venerdì 14 dicembre 2012

Il castello di venerdì 14 dicembre





CHAMPORCHER (AO) – Castello dei Signori di Bard

Le prime notizie storiche certe di una comunità umana stabile a Champorcher risalgono al XIII secolo, quando era sotto il dominio dei potenti signori di Bard. Costoro controllavano anche Hône, Bard, Donnas, Vert, Pont-Saint-Martin, parte di Arnad ed il mandamento di Châtel-Argent, nell’alta valle d’Aosta. Del primitivo castello, sorto probabilmente nell’XI secolo, ben poco si sa. All’inizio del XIII secolo i fratelli Guglielmo e Ugo intrapresero tra loro una guerra, durata fino al 1214, che portò, tra l’altro, all’incendio del maniero e del borgo di Donnas. E’ noto che il castello fu bruciato per volere di Ugo di Bard, il che fa supporre che fosse costruito in gran parte in legno, come molti edifici alto-medievali. Fu probabilmente ricostruito nello stesso secolo, sicuramente prima del 1276, quando già necessitava di essere ricoperto di tegole di legno. La tradizione popolare vuole che esistesse, sulla Corseria (attuale sagrato della Chiesa), un vero e proprio castello con una cappella, che sarebbe poi diventata la prima chiesa parrocchiale. Il territorio di tutta la valle di Champorcher fu in seguito diviso in due parti chiamate “ressorts” assegnate ai due fratelli. Nel 1242, a causa del rifiuto di Ugo di Bard di riconoscere la dipendenza feudale dal conte Amedeo IV, il castello e la sua metà del feudo della valle di Champorcher furono incamerati dai Savoia, che lo gestirono direttamente fino alla fine del Cinquecento. In seguito i signori di Savoia concessero questo ressort in feudo a piccoli signori locali, ufficiali dell'esercito sabaudo, funzionari di corte o ricchi commercianti nobilitati (Jean-Jacques Riccarand, Pompeo Bruiset, Jean-François Freydoz). L’altra metà restò ai discendenti di Guglielmo di Bard (divenuto, dal 1214, signore di Pont-Saint-Martin) fino al 1737, quando, a causa dell'estinzione della famiglia, passò anch’essa ai Savoia e da costoro fu infine venduta nel 1746 ai Freydoz, che possedevano già l'altro ressort. Dell’antica fortificazione sopravvive ancora la torre, posta su un piccolo promontorio roccioso, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale. E’ a pianta quadrata, con 6,40 metri di lato, e un'altezza di circa 15 metri, coronata da merlatura a coda di rondine e la sua porta di ingresso, a cui si accedeva solo con una scala a pioli, è a circa 4 metri dal suolo. Un tempo era divisa da soppalchi in legno, in ambienti sovrapposti sopra un buio magazzino che fungeva da base. L'interno era illuminato da strette feritoie, riscaldato da un camino e servito da latrine sporgenti che consentivano, nella buona stagione, la permanenza di una piccola guarnigione. Usata durante il Medioevo come torre di segnalazione e di controllo delle terre circostanti per scoprire prontamente eventuali intrusioni dei signori confinanti, dopo la sua distruzione nei primi anni del XIV secolo, fu successivamente ricostruita per ordine dei Savoia. I lavori principali consistettero nel rifacimento della copertura, nella costruzione di un camino in pietra, nella realizzazione di sei aperture, di una scala in legno, dei merli e di un avampiede. Infine furono costruiti una sorta di ponte levatoio e una cortina muraria di circa 150 metri intorno al Castello. Il maniero non fu mai residenziale, ma un avamposto militare, munito di armati nei momento di pericolo. Negli anni Ottanta la Torre ha subito un nuovo restauro, grazie all’intervento della Sovrintendenza del Ministero dei beni culturali. E’ considerata il simbolo di Champorcher.

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