lunedì 27 novembre 2017

Il castello di lunedì 27 novembre






MINEO (CT) - Castello di Mongialino

Siamo nel Calatino, nella parte orientale della Sicilia, in quella zona, ai confini della piana di Catania, che si trova immersa tra le propaggini meridionali dei Monti Erei e la parte nord-occidentale dei Monti Iblei. E proprio nel territorio di Mineo - nei pressi della frazione di Borgo Pietro Lupo - sorge, su un colle roccioso ed impervio, a dominio del sottostante vallone del torrente Pietrarossa, il Castello di Mongialino, conosciuto anche con il nome di Castello di Monte Alfone. Il maniero, con il castelluccio di Serravalle (https://castelliere.blogspot.it/2014/02/il-castello-di-lunedi-3-febbraio.html), sorvegliava da sud gli accessi alla piana di Catania e rientrava nel sistema difensivo del paese di Mineo. Risale all'alto medioevo ed è composto da una torre toroidale (fatto unico nell'architettura siciliana dell'epoca) e da una cinta muraria irregolarmente poligonale. Purtroppo del singolare mastio circolare resta in piedi solo metà struttura, e non sono più visibili la porta d’ingresso ed il ponte levatoio di cui parlava nel 1757 l’abate Vito Amico. Del mastio circolare restano oggi visibili la prima elevazione e solo pochi ruderi della seconda, ma lo stesso Amico, a metà del ‘700, scriveva dell’esistenza di quattro elevazioni, collegate da una scala interna. Probabilmente quindi i due piani erano divisi da due solai lignei, formando i quattro piani osservati dall’abate. L’ipotesi è avvalorata dalla presenza di grandi cornici, poste circa a metà altezza dei muri del primo piano, su cui probabilmente poggiavano i solai. Il torrione semicircolare rimasto, che non ha simili nella regione, è comunque imponente, e lascia stupito il visitatore per la sua maestosità ed il fascino che promana. Entrando nell’ambiente “anulare” formato dalle due strutture concentriche, è possibile osservare alcune saiettiere strombate verso l’interno e l’ingresso di una particolare cisterna cilindrica, posta proprio al centro del mastio, che raccoglieva un tempo le acque piovane provenienti dalla copertura. Un’altra cisterna si può osservare a fianco del donjon, all’interno del cortile formato dalla cinta muraria merlata. Conviene avere molta prudenza nel visitare questa parte della struttura. Purtroppo infatti i resti del castello sono pericolanti, e non è difficile assistere a dei crolli, come d’altronde evidenziano le grosse strutture murarie che giacciono dirute lungo il pendio. Il degrado regna sovrano a Mongialino, con il castello che versa in completo abbandono. La struttura presenta evidenti problemi statici con profonde lesioni e parti prossime al crollo. Molte pietre degli archi e del tetto sono in procinto di distaccarsi. La struttura necessiterebbe di interventi urgenti di tamponamento, senza i quali si rischia concretamente di perdere ciò che resta di uno dei castelli più singolari e spettacolari di tutta la Sicilia. Dal maniero si gode infatti la vista di un paesaggio collinare molto suggestivo e, specialmente d’inverno, con il verde lussureggiante e le numerose pozze d’acqua che si vengono a formare dopo le piogge, sembra quasi di essere in qualche angolo del Lake District, la regione inglese mossa da rilievi e vallate pittoresche che ha ispirato tanti poeti e pittori dell’ottocento. A chi vuole intraprendere un'escursione in questo luogo abbandonato, è consigliato di muoversi con cautela all'interno delle mura, in quanto il pericolo crolli è sempre in agguato. In una struttura medievale che rischia il disfacimento totale, è buona norma non arrampicarsi sui muri, non toccare o muovere pietre che sono o sembrano staccate dalla muratura, non produrre suoni molto acuti. La stabilità delle volte che caratterizzzano il pavimento della seconda elevazione è davvero precaria, e realmente potrebbe cedere da un momento all'altro. Il castello è citato dal geografo arabo Idrisi, che lo chiama "casale" al-Khalil (Manzil (Abī) Khalīl - منزل (أبي) خليل). Feudatari del castello furono dapprima (1150-1180 circa) i membri della famiglia Paternò con Costantino II Paternò, conte di Buccheri, di Butera e di Martana, poi i membri della famiglia di origine normanna de Luci (il conte Bartolomeo de Luci e poi sua figlia Margherita nel 1199), poi Manfredi di Mazzarino nel 1200, dominio regio nel 1287, Blasco Lancia nel 1320 e Manfredi III Chiaramonte nel 1355. Il castello viene citato dallo storico Tommaso Fazello nel De Rebus Siculis Decades Duae (1558) e dall'abate Vito Amico nel "Lexicon topographicum siculum" (1757), riferendo come all'epoca la costruzione fosse per lo più intatta e come nel XVII secolo si fosse tentato di ripopolare la zona. Dai reperti rinvenuti in epoca moderna, risulta che il colle sul quale fu costruito il castello è stato in realtà abitato fin dall'età del bronzo (XII secolo a.C.). Altri link suggeriti: http://www.mondimedievali.net/Castelli/Sicilia/catania/mongialino.htm (scheda di Giuseppe Tropea), https://www.youtube.com/watch?v=fOY-HC2jyZ4 (video di usugghiu daturri), https://www.youtube.com/watch?v=rjd-D1283DY (video di Michele Iannizzotto), http://www.virtualsicily.it/Monumento--CT-656, http://www.siciliafotografica.it/gallery/main.php?g2_itemId=4279, http://www.castelli-sicilia.com/links.asp?CatId=271.

Fonti: http://www.icastelli.it/it/sicilia/catania/mineo/castello-di-mongialino, https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Mongialino

Foto: la prima è di maxstudio su http://www.panoramio.com/photo/77848436, la seconda è di Giacomo Buscemi su http://www.foto-sicilia.it/foto.cfm?idfoto=163135&idcategoria=5&idfotografo=2937

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