martedì 26 febbraio 2013

Il castello di martedì 26 febbraio





OSILO (SS) – Castello Malaspina

Posto sulla sommità del "Monte Tuffudesu", a circa 650 m.s.l., a guardia del centro abitato che si estende ai piedi della rocca, venne edificato dalla potente famiglia dei marchesi Malaspina, presumibilmente sul finire del 1100, anche se non si ha notizia certa sulla data. I Malaspina, originari della Lunigiana, giunsero per la prima volta in Sardegna in occasione della "crociata" bandita nel 1016, con l'appoggio dei Comuni di Pisa e di Genova, dal Pontefice Benedetto VIII, che aveva promesso grosse investiture a chi avesse contribuito a liberare la Sardegna dalla dominazione araba capitanata da Museto. La spedizione ebbe successo, e alla famiglia Malaspina, nella persona del marchese Obizzo, furono assegnate in premio le montagne della Barbagia e la piana del Temo. Qui i discendenti di Obizzo edificarono, intorno al 1121, il munitissimo castello di Serravalle, a Bosa. Successivamente, l'influenza della famiglia si estese al nord dell'isola e, sul finire del 1100, o agli inizi del 1200, venne fatto costruire il castello di Osilo, a presidio delle frontiere fra l'Anglona, la Gallura e la Nurra. Il possesso del castello da parte dei Malaspina è comunque storicamente accertato, per la prima volta, nel 1272, anno della morte di Enzo Hohenstaufen di Svevia e della conseguente fine del giudicato di Logudoro. Nel 1297 Papa Bonifacio VIII concesse l'investitura della Sardegna al re aragonese Giacomo II, e i Malaspina avviarono intense trattative per raggiungere accordi con quest'ultimo. Nel 1308, il cittadini del Libero Comune di Sassari, forti di un esercito di mercenari catalani, occuparono e devastarono le terre dei Malaspina, non riuscendo, però, ad espugnare le fortezze. Riconfermata, inizialmente, dagli Aragonesi la sua appartenenza ai Malaspina nel 1323 e nel 1324, il castello di Osilo divenne, però, l'oggetto di pretese aragonesi, che provocarono la ribellione dei Malaspina, alleati con altre forze isolane, ma la rocca viene assediata ed il suo territorio saccheggiato, fino a venire conquistato. Sconfitti, i Malaspina furono costretti a cedere il castello di Osilo a tale Gerardo Alòs, rappresentante regio. Il castello rimase in possesso del regno d'Aragona fino al 1345, quando Azzone e Federico Malaspina, dopo essere rimasti esclusi dalla sucessione al loro fratello deceduto, Giovanni, si posero a capo di un grosso esercito assoldato nei loro possedimenti in Lunigiana, e riconquistarono il castello e le sue competenze. Venne, però, subito dopo espugnato dai Doria, e riconsegnato a Pietro IV d'Aragona, detto il Cerimonioso, che nel 1352 lo riconsegnò ai fratelli Malaspina. Nel 1354 ritornò in possesso di Pietro IV d'Aragona, che lo consegnò al governatore di Sassari e lo fece rafforzare. Nel 1365 fu espugnato dal giudice Mariano d'Arborea. La rocca di Osilo fu ancora al centro di aspre contese, fin verso la metà del 1400, quando iniziò il suo lento declino. Nel 1528 essa tornò, però, al centro di azioni militari, in seguito all'invasione dei francesi, e nel 1720 passò, con tutta la Sardegna, sotto Casa Savoia. Il castello fece ancora parlare di sé sul finire del XVIII secolo (e inizio XIX secolo), quando venne eletto a propria fortezza da uno dei contendenti in una sanguinosa guerra fra le famiglie dei Serra e dei Fadda. Assolta anche questa funzione, l'edificio venne definitivamente abbandonato, e andò in quasi totale rovina, finché nei primi anni '60 del '900 non subì un parziale restauro. Pur trovandosi in una importantissima posizione strategica, il castello non era di grandi dimensioni, racchiudendo, entro un recinto di forma ovale allungata, una superficie interna di circa mille metri quadri. Esso comprende, oltre che alla cinta muraria, due torri, una circolare (più antica) realizzata con conci di basalto scuro, e una quadrata fatta con blocchi di tufo, ben più alta e rifinita rispetto all'altra. Da un disegno aragonese del 1358 risulta anche una terza torre, mai però accertata realmente. Per quanto riguarda gli edifici interni, pur non restandone attualmente che delle modeste tracce, sulla base della documentazione disponibile, si deduce che vi dovevano essere: una cucina, una camera da letto (presumibilmente riservata al castellano), un locale per le provviste, un deposito di armi, una officina-falegnameria, un deposito per la legna, un deposito-cantina per vini e altri generi di prima necessità. Tutto in linea con la funzione principale del complesso, che era quella di fortezza armata, a presidio di una importante postazione strategica. Gli armati posti a difesa del castello pare dovessero essere mediamente una trentina. Della originaria fortezza restano oggi le due torri e la cinta muraria. L'escursione al castello è sempre di grande suggestione, sia perché essa si compie attraverso le strette viuzze del centro storico di Osilo, ancora in acciottolato, talora con volte a botte; sia per il mistero dei luoghi; sia per la straordinaria vista su larga parte della Sardegna Nord-Occidentale, che dall'alto della sua sommità si gode. Ho trovato in rete questo interessante video dedicato al castello di Osilo: http://www.youtube.com/watch?v=6g6A0JLZN4U

1 commento:

Lenny ha detto...

purtroppo mi sono accorto solo ora che di questo castello ne avevo già parlato l'8 marzo 2011....ho un registro dei castelli trattati, creato appositamente per evitare di riparlare degli stessi, nonostante tutto sono sbadato e mi può capitare qualche svista :-(