FOLIGNO (PG) - Castello di Sant'Eraclio
Sant'Eraclio è una frazione del comune di Foligno appartenente alla circoscrizione n. 5 “Sant'Eraclio”. La frazione, che è la più popolosa del comune e si trova totalmente in pianura, è oggi urbanisticamente unita alla periferia della città di Foligno. Un primo nucleo abitato si costituì intorno alla piccola chiesa eretta nel corso dell'VIII secolo, mentre nel XIII secolo venne innalzata una torre di vedetta. A partire dal XIV secolo la storia del castello si lega con quella della signoria folignate dei Trinci. Nel 1305, essendo Nallo Trinci, con l’aiuto dei perugini, diventato signore di Foligno con la cacciata degli Anastasi, trasformò la città da Comune a Signoria e se per un verso aveva tolto la partecipazione di più cittadini al governo della città, dall’altra aveva portato ad una maggiore tranquillità e sicurezza nei territori soggetti alla città di Foligno. Nallo II per meglio difendere i suoi confini dai pericoli che gli venivano dalla parte di Spoleto, sia per il luogo sulla Flaminia troppo esposto alle continue scorrerie delle compagnie di ventura e per proteggere gli abitanti del villaggio che si era sviluppato attorno alla chiesa di S. Croce, ordinò di erigere alte mura in sostituzione della siepe di tavole esistenti “Quod muretur muro murato et facto ad arenam et calcem circom circa locum dicti Sancti Euraclii...” ed una alta torre con una campana da 400 libbre che andò a fronteggiare quella dirimpettaia di Matigge della Spoletina Trevi. La popolazione contribuì con la mano d’opera e le pietre, e Nallo Trinci coprì la spesa. Nel 1320 il castello era completato con la sola porta e ponte levatoio verso Spoleto, e con la casa castellana, ove per alcuni mesi lo stesso Nallo dimorò per dimostrare quanto era sicura la vita in quel luogo. Infatti la costruzione del Castello, con le sue alte mura (30 piedi) e la sua torre di avvistamento e di rifugio in caso di guerra, offriva garanzia di sicurezza per cui nel 1373 altre venti famiglie della parrocchia della Cattedrale, che abitavano nei dintorni di Santa Maria in Campis, vi scelsero la loro dimora. Nei primi del ‘400 le truppe di Ladislao di Napoli saccheggiarono le ville di Flamignano e Rivo, sulla collina di S. Eraclio, che furono abbandonate e ben 240 persone si stiparono dentro il castello. Nel Liber Officiorum compilato nel 1421 al tempo di Corrado Trinci si ricorda che Foligno a difesa del confine con Trevi aveva tre postazioni militari: Castrum Civitelle (vicino Cancelli), la Turris di ser Angelo di Roviglieto e la Torre di Sant’Eraclio custodita da un castellano eletto dai Trinci e stipendiato dagli abitanti “Castrum et turris Sancti Racli aveva un officialis, qui faciat custodiri terre homines electos ad portam et turrim per tres florenos mense ad hominem“. La postazione più importante era Sant’Eraclio per la cui custodia erano tenute a contribuire anche altre otto ville vicine cioè Costa, Rio, Flamignano, Sterpete, S. Stefano dei Piccioni, Cancellara e Scandolaro. Durante il XV secolo il castello ospitava anche un ufficiale gabelliere che aveva il compito di riscuotere i pedaggi degli utilizzatori della Flaminia. Verso la metà del XVI secolo il castello fu disegnato dall’architetto militare Piccolpasso il quale lo descrive isolato con fossi d’intorno e appena 4 o 5 case all’esterno delle mura e all’interno circa 40 fuochi. Il territorio di Foligno riconquistato dal cardinale Giovanni Vitelleschi tornò alla Chiesa, il 17 luglio del 1349 il castello fu assediato e preso; dopo la caduta dei Trinci nel 1439 fu governato da un Legato Pontificio e da un Consiglio scelto dal Papa. L’8 Maggio 1455, Callisto III concesse alla Comunità di Foligno le Rocche e Castelli del territorio e nel 1458 confermò, per il governo della città e territorio, le antiche disposizioni statutarie. Così il Castello fu retto da un Castellano e due Consoli eletti dal Consiglio di Foligno, da un Sindaco e due Massari eletti dal popolo di S. Eraclio. Nel 1533 gli abitanti del castello furono esonerati dall’obbligo del salario al Castellano a condizione che provvedessero alla manutenzione della torre, delle mura e agli argini del fiume Meandro ed ai confini con Trevi. In seguito S. Eraclio ebbe, come tutte le altre Comunità, una certa autonomia, appoggiato al Comune di Foligno e arrivò ad avere una popolazione di oltre 1.000 abitanti nel 1626.. Tale vassallaggio verso Foligno era riconosciuto mediante l’obbligo di alcuni pesi annuali, fra i quali: il contributo al pasto del Magistrato e fargli pervenire, per la Festa di S. Feliciano, “due scudi e due paia di capponi“. Verso il 1710 dovettero sorgere delle controversie tre Foligno e S. Eraclio circa il concorso alle spese per il Magistrato, controversie che finirono con sentenza favorevole alla Città. E forse fu in seguito a tale sentenza che, nel maggio del 1728, S. Eraclio venne soppresso come Comune appodiato; furono ritirati i sigilli di cui faceva uso il Sindaco, e venne incorporato alla Città. I rapporti con la città di Foligno però non furono idilliaci e nel 1750 gli abitanti rifiutarono di pagare le tasse e di sistemare un tratto della via Lauretana alla salita di Colle di Scandolaro, compito a cui erano tenuti gli abitanti sin dal 1482. La causa andò avanti per quasi 10 anni e alla fine ebbe la meglio Foligno. Dopo l’invasione francese ritornò il Governo Pontificio e Sant’Eraclio fu retto come Comune appodiato a quello di Foligno al quale presentava il bilancio annuale per l’approvazione; tutto ciò fino al 1860 quando con l’Unità d’Italia fu soppresso e passò definitivamente sotto Foligno. Nel 1917 furono abbattute le case ad ovest del castello e fu aperta la strada esterna. Nonostante che il paese urbanisticamente sia diventato una zona periferica della città stessa, conserva ancora la sua forma circolare con l’alta torre al centro. Due porte contrapposte fornite entrambi di torre immettono all’interno, le stesse erano provviste di porte di cui si conservano ancora i cardini e del ponte levatoio di cui sono visibili ancora i segni lasciati dalle corde, solo da mezzo secolo è stato chiuso il fossato che circondava le mura. Al centro del castello la torre di vedetta parallelepipeda; era molto più alta in origine e terminava con terrazza a merli e mensoloni (su cui poggiavano gli archetti che sostenevano il camminamento di ronda), ma fu abbassata di 8 metri nel 1775. Nell’interno della rocca è il palazzetto, dove il castellano custodiva la fortezza con l’aiuto di uomini scelti. Notevole nel palazzetto è il piano superiore con il salone d’onore e l’appartamento; il pianoterra ha un’ampia loggia rinascimentale a laterizio, ora chiusa, che servì da mercato, da luogo di assemblea, da ufficio notarile e giudiziario. Lungo l’antica via Flaminia sulla piazza antistante il castello si nota la fontana architettonica realizzata nel XVI secolo con lo stemma di Paolo III e tre protori leonine. Fin dal 1753 i monaci di Santa Croce di Sassovivo che possedevano all'interno del Castello un "Ospizio degli Oratori" e un "mulino ad olio" avevano fatto presente al Comune il pericolo di caduta di cornicioni e merli. Fu chiesto un immediato intervento che fu attuato dopo circa 20 anni. Adesso si può vedere chiaramente come la riga di pietre bianche, che indica la metà della torre, evidenzi la diversa misura tra parte superiore e quella inferiore della costruzione. Altri link suggeriti: https://www.santeraclio.altervista.org/la-storia/la-nascita-del-castello-dei-trinci.html, https://www.ilcarnevale.net/storia-di-santeraclio/
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Eraclio, http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-santeraclio-foligno-pg/, testo di Gianni Sante Piermarini su https://www.santeraclio.altervista.org/la-storia/la-torre.html
Foto: la prima è di Cantalamessa su https://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Eraclio#/media/File:Sant'eraclio.JPG, la seconda è presa da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-santeraclio-foligno-pg/
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