venerdì 26 novembre 2021

Il castello di venerdì 26 novembre

 


GERANO (RM) - Torre Abate GIovanni V

Dall'XI secolo l’intera vicenda di Gerano fu caratterizzata dalle numerose dispute per il suo possesso che videro come principali protagonisti due importanti organi religiosi, l’Abbazia di Subiaco ed il Vescovato di Tivoli, ed il nascente potere feudale che, sfruttando la momentanea situazione di disordine amministrativo, si era inserito nella disputa. L’Abate Giovanni V, della famiglia degli Ottaviani, reagì fortificando il poggio Marino per stringere d’assedio Gerano e poi, sborsate 150 libbre d’argento, ne riprese la metà occupata. Vi costruì un palazzo, una torre ed una cappella privata sulla parte alta del centro storico. Il gesto non venne gradito dal vescovo Adamo di Tivoli e, dopo alterne trattative, il Papa Gregorio VII (1077-1078), già a conoscenza come nunzio della controversia geranese, emise nel 1077 un provvedimento in cui si ordinava una suddivisione del paese in due amministrazioni (castellanìe) assegnate rispettivamente all’Abbazia di Subiaco ed al Vescovato di Tivoli. Ambedue i prelati vi potevano liberamente accedere e difendersi e si dovevano impegnare ad ultimare la costruzione della Rocca (palazzo e torre) Dopo il ladrocinio di Bertraimo nel 1112, ed un nuovo assedio da parte dell’Abate Giovanni, il paese tornò allo status quo, confermato dalla bolla di Pasquale II (1115); godette quindi di una breve parentesi di tranquillità durante il periodo del vescovo Manfredo (1110- 1119), benedettino come Giovanni. Con l’abate Pietro IV (1123-1145), seguirono nuove lotte, ambigui approcci di pace (1126) ed un improvviso attacco e distruzione del poggio di Casapompuli (1128), nel frattempo costruito e sorvegliato dai Tiburtini sul colle antistante Gerano. Finalmente, nel 1145, l’abate Rainaldo giurò al conte Rainerio di riconsegnare tutte le decime e i beni tiburtini in territorio geranese; l’abate Simone ne ratificò l’atto firmando la pace nella chiesa di S. Anatolia. Tra i testimoni figura il notabile Giovanni di Gerano, discendente di Lando. Nel 1455 la giurisdizione baronale dell’Abbazia di Subiaco venne trasferita al cardinale Giovanni Torquemada in quanto Abate Commendatario e tale tipo di amministrazione durò fino al 1753, anno del passaggio diretto sotto l’autorità centrale dello Stato Pontificio. Interessante l’androne del Palazzo dell'abate, con busto funebre (effigie romana), aquila imperiale sulla volta e scalinata interna: all’esterno balconcini, stucchi settecenteschi e stemma dell’esercito pontificio. La torre (in via del Torricello) venne eretta per il controllo della strada che conduceva a Subiaco.Alcuni video su Gerano: https://www.youtube.com/watch?v=BfJqiCf7BUo (di Comunicando Leader), https://www.youtube.com/watch?v=7y6drmCgII4 (di Borghi d'Italia)

Fonti: http://beni-culturali.provincia.roma.it/content/il-comune-della-settimana-gerano, http://www.gerano.rm.gov.it/home/esplorare/storia-ed-arte/storia-conoscere-le-origini/,https://www.tibursuperbum.it/ita/escursioni/gerano/LuoghiVisitare.htm

Foto: l'unica trovata sul web è presa da https://www.mondimedievali.net/Castelli/Lazio/roma/provincia02.htm

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