martedì 14 novembre 2017

Il castello di martedì 14 novembre




FELTRE (BL) - Castello di Alboino

Durante il dominio dei Longobardi Feltre fu aggregata al ducato di Ceneda. Di quel periodo restano tracce nella denominazione del maniero che sovrasta la città e nel toponimo della frazione di Farra (dal germanico Fara, "accampamento"). La città fu in seguito dei Franchi di Carlo Magno che le restituirono un ruolo di centralità territoriale e di autonomia, quindi passò al successore di Carlo, Berengario re d'Italia. Da questo periodo sino al XIV secolo, si affermò sempre più il potere episcopale, in modo particolare da quando con la dinastia Ottoniana i vescovi furono elevati al rango di conti. A Feltre il vescovo era a capo di un comitatus (una contea) piuttosto esteso e comprendente oltre al Feltrino attuale (esclusi alcuni centri posti a sud, ricadenti nella pieve di Quero a sua volta compresa nella contea dei Collalto), anche le valli del Primiero, del Tesino e della Valsugana sino a Pergine. Durante il XIII e il XIV secolo Feltre fu coinvolta nelle tragiche vicende legate alla signoria dei Da Romano (con il noto Ezzelino), finendo infine sotto il potere dei Da Camino. A questi seguirono i Carraresi, dal 1315 al 1337, gli Scaligeri di Verona e, infine, i Visconti di Milano. Nel 1404, alla morte del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, Feltre, non potendosi più difendere da sola dalle mire dei Carraresi, preferì seguire l'esempio di Vicenza e sottomettersi al dominio della Repubblica di Venezia (fatto tuttora ricordato con il palio locale). L'età veneziana assicurò ai feltrini, salvo qualche breve parentesi, uno stato di pace e di prosperità. Tuttavia nel 1509, nel corso della guerra cambraica, la città fu quasi interamente distrutta dalle truppe dell'imperatore Massimiliano I che, a capo della Lega di Cambrai, scese in Italia per combattere la Serenissima. Al termine del conflitto, dopo quello che è ancor oggi ricordato come "l'Eccidio di Feltre", la ricostruzione trasformò Feltre in un unicum architettonico ed urbanistico, ben delineato dai canoni estetici e culturali del Rinascimento. Dal Seicento si ebbe però un evidente decadimento della città. La crisi veneziana si riverberò anche sulla plaga feltrina, le produzioni locali di lane grezze, di legno e di ferro entrarono in una fase critica, con un conseguente malessere economico. Rimase un'agricoltura povera e insufficiente a sostenere il reddito generale del territorio. Nel 1729 Feltre ebbe Carlo Goldoni impiegato come coadiutore della Cancelleria carceraria. Goldoni era allora ancora ben lontano dall'essere il celeberrimo maestro e riformatore del teatro, ma si mostrava con tutta evidenza già interessato alla scena e agli attori, tanto che, nel 1730 al Teatro de la Sena di Feltre andarono in scena alcuni suoi lavori teatrali (Il buon padre e La cantatrice). Nel 1797, caduta Venezia, il Feltrino fu invaso dai francesi di Napoleone e amministrato dalla fazione democratica; risale a quegli anni la scalpellatura delle lapidi venete i cui testi, resi illeggibili, si vedono ancora sulle facciate delle case patrizie nella città vecchia. Occupata dagli austriaci nel 1798, in seguito al trattato di Campoformio, Feltre entra a far parte del Regno Italico con capitale Milano. Il Castello di Feltre è meglio conosciuto come Castello di Alboino. Tra storia e leggenda si narra che esso fu edificato nel 570 proprio dal famoso re longobardo su una preesistente torre di vedetta romana, ma le prime testimonianze documentarie risalgono solo al X-XI secolo. Il Colle delle Capre è il rilievo su cui sorge la cittadella protetta da una cinta muraria che ancora oggi è quasi completamente conservata. L'edificio, le cui parti più antiche sono in pietra calcarea chiara e che veniva utilizzato come rifugio per gli abitanti di Feltre in caso di attacco, è posizionato nel punto più alto del colle ed era completamente cinto da mura con quattro torri angolari, secondo la composizione tradizionale dei manieri presenti in tutta l'area. Il castello subì diverse modifiche nel corso dei secoli: Antonio Cambruzzi, storico feltrino, parla di un restauro agli inizi del Duecento e di un altro nella seconda metà del Cinquecento, quando, a causa di un fulmine, crollarono le campane sfondando i solai fino a terra. La torre settentrionale, in corrispondenza della Torre dell'Orologio, era detta Torre delle Polveri e di essa restano solo le fondamenta. La Torre del Campanon, che ancora oggi domina con la sua altezza l'intero complesso, veniva utilizzata per annunciare, con il suono delle sue campane, l’inizio delle esecuzioni capitali e per comunicare, attraverso segnali di fuoco o fumo, con il Santuario dei Santi Vittore e Corona sul Monte Miesna e con il Col Marcellon, luoghi in cui si rifugiavano gli abitanti in caso di pericolo. L'attuale campana della Torre è stata fabbricata a Bormio e installata nel 1664; è stata simbolo militare e annunciatrice delle adunanze pubbliche della cittadinanza, tanto che fino al 1970 era suonata per annunciare il consiglio comunale. Al di sopra della porta d'ingresso al piano terra, sono scolpiti in bassorilievo tre stemmi: quello al centro presenta un castello turrito che è lo stemma della Città. Sulla facciata sud del Campanon era dipinto un leone di San Marco, simbolo della Repubblica di Venezia che governò la città dal 1404 al 1797. Allo stato attuale la Torre del Campanon presenta tre fasi costruttive: il primo stadio, fino a 19 metri di altezza, è di origine protoromanica, il secondo, che va dai 19 ai 25 metri, risale al Tardo Medioevo e l'ultimo, fino a 35 metri, è della seconda metà del Cinquecento. Sono tre stadi di costruzione legati ad altrettanti periodi della storia di Feltre ed in particolare il rifacimento cinquecentesco è collegato al disastroso incendio che distrusse la Città nel 1510. La Torre dell'Orologio si affaccia sul sagrato della Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano e su Piazza Maggiore e presenta in cima una particolarità: una mezzaluna di provenienza mediorientale, parte del bottino di guerra dei Veneziani raccolto durante la battaglia di Lepanto del 1571. L'edificio principale ospita anche una piccola cappella, una cucina e la sala d’armi, dove ancora oggi sono conservati dei bellissimi affreschi, attribuiti al pittore feltrino Lorenzo Luzzo ed alla sua scuola. Lo stesso pittore affrescò il castello esternamente nel 1518; di questi dipinti oggi rimane solo qualche piccolo lacerto. Il cortile interno presenta un pozzo riconducibile al Tardo Medioevo costituito da una vasca monolitica. Originariamente si poteva entrare nel castello attraverso una porta che sovrastava le attuali Fontane Lombardesche costruite nel corso del Quattrocento e si apriva sul lato occidentale della Torre dell’Orologio. Attualmente il castello è ben visibile dalle strade che giungono a Feltre oltre che da Piazza Maggiore dove parte la piccola salita che raggiunge l'ingresso del maniero. Altri link suggeriti: https://www.magicoveneto.it/Feltrino/Feltre/Feltre-Castello-Alboino.htm, https://www.youtube.com/watch?v=fagNeQmgZew (video di solovisioneHD).

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Feltre, http://www.infodolomiti.it/dolomiti-da-vedere/castelli/castello-di-alboino/6760-l1.html, http://piavein.org/point/castello-alboino/

Foto: la prima è presa da https://camminogregoriano.files.wordpress.com/2014/11/feltrealboino1.jpg, la seconda è michel.corrent su http://picssr.com/tags/alboino


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