capitani, Broglia di Chieti e Brandolino di Forlì, e dal conte Giovanni da Barbiano con seimila cavalli e un gran numero di fanti, il Michelotti portò lo sgomento tra i soldati che difendevano Perugia, facendone molti prigionieri. I priori della città trattarono la tregua con Biordo, promettendo di pagare seimila fiorini d’oro purché si allontanasse da Perugia. Il Michelotti accettò, ma non poté impedire che venissero distrutti castelli, molini, abitazioni. Nel 1427 i Perugini scoprirono che alcuni abitanti del castello aizzati dal parroco, tramavano coi fuorusciti per farli diventare padroni del luogo; scoperti, i cospiratori vennero arrestati, condotti a Perugia e decapitati sulla pubblica piazza. Nel 1438 i priori perugini ordinarono che al castello di Preggio si rifacessero le mura, dove ne avesse bisogno e si fortificassero tutte le sue parti e per questi interventi furono assegnati duecento fiorini di danari pubblici. Nello stesso anno venne scoperta un’altra congiura per ribellarsi a Perugia e Don Nicolò di Preggio, svelato come capo dell’iniziativa, fu denunciato ed imprigionato ma dopo molti anni di reclusione evase dal carcere perugino con la complicità di Nicolò Montemelini. Nel 1439 Preggio subì la scorreria dei Tifernati, che ne rivendicavano il possesso, e con l’aiuto di alcune compagnie di cavalieri di Pietro Torcilo agli ordini del Patriarca, ne invasero il territorio e si abbandonarono al saccheggio. Per intervento dello stesso papa Eugenio IV, che mandò un ordine fulminante a Lorenzo di Todi, governatore di Città di Castello, gli uomini catturati furono rilasciati e i Castellani ammoniti severamente. Nel 1444, temendo l’arrivo dei soldati fiorentini e di Simonetto loro comandante, i Perugini restrinsero le mura del castello per meglio organizzare la difesa ed in seguito a questa decisione furono stanziati duecento fiorini e Preggio fu esonerato dal pagamento di tasse per dieci anni. I Fiorentini, come previsto, giunsero in Umbria e invasero le terre del Pontefice nel giugno del 1479 e dopo aver tentato invano di prendere Perugia, occuparono e saccheggiarono molti castelli del contado, tra i quali Preggio e Cartel Rigone; i due castelli furono riconquistati non molto tempo dopo dai Perugini aiutati dai Napoletani. Le occupazioni da parte dei Fiorentini però non cessarono fino a quando Lorenzo de’ Medici firmò la pace col Papa e Preggio tornò sono la giurisdizione di Perugia. Nel 1540 si ebbe la famosa “Guerra del Sale” decisa dalla Bolla del 21 gennaio di papa Paolo III con la quale se ne aumentava il prezzo. La rivolta che si ebbe fu stroncata dalle truppe papaline e Preggio, fu occupato da trecento militari spagnoli. Gli abitanti del castello piombarono nella più avvilente costernazione e nella più squallida miseria. Con suppliche commoventi chiesero soccorsi ai Conservatori dell’Ecclesiastica Obbedienza di Perugia per non essere costretti ad abbandonare la loro terra e andare raminghi altrove con le famiglie. La precaria situazione fu presa in tale considerazione che per dieci anni il territorio di Preggio fu esentato da qualsiasi tassa. Nel XVII secolo Il territorio perugino era entrato così a far parte dello Stato Pontificio: con Perugia anche Preggio passò sotto la giurisdizione papale, e il potere si accentrò nelle mani del clero locale. Secondo le norme dettate dal Concilio di Trento i parroci, avevano l’obbligo di tenere i registri delle anime, i “libri dei fuochi” in cui segnare accuratamente non solo nascile, matrimoni e decessi, ma perfino le pratiche religiose dl ciascun fedele. A seguito della guerra tra il Pontefice e il Duca di Toscana, nel 1643-44 furono distrutte in maniera irreversibile la cinta muraria, la Rocca e la sede comunale; furono danneggiate la Canonica ed altri edifici. Nella zona di Preggio ebbero possedimenti anche i degli Oddi, storica casata perugina antagonista dei Baglioni, e di cui Francesco degli Oddi viene ricordato per essere stato guardiano del convento francescano intorno al 1480. Gentile di Biordo degli Oddi parla nel suo testamento del 1504 di una dipinto della raffigurante la Madonna e destinato alla Chiesa della Ss. Trinità in San Francesco. Il paese ha perso gran parte della cinta muraria essendo stata inglobata nelle abitazioni che vi sono state costruite sopra. Molto ben conservato il vecchio palazzo della Canonica. Nella parte più alta della collina sono presenti i ruderi della Rocca. Visita del borgo con drone: https://www.youtube.com/watch?v=WOXAmtC2kIM (video di Mat Hall). Altro link consigliato: https://www.comune.umbertide.pg.it/it/page/bellezze-ambientali-e-architettoniche (dal minuto 4:58), video di Comune di Umbertide.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Preggio, https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-preggio-umbertide-pg/, https://www.perugiatoday.it/cronaca/itinerario-castello-preggio-storia.html
Foto: la prima è di Cantalamessa su https://it.wikipedia.org/wiki/Preggio#/media/File:Rocca_di_preggio.JPG, la seconda è presa da https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-preggio-umbertide-pg/
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