MONTICIANO (SI) - Fortezza di Petriolo La fortezza di Petriolo, posta sul confine di Civitella di Paganico e di Monticiano, è legata al nome degli Ardengheschi ed è famosa per le sue acque sulfuree dai poteri curativi, riconosciuto anche nell’antichità e celebrate da scrittori e poeti quali Folgore da San Gimignano. La fortezza di Petriolo, posta sul confine di Civitella di Paganico e di Monticiano, è legata al nome degli Ardengheschi ed è famosa per le sue acque sulfuree dai poteri curativi, riconosciuto anche nell’antichità e celebrate da scrittori e poeti quali Folgore da San Gimignano. La fortezza di Petriolo, posta sul confine di Civitella di Paganico e di Monticiano, è legata al nome degli Ardengheschi ed è famosa per le sue acque sulfuree dai poteri curativi, riconosciuto anche nell'antichità e celebrate da scrittori e poeti quali Folgore da San Gimignano. Le Terme di Petriolo erano già conosciute fin dall'epoca romana, tanto da essere citate in un'orazione di Cicerone e in un epigramma di Marziale; inoltre, nella zona sono stati rinvenuti alcuni resti di epoca etrusca e romana, sia nel versante grossetano che in quello senese. Il toponimo attuale è, tuttavia, di epoca duecentesca, essendo ricordate in documenti ufficiali a partire dal 1130. In epoca rinascimentale, e più precisamente all'inizio del Quattrocento, fu costruito il primo complesso termale in muratura, lungo la sponda settentrionale del fiume Farma, nel territorio comunale di Monticiano. Nel 1404 intorno alle Terme fu realizzata la cinta muraria, tanto che il luogo divenne conosciuto come Castello Termale di Petriolo, eretta a protezione della fonte termale stessa e per consentire alla Repubblica di Siena di far pagare una sorta di biglietto di ingresso ai visitatori. Ancora oggi di questo mirabile esempio di terme fortificate si possono ammirare gran parte delle mura quattrocentesche, alte mediamente sei metri, delle tre torri di avvistamento (Ovest, Sud-Ovest e Sud-Est), la Torre della Repubblica Senese (Nord), la porta detta "di Siena" e l'antica Locanda, appena fuori le mura. La cinta muraria è quasi integralmente conservata a parte circa venti metri abbattuti per permettere l’adeguamento della strada provinciale e il lato sul Fiume in cui, nei secoli, alcuni crolli connessi con le piene ne hanno modificato integralmente la conformazione. La Torre Nord è quella di maggiore dimensione. Composta da cinque livelli, fino a qualche decennio fa utilizzata come residenza da religiose, oggi versa in grave stato di compromissione. Delle vere terme antiche, che erano costituite da quattro locali con volte a crociera, resta un solo ambiente che si apre all'esterno verso il fiume con arcate a tutto sesto poggianti su pilastri ottagonali sopra il quale si trova la chiesetta di Santa Maria. Era questo il cosidetto "Bagno Nobile di Petriolo". Durante il Rinascimento le terme assunsero anche un notevole prestigio, tanto che vi si recarono alcuni personaggi della famiglia dei Medici e dei Gonzaga (tra cui Alessandro Gonzaga, che soffriva di rachitismo), oltre a Papa Pio II Piccolomini che vi si fermò più volte per curare la "podagra" di cui soffriva, da qui partirono anche importanti bolle papali. Dopo un periodo di decadenza, nel 1713 fu l'Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena a risollevare le sorti di Petriolo, in precedenza passato alla corona granducale di Toscana e da questa assegnato alla famiglia Cospi nel 1648, ma purtroppo furono demolite le mura pericolanti e le loro pietre usate per il restauro dello stabilimento. Un nuovo restauro, coordinato da Italia Nostra, è iniziato nel 2018 ed è in corso (a tal proposito guardare questo di video di italianostra_associazione: https://www.youtube.com/watch?v=8ELJIevRXfA&t=146s). La locanda è stata già completamente recuperata, attraverso una profonda ristrutturazione, sia edile che impiantistica e sarà destinata a punto di ristoro con camere. La torre Nord e le antiche mura sono state per gran parte accuratamente ripulite dalla vegetazione infestante, consolidate con il metodo del cuci-scuci, iniezioni di malte di calce consolidanti e l’inserimento di diatoni. L’interno della cinta muraria, già utilizzato per l’agricoltura, è oggi ricoperto da lecci e nella zona nord, dove le attività agricole sono state abbandonate più di recente, da robinie e rovi. Le sponde fluviali interne alla cinta sono interessate da tempo dal flusso delle acque solfuree che riempiono alcune piccole vasche scavate nella roccia e poi si versano nel fiume. Le indagini archeologiche svolte indicano la presenza di numerosi manufatti (essenzialmente murature) a testimonianza del compatto tessuto edilizio esistente fino al XVI secolo all’interno alle mura. Altri link per approfondimento: https://www.toscana.info/siena/provincia/bagni-di-petriolo/, https://www.youtube.com/watch?v=MAti_kGvVQ4 (video di italianostra_associazione), https://flore.unifi.it/retrieve/handle/2158/1123520/536544/PANCANI%20G.%20%282018%29%2C%20Il%20rilievo%20della%20fortezza%20dei%20Bagni%20di%20Petriolo.pdf, http://www.lamiaterradisiena.it/Bagni%20di%20Petriolo/bagnidipetriolo.htm, https://www.youtube.com/watch?v=G_5LEvftBbA (video de Gli Amici dei Bagni di Petriolo)
Fonti: https://castellitoscani.com/terme-di-petriolo/, https://www.bagnidipetriolo.it/bagni-di-petriolo/, https://www.valdimerse.si.it/it/page/bagni-di-petriolo
Foto: la prima è del mio amico (e inviato speciale del blog) Claudio Vagaggini, la seconda è presa da http://www.poderesantapia.com/album/valdimerse/termedipetriolo4.htm
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