VERRES (AO) - Castello Challant
E' uno dei più imponenti monumenti dell'età feudale presenti in Valle d'Aosta.
Questa fortezza, avente principalmente scopo di difesa, fu costruita su di un promontorio roccioso a strapiombo sul torrente Evançon intorno al 1287 e dai documenti ritrovati viene indicata tra i possedimenti dei Signori De Verretio. Ma fu il governatore e capitano generale del Piemonte, Ibleto di Challant, rappresentante di quella stirpe di ricchi feudatari che dominarono la valle fino al 1783 che fece ricostruire completamente il castello tra il 1360 ed il 1390. E' un cubo di circa 30 metri di lato, mura spesse 2,5 metri, coronato da fitti beccatelli che sostengono la merlatura successivamente coperta dal tetto. Nel 1536 Renato di Challant rinnovò l'apparato difensivo del maniero adattandolo all'uso delle moderne armi da fuoco. In tale occasione venne costruita una cinta muraria munita di cannonniere, di speroni a contrafforte e di torrette poligonali da offesa, idonei all'impiego di cannoni e delle spingarde fusi nel feudo che il conte di Challant possedeva a Valangin, in Svizzera; l'ingresso fu reso più sicuro mediante la realizzazione dell'antiporta con il ponte levatoio e l'apertura di feritoie.
Si provvide inoltre ad aprire nuove finestre a crociera, in aggiunta a quelle a tipo gotico a monofora e a bifora già esistenti, e nuove porte ad arco moresco, di evidente influsso spagnolo; gli interni furono arricchiti con nuovi arredi.
Alla morte di Renato di Challant, in assenza di figli maschi, il castello venne quindi requisito dal Duca di Savoia e divenne sede di una guarnigione. Nel 1661 il duca Carlo Emanuele II ordinò di smantellare gli armamenti e di trasferirli al forte di Bard, punto strategico dove si concentrava la difesa della Valle d'Aosta.
Gli Challant riottennero il possesso della rocca nel 1696 e lo mantennero fino all'estinzione della casata, ai primi del XIX secolo. A quell'epoca il castello era abbandonato da quasi due secoli: il tetto, già in parte crollato, era stato demolito del tutto per evitare il pagamento del canone erariale, così che i piani superiori erano esposti alle intemperie e invasi da erbe. Il salvataggio di questo castello, analogamente a quanto avvenuto per i castelli di Issogne e di Fénis, si deve all'interesse di un gruppo di intellettuali piemontesi accomunati dalla passione per il Medioevo. Nel 1894 venne acquistato dallo Stato e dichiarato monumento nazionale. Ancora oggi il castello viene definito uno dei più possenti manieri che un vassallo abbia mai potuto permettersi di costruire in uno stato sovrano. L'interno, che in origine era semplicemente decorato con la bicromia ottenuta con il verde della pietra lavorata e il bianco delle pareti, si segnala per l'ampiezza dei locali, la poderosa struttura delle volte, gli stemmi in pietra lavorata, i vasti camini, tra i più grandi che vi siano nei castelli e soprattutto per il magnifico scalone a archi rampanti che raggiunge i piani superiori. Le prigioni erano situate nel sotterraneo. Il maniero ogni anno è il prestigioso palcoscenico del Carnevale Storico verrezziese in cui si rievoca, tra storia e leggenda, l'epopea della contessa Caterina di Challant.
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