martedì 25 ottobre 2022

Il castello di martedì 25 ottobre


 
AGLIE' (TO) - Castello Ducale

E' un'elegante ed imponente costruzione la cui edificazione (parliamo del suo nucleo centrale, del quale sono tuttora identificabili le tracce) è iniziata nel XII secolo per conto della famiglia comitale dei San Martino, originari del Canavese. Nel XVI secolo il forte si presentava ancora di aspetto medievale, con un maschio centrale, una corte circondata da edifici rurali e un giardino, circondati da una robusta muraglia difensiva e da un fossato. Il castello venne distrutto e riedificato più volte. Subì i danni di un assedio e di un sacco nel 1536. Filippo di Agliè, ministro di Maria Cristina, la reggente Madama Reale, ne curò la ricostruzione, finché fu nuovamente devastato dalle soldatesche francesi. Nel 1667 il conte Filippo San Martino, già consigliere della Madama Reale Cristina di Francia, commissionò all'architetto reale Amedeo di Castellamonte la trasformazione della facciata sul giardino, il complesso della cappella di San Massimo (Pietro Cremona realizzò le sculture per l'altare e gli stucchi delle pareti) e le due gallerie, nonché il cortile. Alla sua morte il progetto si interruppe, ma il castello presentava già due corti (una interna, l'altra rivolta verso il paese di Agliè) e la facciata est, con le due torri trasformate in piccoli padiglioni. Nel 1764 i conti San Martino vendettero la proprietà ai Savoia, che lo inclusero nelle proprietà del secondogenito di Carlo Emanuele III, Benedetto Maria Maurizio, duca del Chiablese, e ne affidarono la ristrutturazione all'architetto Ignazio Renato Birago di Borgaro, che intervenne sugli interni realizzando ampi appartamenti; all'esterno fu edificata la chiesa parrocchiale collegata al castello da una galleria a due piani. Nei primi anni del XIX secolo, durante l'occupazione di Napoleone, il castello di Agliè diventò un ricovero di mendicità, e il parco circostante venne ceduto a privati ed adibito all'agricoltura. A partire dal 1823 l'edificio rientrò a far parte dei possedimenti di Casa Savoia che, durante il regno di Carlo Felice, apportarono una significativa e costosa ristrutturazione degli interni, rinnovandone inoltre completamente gli arredi. La ristrutturazione venne affidata all'architetto Michele Borda di Saluzzo. Il castello venne riarredato dagli artisti di corte; lo scultore Giacomo Spalla allestì la Sala Tuscolana, ove sono tuttora collocati i reperti rinvenuti nella villa Rufinella presso Frascati, proprietà di Carlo Felice e della regina Maria Cristina. Nel decennio 1830/'40 vennero eseguiti altri lavori, fra i quali il grande lago, il laghetto e le isole che modificarono radicalmente l'aspetto di giardino all'italiana, conferendo all'esterno un aspetto romantico ad opera dell'architetto tedesco Xavier Kurten. La morte della vedova di Carlo Felice, Maria Cristina di Borbone-Napoli, avvenuta nel 1849, segnò il passaggio del castello a Carlo Alberto di Savoia-Carignano (Carlo Felice e Maria Cristina non ebbero eredi diretti), il quale lo lasciò al figlio cadetto Ferdinando di Savoia, duca di Genova. La stazione di Ozegna, attivata nel 1887 contestualmente alla ferrovia Rivarolo-Castellamonte, possedeva la peculiarità di essere dotata di una pensilina in ghisa di una saletta di attesa riservata soprannominata "reale" destinate proprio ai Duchi di Genova allorché volevano recarsi al castello. L'impianto rimase in esercizio fino al 1986. Nel 1939 gli eredi del principe Tommaso di Savoia-Genova, duca di Genova vendettero il castello allo Stato italiano per 8 milioni di lire. Il complesso venne adibito a museo. Negli anni ottanta è stato oggetto di un ulteriore delicato restauro. Attualmente è stato sottoposto ad importanti lavori di consolidamento statico e restauro che impedivano la visita di buona parte delle sale. Fa parte del circuito dei castelli del Canavese e, dal 1997, è parte del sito UNESCO Residenze Sabaude. Nel 2016 ha fatto registrare 44 323 visitatori. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale del Piemonte, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei. Negli ultimi anni il castello è stato usato come ambientazione per le serie televisive "Maria José", "Elisa di Rivombrosa" e "La bella e la bestia". Residenza estiva dei Savoia (si dice che tutti i principi della Casa Savoia-Genova tuttora viventi vi siano nati), il castello presenta una facciata monumentale con due rampe di accesso e con un ampio giardino con fontana. Attualmente è composto da ben 300 stanze, per la maggior parte arredate con mobili d'epoca, alcune delle quali si contraddistinguono per la loro originale bellezza. Primo fra tutti gli sfarzosi ambienti è l’originario Salone d’Arduino, oggi ribattezzato Salone d’Onore ed anche Salone da Ballo, quest’ultimo è letteralmente il cuore pulsante del castello: una stanza fluttuante per la sua suggestiva magnificenza, come i suoi stessi dipinti seicenteschi, sulla volta raffiguranti angelici cherubini e sulle pareti i Fasti del Re Arduino d’Ivrea, capostipite dei committenti San Martino di Agliè. Altrettanto affascinanti risultano le due gallerie principali, parallele, della costruzione: la Galleria Verde e la Galleria d’Arte. La prima, gemella dell’ulteriore Galleria Gialla, si mostra come un adornato corridoio, ricco di quadri e sculture ottocenteschi, commissionati da Elisabetta di Sassonia. La Galleria d’Arte o delle tribune, rispettivamente, fu commissionata da Re Carlo Felice e successivamente riallestita da Maria Cristina di Borbone sul tema della storia dei Savoia. Oggi nella seguente Galleria padroneggia la statua del Dio Apollo in una posizione dormiente ma pur sempre elegante, opera dell’affermato scultore Benedetto Cacciatori. Vi sono 72 ritratti di Cavalieri dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata, commissionati tra il 1845 e il 1847. Sono opere per la maggior parte del pittore astigiano Michelangelo Pittatore e dei pittori Frigiolini, Malnate e Pratesi (che eseguirono ciascuno sei tele). La successiva Sala d’Angolo si mostra molto caratteristica, nonostante molti dei suoi pannelli siano finti; questo ci ricorda l’originale reputazione campana che aveva la residenza e dunque l’impiego, nel suo restauro, di materiali non propriamente pregiati. La Sala d’Angolo regala ai suoi visitatori più curiosi una piccola mostra di armi orientali, di proprietà del duca Tomaso di Genova. Annesso al castello vi è un grande parco (circa 320.000 m²) che lo circonda su tre lati. Nel 1839 il parco venne sistemato in forme romantiche, con giardini all'italiana e all'inglese organizzati in terrazze su tre piani. All'ingresso si trova una fontana settecentesca (progettata dai fratelli Collino) che simboleggia la Dora Baltea che si getta nel Po, opera di Ignazio e Filippo Collino. Intorno al castello sono presenti edifici rurali seicenteschi e settecenteschi quali: il mulino, le cascine Valle, la lavanderia, l'Allea o La Mandria. Anche il castello di Agliè è collegato ad un fantasma, quello di una donna dai lineamenti orribili. Almeno così è stata interpretata in un busto che ritrae la nobildonna, la principessa Vittoria di Savoia Soisson, nata a Torino nel 1683, moglie del principe Federico, Duca di Hildburgausen, in una sala del castello. Lo scultore Piero Orso l’ha modellata in cera con applicazioni di stoffa, perline e pizzi. Basta guardarla per avere timore di questa figura femminile, morta a Torino nel 1763. Così la descrive la contessa Angelica Von Kottulin Lodron, sua dama d’onore, nelle proprie Memorie: “Una brutta figura, piccola, occhi neri, naso lungo e bocca sottile. La fronte era bassa e la nobildonna si sarebbe sempre vestita da -vecchia- e con abiti molto semplici”. Al contrario, il busto che si può vedere al Castello di Agliè è una tra le opere meglio conservate. Dopo la morte della principessa Vittoria di Savoia Soisson, che non aveva figli, i suoi beni furono ereditati dal Duca del Chiablese. La leggenda del suo fantasma sarebbe stata alimentata da un soprintendente che negli anni 50 del secolo scorso visse per molto tempo all’interno del castello. La bruttezza cascante della vecchia principessa fece da stimolo per alimentarne il mito. Alla figura della nobildonna sarebbero collegati misteri accaduti nel castello, come la rottura continua dei vetri di alcune stanze del torrione destro dovuti alla presenza del suo spirito che vaga nelle notti senza luna all’interno del castello e il suo passaggio sarebbe accompagnato da sospiri e sinistri fruscii. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=LAObkGkETFY&t=11s, https://www.youtube.com/watch?v=DCKl7bxdN6Q (entrambi i video di Direzione Regionale Musei Piemonte), https://www.youtube.com/watch?v=YYOjHSrD9yk (video di MiC_Italia), https://www.youtube.com/watch?v=1lm7_35avJ4 (video di Laura Rocca), https://www.youtube.com/watch?v=l-tez1XgbGI (video di Michelangelo De Fazio)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_ducale_di_Agli%C3%A8, http://polomusealepiemonte.beniculturali.it/index.php/musei-e-luoghi-della-cultura/castello-di-aglie/,http://www.prolocoaglie.it/poi/castello/, https://www.gitefuoriportainpiemonte.it/gita/il-castello-ducale-di-aglie-un-romantico-trionfo-di-eleganza/, https://touristainitalia.com/2022/04/15/il-castello-di-aglie-e-il-suo-mostruoso-fantasma-miti-e-leggende/#il-fantasma

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è di Paola M.P.V. su https://www.flickr.com/photos/pvioletta2010/6393662181

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