MONTEFALCIONE (AV) - Castello longobardo
All'inizio del Medioevo, Montefalcione era un insieme di frazioni e casali sparsi sui fianchi delle colline di Santa Marina, San Marco, Fortuna, Rogliano e Villani San Pietro. Molte di queste terre però furono abbandonate dagli abitanti perché erano di facile accesso al nemico. Dopo molti anni di completo abbandono il paese passò sotto la dominazione longobarda. Montefalcione entrò a far parte del Ducato di Benevento costituito nel 570. Edificato nel punto più alto del centro abitato, il fortilizio ha perso, nel corso dei secoli, l'originaria struttura di epoca longobarda ed è stato riconvertito in un palazzo gentilizio, diventando, quindi, residenza privata. Ancora oggi, tuttavia, gli abitanti di Montefalcione si riferiscono con il termine "castello" all'intera zona del centro storico che si estende da Via Roma a Via Cardinale Dell'Olio, comprendendo anche Piazza Marconi e Via Sant'Antonio Abate. Per questo motivo la denominazione dell'edificio è rimasta intatta, fino ai giorni nostri. Il Castello di Montefalcione, come detto, nacque come roccaforte militare sopra un vasto quadrilatero. Presso il forte si accampò il conte di Ariano Giordano quando questi era in conflitto con il conte di Avellino Rainulfo, suo acerrimo nemico. Nel 1150, signore del Castello era il normanno Torgisio de Montefacione, a cui successe il figlio Andrea e infine Torgisio II quale ultimo membro di questa casata. Quest'ultimo osò ribellarsi al re di Sicilia, Manfredi di Svevia, che per punirlo lo fece accecare e constrinse più tardi Filippa, moglie di Torgisio II, a sposare il tedesco Corrado de Bruhlein a cui il paese fu portato in dote. Nel 1266 Carlo d’Angiò venne chiamato dal papa Urbano IV a togliere il Regno delle Due Sicilie a Manfredi, determinando così la fine della fazione ghibellina. In seguito alla vittoria degli Angioini, Montefalcione venne riassegnato ad Andrea, erede di Torgisio. Nel 1442, nel corso della guerra tra Angioini e Aragonesi, cominciata coi Vespri Siciliani, Montefalcione si distinse respingendo eroicamente un assedio degli Aragonesi – che vinsero però ugualmente la guerra. Nel 1481 Signore del paese risultava Giovan Francesco Montefaucione, e successivamente il fratello Loise o Luigi. Questi si trovò coinvolto nelle quattro successive guerre (dal 1520 al 1559) tra il Re di Francia Francesco I e l’Imperatore di Spagna e Austria Carlo V, combattute per il predominio nel Regno di Napoli e in Lombardia. Nella seconda di queste guerre (1527) Luigi si schierò contro l’Imperatore. La guerra ebbe termine nel 1529 con la battaglia di Aversa e le la vittoria delle forze imperiali. Luigi morì prima, in prigione, nel 1528: lasciando unica erede del casato la figlia Giovannella o Vannella, più tardi detta Lucrezia. Vannella sposò Giovanni Antonio Poderico, Barone delle Serre, di Salza e Manocalzati: che dopo il matrimonio e l’unificazione delle terre delle due famiglie ottenne il titolo di Marchese di Montefalcione. Alla sua morte (1562), Vannella scelse di vestire l’abito monacale, cambiando il proprio nome in Lucrezia e adottando il proprio cognome materno, Spinelli. Nel 1573 Lucrezia lasciò tutti i possedimenti al figlio primogenito Antonio. Con lui iniziò la fase discendente del casato, che culminò nel 1601 con la cessione di Montefalcione e delle altre terre a Giovanni Battista Tocco, Conte di Montemiletto, cui passò quindi anche il titolo di Marchese di Montefalcione. La famiglia Tocco mantenne la signoria sino all’abolizione dell’ordine feudale. Il lato sud del fortilizio era posto contro Candida; il lato ovest dominava i castelli di Barbato, Serra e Prata; il lato nord guardava Montaperto e Montemiletto; il lato est difendeva infine il contado e la Chiesa. Le mura erano disposte su cinque ripiani, e le loro basi innestate in molti punti sopra la roccia calcarea di cui è formata la collina. La loro altezza variava tra i 5 e i 9 metri. Agli angoli del quadrilatero erano poste quattro torri rotonde o a base circolare, che rendevano la postazione quasi inespugnabile. Di esse restano soltanto – e soltanto in parte – le due che chiudono il lato prospicente il paese. Una delle torri, rasa a pochi metri dal suolo sottostante, è presso l’entrata dell’antico palazzo ducale. L’altra, del XIII secolo e quasi integra, è ora una abitazione civile inserita nel contesto urbano, caratteristica con i suoi bravi balconcini. La muratura originale è stata ricoperta dall'intonaco. Una serie di scalini, stretta tra le pareti delle abitazioni, porta al retro della costruzione. cui si accede solo su permesso degli abitanti. L’area è piena di orti terrazzati , circondati da vegetazione naturale che si insinua in ogni angolo. Arrampicandosi verso l’alto, seguendo l’inclinazione della collina, si arriva a quel che resta della parte posteriore del castello: brandelli di mura crollate in tempi remoti e mai più ricostruite. Da qualche parte, qui, esistevano delle cisterne utilizzate dai soldati quando questa parte della struttura era ancora funzionale. Il Castello possedeva due porte: una, ancora esistente, è detta della Ripa, cioè della rupe, in quanto vi si accede per un sentiero piuttosto impervio. L’altra, della quale non resta oggi traccia, metteva invece in comunicazione il Castello con il Borgo, detto anche Taverne.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Montefalcione, https://www.comune.montefalcione.av.it/c064053/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/15, https://sistemairpinia.provincia.avellino.it/it/luoghi/castello-di-montefalcione, http://www.castellidirpinia.com/montefalcione_it.html, testo di Davide Lepore su http://www.irpiniaworld.it/montefalcione-il-castello/, https://www.comune.montefalcione.av.it/c064053/zf/index.php/storia-comune
Foto: la prima è presa da http://www.massimilianocarullo.it/blog/magica-irpinia-montefalcione, la seconda è presa da https://sistemairpinia.provincia.avellino.it/it/luoghi/castello-di-montefalcione
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